sabato 21 dicembre 2019

L'isola del giorno prima


Confesso di avere avuto più volte la tentazione di abbandonarlo per strada, questo libro, fondamentalmente per due motivi. Il primo è, e chi conosce Eco lo sa, l'ampio uso di una terminologia ricercata, arcaica, ostica, che se non si ha nel cassetto una laurea in lettere o comunque una grande confidenza con la lingua italiana, obbliga a leggerlo tenendo accanto un dizionario. Poi, certo, il significato di molti termini si desume dal contesto sintattico in cui sono inseriti, ma è comunque indubbio che il lettore medio, quale è lo scrivente, trovi qualche difficoltà. Il secondo motivo alla base della tentazione di abbandonarlo è la trama deboluccia e con ben poco mordente.

A fare da contraltare a tutto ciò, pagine e pagine in cui il professor Eco, dall'alto del suo monumentale bagaglio culturale, si inoltra in vicende storiche e geografiche interessantissime relative a ciò che accadeva nel 1600, secolo in cui è ambientato il romanzo. A queste si aggiungono lunghe elucubrazioni metafisiche, teologiche, psicologiche, spazio-temporali, ma anche pagine di pura poesia. Quando l'ho iniziato sapevo a cosa andavo incontro, perché di Eco ho letto in passato altri libri, e quindi l'ho affrontato con quello spirito "battagliero", diciamo così, con cui ho affrontato tutti gli altri. È un libro che consiglio? Dipende. Se si è lettori "agguerriti" e nei romanzi oltre alle delizie rilassanti offerte da un racconto si cerca anche un aspetto pedagogico-istruttivo, allora sì. Se si è esclusivamente lettori di Fabio Volo o della Rowling, forse è meglio restare su questi generi e lasciare stare Eco.

(A scanso di fraintendimenti, preciso che non ho nulla contro Volo o la Rowling, dal momento che l'anno scorso ho divorato tutti i libri della saga di Harry Potter e mi sono pure piaciuti. Ho usato questi riferimenti solo per rendere l'idea.)

4 commenti:

Sari ha detto...

Il libro che citi era fra quelli dei miei figli, lo cominciai ma lo abbandonai presto. Non faceva per me, a quel tempo, oggi chissà. Credo che certi libri vadano letti un poco alla volta, lasciati sul comodino e affrontati con pazienza.
Ciao.

Andrea Sacchini ha detto...

È una questione soggettiva. Eco è impegnativo, è fuor di dubbio, ed è probabile che se pure io l'avessi affrontato in gioventù l'avrei abbandonato subito. Oggi non mi dispiace.
Ciao Sari :)

Topina Suprema ha detto...

Umberto Eco fa parte di letture che uno deve fare come percorso personale.

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, anche, è una delle possibili chiavi di approccio.

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