sabato 29 dicembre 2018

La protezione di Bruzzese

Nella conferenza stampa post pane e Nutella, tenuta da Salvini nella prefettura di Pesaro all'indomani dell'omicidio mafioso in cui due sicari hanno ucciso il fratello di un collaboratore di giustizia, il felpato ha dichiarato (qui il video) che il defunto aveva fatto richiesta di uscire dal programma di protezione da due anni e mezzo e che "la procedura fosse in corso e che ci fosse un ragionamento economico su come chiudere la partita", come scrivono anche Huffingtonpost, Fatto e altri.

Stamattina, in un articolo (non ripreso da nessuno) di cronaca locale del Resto del Carlino, questo, sia la vedova che il fratello della vittima hanno dichiarato di non sapere alcunché dell'intenzione di Bruzzese di rinunciare al programma di protezione (protezione, vabbe') dello Stato. E non ne sa nulla neppure l'avvocato di famiglia, Giuseppe Tripepi di Reggio Calabria, il quale ha dichiarato ai giornalisti: "Ho ascoltato e letto le parole del ministro Salvini che svelava questo fatto e sono rimasto sorpreso di questa richiesta di revoca della protezione. I Bruzzese non me ne avevano mai parlato né ho preparato atti o pratiche da inviare agli uffici competenti del ministero degli Interni per avviare l’iter. In ipotesi, la stessa persona può prendere l’iniziativa ma occorrono i nulla osta della procura competente per la cosiddetta capitalizzazione, il calcolo della liquidazione che non è mai semplice. Sono sorpreso, anche perché non credo che Marcello avesse un lavoro".

Giova aggiungere che nel caso di Bruzzese la protezione dello Stato era limitata alla concessione di un appartamento e a uno stipendio di duemila euro al mese, col quale il fratello del collaboratore di giustizia manteneva a Pesaro se stesso, la moglie e tre figli. Dal momento che, come scrivono Carlino e Huffingtonpost, e come del resto riconosce lo stesso avvocato di famiglia, Bruzzese non ha mai lavorato stabilmente, viene effettivamente difficile pensare che abbia chiesto la revoca della protezione e relativi benefici economici.

Magari, chissà, tra un selfie con la mucca Carolina e un piatto di spaghetti col ragù pronto Star, il gaudente Ministro dell'interno troverà cinque minuti di tempo per spiegare come ha avuto la notizia.

2 commenti:

Sbronzo di Riace ha detto...

e qui al netto di Salvini ci si domanda che razza di protezione sarebbe questa che lo stato offre

forse sono abituato ai film americani dove la protezione testimoni e simili opera cambiando identità eccetera eccetera

se poi la situazione italiana è questa

https://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2016/05/06/news/le_vite_devastate_dei_testimoni_di_giustizia-136070070/

Andrea Sacchini ha detto...

La protezione per i collaboratori di giustizia prevede una serie di misure piuttosto rigide ed efficaci, prova ne è il fatto che il fratello del defunto è ancora vivo. Per i familiari, invece, è più blanda. Che piaccia o no, così è la legge, tra l'altro perfezionata sotto il precedente esecutivo, come spiega dettagliatamente Malvino in auesto post.
E qui, effettivamente, a Salvini non si può imputare alcunché.

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