lunedì 2 luglio 2007

Il pallone è uguale per tutti

Oggi l'Ansa si è premurata di comunicarci l'importante notizia che il pallone sarà uguale per tutti: serie A, serie B e coppe varie.

Beh, certo, bisogna dare atto a Matarrese (quello de "i morti sono parte del sistema") di aver risolto un problema urgente, oserei dire quasi improcrastinabile. Un problema sentitissimo sia da quelli come me, ai quali del calcio frega poco o niente, sia dagli appassionati.

L'accordo siglato dalla Lega Calcio con la Nike, la nota multinazionale americana (al centro spesso di campagne di boicottaggio dei suoi prodotti in quanto accusata di sfruttamento di mano d'opera minorile), prevede la fornitura da parte di quest'ultima di 13.000 palloni, con i relativi introiti pubblicitari che "andranno in un fondo comune e serviranno al sistema calcio", dice sempre Matarrese.

Non mi pare sia il caso di addentrarsi in sofisticate elucubrazioni sul significato che può assumere - almeno nel nostro paese - l'espressione "sistema calcio", ma direi che comunque, in questa storia, gli ingredienti per mandare a quel paese una volta per tutte palloni, pallonari e quell'indegno miscuglio che ruota attorno al binomio calcio-soldi, ci sono tutti.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Che squallore.....

un'altro bel pos potresti farlo per il lancio della 500...

Motto:500 l'auto di tutti gli italiani..
peccato che non la fanno in italia!!!!

Ciao e bentornato.
Maurizio

Luigi ha detto...

Condivido. Con tutti i problemi che abbiamo, i giornali ci vengono a parlare dei palloni. E di veline, letterine, calciatori, Moggi, Briatore, partite, e via così che è un piacere. Povera Italia, come siamo ridotti! E com'è ridotto il mondo dell'informazione!
Non scrivo quello che penso per pura educazione, ma ci siamo capiti.

Anonimo ha detto...

Mi verrebbe da dire: che due palloni!!! :)
BigFab.

Andrea Sacchini ha detto...

> Motto:500 l'auto di tutti gli italiani..
peccato che non la fanno in italia!!!!


Beh, direi che la cosa non stupisce più di tanto, purtroppo. Ormai sono ben pochi gli oggetti di uso comune che vengono prodotti in Italia. Basta guardare sulle confezioni: "made in China".

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