martedì 10 luglio 2007

E' di tutti noi









Finalmente ce la siamo cavata dalle balle. La presentazione della nuova 500, intendo: acrobati demotivati ingaggiati per l'occasione e presunti vip a far da cornice alla festa per il nuovo parto di Lapo Elkann, pubblicità asfissiante su siti e giornali, conferenze stampa, notte bianca a Torino per l'occasione, eventi trasmessi sia in diretta tv che in streaming via internet: riesce quasi difficile credere che si stia parlando di un'automobile.

Il buon Napolitano ci ha fatto un giro insieme a Schumi, quando io, invece, insieme al capo dello stato ci avrei messo Holer Togni, ovviamente alla guida.

"La 500 appartiene a tutti noi", recita uno degli slogan che vedete nell'immagine che ho catturato sopra. Apparterrà anche a tutti noi, ma solo dopo che da Tikhy, in Polonia, dove viene costruita e assemblata, sarà tornata in Italia.

Chissà se Marchionne gliel'ha detto a Napolitano...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti sbagli, Andrea, non solo la 500 appartiene a tutti noi, ma anche la Fiat è davvero nostra: nostra perché negli anni i contributi a fondo perduto per la Fiat non si possono contare da tanti che sono stati; nostra perché, grazie a questi contributi, la contropartita politica richiesta è stata l'assunzione di incompetenti in Fiat che manco negli uffici pubblici; nostra perché i sindacati, a braccetto con la stessa dirigenza, hanno potuto far finta di battere i pugni sul tavolo quando era loro comodo, salvo piegare la schiena e mostrare il didietro quando invece era il momento di tutelare davvero chi lavora e non fare politica di "sponda" o togliere le castagne dal fuoco alla stessa dirigenza (ad es. la vendita di Alfa Romeo a Fiat anziché a Ford per pressioni dei sindacati, effettuata da un certo sig. Prodi, allora presidente Iri). La Fiat è figlia di un'Italia che prende ma non vuol dare, che preferisce voltar le spalle invece di intervenire a mettere le cose in ordine, che predilige il compromesso ed il "volemose bene" anziché lavorare con trasparenza ed impegno. Certo, non tutti i dipendenti Fiat sono stati incapaci, non tutti i quadri baciapile, non tutti i dirigenti dei LADRI a far la cresta nei vari uffici acquisti, né tutti i fornitori hanno accettato imposizioni in cambio di lavori e forniture prive di autentica qualità; ma se far rinascere la Fiat significa ennesimi regali di cassa integrazioni straordinarie, mobilità eterne, vendita di metà area dello stabilimento di Mirafiori alla Regione Piemonte, alla Provincia ed al Comune di Torino (avvenuta un anno e mezzo fa), in cambio di costruzioni di stampi in Turchia, produzioni di motori in Brasile, stampaggio componentistica plastica ed assemblaggio vetture in Polonia (non citando altre lavorazioni in altri posti) beh, io questa Fiat non la voglio! Non la voglio perché questo non significa, a mio parere, sostenere la propria principale azienda e settore, bensì rappresenta un elargire a fondo perduto per accomodare situazioni, mantenere privilegi, non progredire realmente nella prosperità economica e, al contempo, mostrare "ampie vedute" e "sensibilità al mondo del lavoro"!

Ovviamente il tutto IMHO.

Saluti automobilistici da BigFab.

Andrea Sacchini ha detto...

> Ovviamente il tutto IMHO

Cioè?

Anonimo ha detto...

IMHO = In My Humble (oppure Honest) Opinion, ovvero "a mio modesto parere". Ci sono altre varianti su Wikipedia . L'ho inserito perché mi sono reso conto di aver espresso informazioni un po' forti, ovviamente pareri personali, ma dei quali sono profondamente convinto.

Saluti. BigFab.

Anonimo ha detto...

Informazioni = affermazioni

^_^

Andrea Sacchini ha detto...

> IMHO = In My Humble (oppure Honest)

Ah, ok, adesso ho capito. :)

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