mercoledì 25 luglio 2007

Siamo ancora capaci di dire "grazie"?

Domenica scorsa, due bambini che stavano per annegare nel tratto di mare di fronte alla spiaggia di Jesolo vengono salvati da due uomini, un bosniaco e un marocchino. Il marocchino riesce a vincere la resistenza della corrente e si salva, grazie anche all'aiuto di alcuni bagnanti. Il muratore bosniaco no, non ce la fa e viene trascinato sotto dalla corrente.

I genitori - almeno stando a quanto riportato dalle varie testate giornalistiche - non si dilungano in ringraziamenti (lì vicino c'erano i parenti del muratore in preda alla disperazione) ma si allontanano tra l'indignazione dei bagnanti. Il padre dei due bimbi, il giorno dopo, precisa - per tentare di giustificare il gesto di fronte alle critiche mosse dagli altri bagnanti - al sindaco di Roncade (Treviso), luogo in cui la famiglia abita, di non essersi immediatamente allontanato dalla spiaggia ma di aver atteso circa un'ora.

Ha atteso un'ora. Eh, certo, che cavolo, uno ti salva due figli: un'oretta per vedere se per caso riemerge si può anche perdere. E non è da dire che fosse tardi, visto che il fatto è successo intorno a mezzogiorno, come riportato dalle agenzie. Ora, io capisco, ed è noto - inutile fare gli ipocriti e negarlo - che bosniaci e marocchini non siano due delle etnie più amate da tutti, specialmente in certe zone d'Italia, ma mi sembra che la famiglia in questione non esca a testa alta da questa storia. Mi pare che anzi abbia dato ampia dimostrazione di una bassezza e di una grettezza d'animo che va al di là di qualsiasi considerazione su razzismo, etica, morale: l'incapacità di esternare un sentimento, la gratitudine, che in certe circostanze dovrebbe essere umanamente istintivo, immediato, naturale.

Di fronte a certi fatti, se sono effettivamente andati come riportato dalle agenzie di stampa, mi vergogno di essere italiano. Mi dispiace dirlo ma è così. Se fossi stato uno qualsiasi degli altri bagnanti presenti sulla spiaggia mi sarei sotterrato di fronte a una scena simile. Qui non si tratta di uno che trova per terra il tuo portafoglio con dentro mille euro e te lo riporta (nel qual caso può darsi che sarebbero stati anche più prodighi di ringraziamenti), ma di uno che ti ha riportato una cosa dal valore inestimabile rimettendoci la vita.

E ho paura che se invece dei due stranieri lo stesso gesto l'avessero fatto due carabinieri, due poliziotti, o che so, due finanzieri, l'atteggiamento dei due genitori non sarebbe cambiato perché, come dicevo prima, l'incapacità di esprimere gratitudine non guarda in faccia a nessuno.

Nessun commento:

Anarchici in famiglia

A volte invidio la vita "anarchica" di Francesca, mia figlia minore, anche se spesso non concordo con le sue scelte. Anarchica nel...