lunedì 7 settembre 2020

Scriviamo e leggiamo di più?

Ogni tanto - lo so, sembra difficile da credere - anche sul Giornale di zio Tibia compaiono articoli che potrebbero sembrare degni di tale nome. Tipo questo di Francesco Alberoni, nel quale il noto sociologo mette assieme un po' di ovvietà alle quali, però, forse non tutti pensano; nel caso esaminato da Alberoni, il fatto che oggi si legge e si scrive come mai è successo in tutte le epoche precedenti.

Detta così, la cosa apre il cuore. Il problema è che non si tratta di lettura e scrittura intesi nell'accezione più nobile dei termini, ma in quella più scadente: si leggono e si scrivono miliardi di sgrammaticati messaggi su whatsapp o cinguettii su Twitter. Se quel leggere e scrivere come mai si è fatto in passato fosse infatti riferito alla lettura di libri e alla scrittura di testi anche solo mediamente articolati e corretti, probabilmente il baratro culturale in cui galleggia il nostro paese non sarebbe così profondo e Salvini dovrebbe trovarsi un lavoro.

E invece no. D'altra parte l'Ocse aveva già messo nero su bianco nel 2016 che l'Italia è agli ultimi posti in Europa per la comprensione di un testo scritto, ed è altrettanto risaputo che qui da noi i libri non li legge più nessuno. Siccome è noto che le nazioni progrediscono a partire dal loro livello culturale, non deve poi stupire che siamo messi come siamo messi.

Però scriviamo miliardi di messaggi sgrammaticati su whatsapp. Magari può essere una consolazione, sotto qualche punto di vista.

6 commenti:

Maurizio Antonelli ha detto...

Gli utenti negli ultimi anni stanno scoprendo i messaggi vocali. Si scriverà sempre meno. :/
Me ne arrivano alcuni per dirmi cose che potrebbero essere dette scrivendo 10 parole. Lo considero lo strumento dei pigri.

Andrea Sacchini ha detto...

Concordo, e devo confessare che pure io, spesso, cado in tentazione e cedo. Ma è noto che la mia pigrizia rasenta il patologico :-)

Maurizio Antonelli ha detto...

Per me, soprattutto quelli più lunghi di 40/50 secondi, sono un vero e proprio sequestro di persona. Ne ho ricevuti alcuni anche di 8/9 minuti.

Dò loro una priorità bassissima; e in genere li ascolto solo a fine giornata, lasciando in lunga attesa chi me li ha inviati.


Inoltre, da programmatore di basso livello, ragiono così: una cosa che posso fare con 50 byte, non la faccio con 100/200 KiloByte.


E poi, se proprio devi farmi un discorso lungo, diciamo da 2 minuti in poi, mettiamoci d'accordo e fammelo a voce o, ancora meglio, di persona.


Insomma, se non si è capito, non ne vedo nemmeno l'utilità.
Se una cosa non è urgente si usa una comunicazione asincrona (e-mail, SMS, messaggi WhatsApp, ecc.); testi che appena ho un attimo libero, leggerò e a cui darò risposta. Se una cosa è urgente e/o ha bisogno di una risposta immediata, chiamatemi e ditemi a voce.

Maurizio Antonelli ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Maurizio Antonelli ha detto...

PS: Per chi odia la tastiera virtuale dei cellulari, WhatsApp Web o WhatApp App sono proprio quello che serve per rendere WhatsApp una strumento di comunicazione completo. (y)

Andrea Sacchini ha detto...

Mi è capitato di usare WhatsApp Web, ma ormai al pc ci sto poco. Pure la stragrande maggioranza dei post del mio blog li scrivo da cell tramite l'apposita app di Blogger.

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