venerdì 21 dicembre 2018

Sotto scorta

I tempi cambiano. Fino ad oggi magistrati, giornalisti, scrittori, collaboratori di giustizia venivano messi sotto scorta perché minacciati da mafia, criminilità organizzata ecc. Da oggi un giudice può essere messo sotto scorta a causa di una sentenza che non piace al ministro dell'Interno.

A dire il vero, ciò che è accaduto al giudice di Lucca ha dei precedenti. Come dimenticare, ad esempio, sotto i regimi di Berlusconi, il caso Mesiano, oppure il caso Esposito o il vergognoso caso Boffo? E solo per citare i più noti.

La differenza tra quanto accadeva allora e quanto accade oggi è che all'epoca Berlusconi usava "bastonare" i suoi nemici utilizzando i suoi giornali e le sue televisioni, oggi Salvini lo fa dandoli in pasto ai milioni di suoi seguaci sui social.

In un paese normale, un ministro che non avesse capacità intellettive di uno scolaro delle elementari e senso istituzionale pari a quello di un cinghiale in un bosco, avrebbe prima aspettato le motivazioni della sentenza, in cui il giudice spiega esaustivamente ed articolatamente i motivi che l'hanno portato a emettere quella sentenza, e poi avrebbe pacatamente espresso le sue legittime critiche ed obiezioni.

Ma non siamo più quel tipo di paese, da molto tempo ormai, e non abbiamo nemmeno più ministri degni di essere definiti tali.

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