Leggo sul Corriere che in Giappone i candidati alle prossime elezioni per il rinnovo della Camera Alta (l'equivalente del nostro Senato) non possono usare internet per comunicare con gli elettori.
Le campagne elettorali "elettroniche" sono infatti bandite per legge: i candidati possono contare esclusivamente su un tipo di approccio diretto con il potenziale elettore tramite volantinaggio, poster e megafoni, coi candidati che scorrazzano per le strade delle città su furgoncini stringendo la mano agli elettori.
Non conosco la politica giapponese e quindi non so se lì i senatori sono come i nostri oppure persone serie. E' opinione diffusa che i nostri politici non conoscano bene la rete e le sue potenzialità di utilizzo; dopo quello che è successo l'anno scorso all'indomani delle politiche, questo dubbio scompare.
I nostri politici sanno benissimo come usare la rete a loro vantaggio (anche se solo per il tempo strettamente necessario).
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I blog elettoralpropagandistici si sono sprecati ad ogni livello e lo si continua a fare ancor oggi. Nella mia città sono appena trascorse le amministrative ed è stato un proliferare di blog personali.
RispondiEliminaL'intenzione di accorciare il divario comunicativo coll'elettore attraverso la rete è veramente ammirevole, ma non si comprende (!) perchè, ad urne chiuse, ci si dimentichi del canale aperto e si ritorni tra le anguste e poco accessibili sedi di partito.
> ma non si comprende (!) perchè, ad urne chiuse, ci si dimentichi del canale aperto e si ritorni tra le anguste e poco accessibili sedi di partito.
RispondiEliminaEh già, non si comprende...
o sì? :)
> una volta finito tutto gli elettori non servono più, tanti saluti e chi s'è visto s'è visto
RispondiEliminaCito le tue stesse parole, Andrea...
BigFab.