Ho spesso lasciato a metà e cestinato i miei racconti, quando li scrivevo, perché a volte, rileggendoli, li trovavo brutti, sconclusionati, infantili, privi di mordente, e adesso scopro che le stesse impressioni le provo leggendo alcuni racconti di Buzzati.
Intendiamoci, non mi paragono certo a lui, non intendo ridicolizzarmi, solo mi rendo conto che a volte, forse, sono stato troppo severo nei confronti delle mie, pur limitate, velleità narrative.
venerdì 27 novembre 2020
L'uccisione del drago
Ho appena terminato L'uccisione del drago, uno dei racconti di Dino Buzzati contenuti nel libro Sessanta racconti (ogni tanto, tra la fine di un libro e l'inizio del successivo, mi distraggo un po' leggendo altro).
Il racconto in questione l'ho trovato brutto, scadente: privo di mordente, infantile, sconclusionato, e poi quel finale tronco che praticamente è un non-finale.
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Be' è un racconto che si presta a mille interpretazioni, carico di simbolismi, io per esempio c'ho visto anche una forma di bullismo tra le righe, se ci mettiamo al posto del mostro qualcuno o qualcosa che riteniamo inferiore. Poi, naturalmente i giudizi sono sempre soggettivi...
RispondiEliminaPiù che bullismo, io ci ho visto crudeltà mista a sadismo senza simbolismi, ma è più che normale che ognuno ci veda del proprio.
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