Tra le tante mostruosità contenute nel Decreto (in)sicurezza, o Decreto Salvini che dir si voglia (qui i punti principali), c'è il raddoppio del tempo necessario per ottenere la cittadinanza italiana. Prima l'iter richiedeva almeno due anni, da ora saranno quattro, e tra i requisiti essenziali per ottenere l'agognato status ci sarà la conoscenza della lingua italiana. Leggendo qua e là, credo che, a occhio, un buon tre quarti dei milioni di seguaci di Salvini sui social non abbia diritto di avere la cittadinanza. Dettagli.
Nel frattempo, grazie alla stretta sugli Sprar e centri di accoglienza e integrazione vari, oltre all'abrogazione della protezione umanitaria, svariate centinaia di persone stanno già cominciando a essere buttate in strada. Così, come capita, senza soluzioni alternative, in pasto al niente, e chi si occupa di immigrazione ha già calcolato che i cinquecentomila immigrati irregolari già presenti sul territorio diventeranno a breve più di seicentomila. Un esercito di disperati in giro per le nostre città senza meta né prospettive. Come un simile scenario possa portare a una maggiore sicurezza collettiva è un mistero che solo Salvini e i suoi seguaci conoscono.
Stupisce, in tutto questo scempio, il silenzio dei grillini, se si esclude qualche uscita estemporanea, riconducibile a qualcosa che assomiglia a un barlume di intelligenza, di Roberto Fico, presidente della Camera. A parte questo, un silenzio imbarazzante, specialmente se si considera il livello delle proteste pentastellate quando Minniti faceva, coi suoi provvedimenti sull'immigrazione, un decimo dei disastri che sta facendo oggi Salvini.
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