martedì 31 luglio 2007

Cosimo Mele

Stavo per scrivere un post sul signore del titolo qui sopra, poi mi sono accorto che l'aveva già fatto più che bene Romina sul suo blog. Visto che ha espresso perfettamente quello che avrei scritto io in proposito, non mi resta che linkare il suo articolo.

Da non sottovalutare anche la versione di Beppe Grillo della vicenda.

3 commenti:

  1. Ciao Andrea, anch'io volevo scrivere un post, ma poi ho visto che l'argomento era troppo... inflazionato! ;)
    Comunque scrivo qui il mio pensiero: se fare il parlamentare è così duro e difficile, poverini, lontani da casa, soli, abbandonati, non continuino a soffrire così a lungo: si dimettano!!! Sì, lascino l'ingrato incarico a chi è così coraggioso da sacrificarsi per la propria patria (manco i soldati al fronte!) e tornino leggeri e sorridenti alle proprie famiglie!!!

    P.S. Sfruttando il mio indirizzo su Gmail, ho provveduto a registrarmi a Blogger, così non sarò più anonimo, alla faccia delle mie convinzioni sulla privacy di Google! Saluti.

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  2. > ho provveduto a registrarmi a Blogger, così non sarò più anonimo

    A me vanno benissimo anche gli utenti anonimi, l'importante e che i commenti che lasciano non siano volgari e/o offensivi.

    Oltretutto ho la fortuna, almeno per ora, di non avere grossi problemi con lo spam, che di questi tempi non è poco.

    Ciao BigFab.

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  3. Grazie per la gentile citazione.:)
    Comunque, che squallore! Dover sentire che la vita del parlamentare è dura a causa della solitudine e dell'impossibilità di portare a Roma le famiglie! Ma ci rendiamo conto?! Con quello che guadagnano, altro che moglie possono portarsi a Roma.
    Cosa dovrebbero dire gli emigranti veri, quelli che partono per prendere sì e no 800 euro al mese, e non sanno neppure quando e se rivedranno i loro cari?

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