lunedì 23 luglio 2007

La falsa e-mail del latte scaduto nuovamente pastorizzato

Sta circolando piuttosto insistentemente da alcuni giorni un messaggio sulla presunta messa in circolazione di latte scaduto e pastorizzato nuovamente fino a 4 volte. Il messaggio in realtà non rappresenta una novità, in quanto una sua prima diffusione era stata segnalata in rete agli inizi di giugno.

Al momento sono ancora ignoti i motivi della sua diffusione, che (come al solito) avviene grazie al passa parola tra gli utenti (nella più classica formula delle famose catene di S. Antonio) tramite posta elettronica e vari forum sparsi per la rete (è stata segnalata il 19 luglio anche dal servizio recensioni di eBay).

Ecco il testo che compare nell'e-mail:

Il latte in cartone, quando non è venduto dopo un determinato termine di tempo è rispedito in fabbrica per essere pasteurizzato un'altra volta...Questo processo può ripetersi fino a 5 volte, cosa che conferisce al latte un sapore diverso da quello iniziale, aumentando la possibilità di cagliare e riduce significativamente la sua qualità, nonché anche il valore nutritivo diminuisce...Quando il latte ritorna sul mercato, il piccolo numero che vedete dentro il cerchietto nel file allegato viene modificato. Questo numero varia da 1 a 5. Sarebbe conveniente comprare il latte quando il numero non supera il "3". Numeri superiori comportano una diminuzione nella qualità del latte. Questo piccolo numero si trova nella parte inferiore del cartone; se compri una scatola chiusa, è sufficiente controllare uno dei cartoni, tutti gli altri avranno lo stesso numero. Ad esempio: se un cartone ha il numero 1, vuol dire che è appena uscito dalla fabbrica; ma se ha il numero 4, significa che è già stato pasteurizzato fino a 4 volte ed è stato rimesso sul mercato per essere venduto...

Il numero citato nell'e-mail, che dovrebbe rappresentare i cicli di pastorizzazione subiti dal latte una volta scaduto, è questo:

(fonte immagine: www.codacons.piemonte.it)

Questa e-mail è una bufala per alcuni motivi. Innanzitutto il processo di pastorizzazione del latte fresco è consentito per legge una sola volta e a distanza di non più di 48 ore dalla mungitura, come riportato chiaramente anche sul sito del Movimento Consumatori.

Già questo sarebbe sufficiente per far capire che il messaggio in circolazione è totalmente privo di senso. Difficile infatti pensare che le aziende produttrici e distributrici di latte siano tanto ingenue da riportare in bella vista sulle confezioni un dato che fa riferimento a una procedura fuori legge.

Comunque sia, una spiegazione chiara ed esauriente di tutta la questione si trova nell'e-mail (questa volta vera) inviata dal dottor Denis Avanzi, responsabile qualità della centrale del latte di Torino, al Codacons della quale riporto alcuni estratti (la versione integrale la trovate qui):
  • "...nel caso del latte fresco pastorizzato il numero stampigliato sul fondo si riferisce al dosatore della macchina di confezionamento (ogni macchina ha 4 dosatori, quindi è normale trovarne uno di questi). Se un consumatore dovesse segnalare un'anomalia, mediante questo numero si risale al dosatore utilizzato per riempire il pacchetto."

  • "nel caso del latte UHT (a lunga conservazione), il numero, se è presente (e non è scontato che lo sia) viene impresso dalla cartiera della Tetra Pak (azienda che fornisce i contenitori). Anche in questo caso è utile per garantire la rintracciabilità dei contenitori."
In pratica, come spiegato bene dal dottor Avanzi al Codacons, il numerino stampigliato sul retro della confezione fa riferimento al taglio della bobina utilizzata dalla Tetra Pack durante la produzione del contenitore, e non ha niente a che vedere quindi col numero di processi di pastorizzazione subiti. Questo procedimento è chiaramente illustrato nell'apposita pagina del sito dell'azienda, predisposta probabilmente allo scopo di contrastare la diffusione di questi tipi di messaggi.

In conclusione - penso che ormai sia chiaro - siamo di fronte a uno dei tanti messaggi fasulli che infestano la rete e che bisogna evitare di diffondere perché possono creare inutile allarmismo e preoccupazione. Preoccupazione dovuta, ancora una volta, alla dabbenaggine e leggerezza di molti utenti che, magari in buona fede, per carità, inoltrano ad amici e conoscenti qualsiasi cosa capiti loro nella casella di posta senza prendersi la briga di fare un minimo di verifica.

Altrettanto inutile, ovviamente, ripetere che l'e-mail in questione non va assolutamente inoltrata, e, anzi, se doveste averlo fatto, sarebbe buona cosa inviare due righe di spiegazione ai destinatari, magari linkando questo articolo.

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