giovedì 24 settembre 2020

Estranei metropolitani

La storia di Paola e Michele, i due ragazzi di Verona che si sono innamorati e poi sposati dopo essersi visti casualmente sui rispettivi balconi durante il lockdown, mi ha fatto pensare. I due abitavano nella stessa via, un numero civico di differenza, praticamente uno di fronte all'altro nella stessa strada e non si erano mai visti. Non dà da pensare, questa cosa?

Non so, sarà che io abito in un piccolo paesino dove più o meno ci si conosce tutti, ma mi chiedo come sia possibile che due che abitano uno di fronte all'altro non solo non si conoscano ma non si siano neppure mai visti. È curioso. Magari dal chiuso delle nostre camere chattiamo con persone che stanno dall'altra parte del mondo e non conosciamo il nostro vicino di appartamento. 

Il paradosso della solitudine metropolitana: centinaia di migliaia di persone che vivono ammassate negli stessi palazzi senza conoscersi. A me questa cosa dà un po' di inquietudine.

10 commenti:

Romina ha detto...

Sì, sono esperienze che fanno riflettere. Io, ad esempio, non conosco tutti gli abitanti del mio condominio. Probabilmente alcuni non li ho neppure mai visti in faccia, nonostante io sia qui da due anni e mezzo. Non posso lamentarmi del clima che si respira in questo palazzo, ma è vero che ciascuno si fa gli affari propri e alcuni addirittura scappano, pur di non salutare nessuno. Invece, nel condominio della mia infanzia, vivevamo un po' in simbiosi: sapevamo tutto gli uni degli altri, e nessuno temeva di parlare di sé.
Credo che, almeno in parte, c'entri anche il mutamento di mentalità, costumi, abitudini, valori avvenuto negli ultimi anni. Siamo tutti diventati un po' più individualisti, materialisti, pretenziosi, e, anche chi non lo è o non vorrebbe esserlo, si trova stritolato dal modus vivendi della maggioranza.
Ciao, Andrea.

Pino ha detto...


Io credo che sia fondamentale il contesto in cui avvengono e maturano i rapporti umani, in cui si manifestano le relazioni sociali, gli incontri ed il confronto con gli altri. Salutare con un sorriso uno sconosciuto che incroci, a piedi o in bicicletta, lungo una stradina di paese, non è come incontrare il tuo prossimo su un autobus affollato nell’ora di punta: nel primo caso avverti sentimenti di amicizia e di solidarietà nei suoi confronti, nel secondo, invece, scopri amaramente di detestarlo perché è attaccato a te come una sardina in scatola, non ti fa viaggiare comodo e ti dà fastidio. Si, la città, più che avvicinare gli uomini li allontana. Diceva Leopardi che il vero misantropo non è colui che si isola dal mondo, ma chi invece vive tra gli uomini

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, sono d'accordo. Forse dipende anche un po' dal fatto che oggi viviamo nella società dell'opulenza e del benessere e quindi si sta meno attenti agli altri. Ricordo che, quand'ero bambino, se si sapeva ad esempio che qualche vicino di casa o conoscente aveva delle difficoltà ci si interessava a lui, magari si andava a trovare, gli si portava qualcosa. Oggi siamo tutti molto più individualisti, più accovacciati su noi stessi. Boh, non so, forse se si tornasse a un tenore di vita più basso ci sarebbe più solidarietà. Chissà...
Ciao, Romina.

Andrea Sacchini ha detto...

Il contesto in cui si svolgono le interazioni sociali è indubbiamente determinante riguardo alla qualità delle stesse, e l'esempio che hai portato in questo senso è più che calzante.
Per quanto riguarda la misantropia, tempo di esserne affetto pure io, anche se forse la mia non è tanto misantropia ma... "orsaggine", nel senso che amo molto la solitudine e tendo a scansare con un certo fastidio ogni occasione che contempli un incontro ravvicinato con altri.

Laura ha detto...

Al mio paesello natio , ci si conosceva tutti e si sapeva
tutto di tutti . Troppo per me e sono scappata .
Qui in Liguria , quando mi sono trasferita in questo condominio ,
o non salutavano o se lo facevano , a bocca stretta .
Io , riservata ma vado incontro alle persone per educazione ,
quindi , con voce alta e un bel sorriso , saluto tutti .
Fortunatamente ho marito e figlia perchè se stessi male o
avessi bisogno di un piacere , non saprei a chi rivolgermi .
Completamente diverso dalla maggior parte della gente Veneta.
Cerca di essere meno orso e più agnello .
Ciao Laura

carlo49calati ha detto...

peggio sarebbe stato se pur abitando a un balcone di distanza si fossero conosciuti non guardandosi negli occhi ma con gli occhi fissi allo smartphone
ml

Andrea Sacchini ha detto...

Vero, anche se sarebbe stato in linea con ciò che succede ormai da tempo.

Andrea Sacchini ha detto...

Ci posso provare, ma sai che nei panni dell'orso tutto sommato non mi trovo male? :-)

Anonimo ha detto...

se abiti a Rimini non è riduttivo definirlo un piccolo paesino?

Andrea Sacchini ha detto...

Certo, ma dal momento che non abito a Rimini ma in un piccolo paesino...

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