martedì 4 dicembre 2018

Il taglio delle promesse

Alla fine è andata esattamente come molti avevano previsto che andasse: il grosso delle promesse sbandierate in campagna elettorale è rimasto tale. Nella bozza quasi definitiva della manovra finanziaria, infatti, mancano le misure simbolo dei due principali azionisti di governo: reddito di cittadinanza e quota cento. Di entrambi si riparlerà l'anno venturo, addirittura dopo le Europee, preconizzano i bene informati.

E pure il famoso/famigerato 2,4%, la famosa linea del Piave sotto cui mai si sarebbe scesi, si è praticamente frantumato sbattendo contro il muro dell'UE e alla luce di una tardiva presa di coscienza del reale rischio di sfasciare completamene i conti pubblici. Tutto questo dopo mesi di sfrontati e bellicosi ritornelli, come: "Non arretreremo di un millimetro", "Stiamo facendo la rivoluzione", "Delle sanzioni dell'Europa ce ne freghiamo" e via di questo passo, senza dimenticare la patetica sceneggiata di settembre, sul balcone di palazzo Chigi, dove Di Maio e soci brindavano festanti sventolando un foglio di carta senza alcun valore su cui c'era scritto 2,4%.

Tutto finito. Dietrofront. La flat tax non è per ora niente di più che un misero sconto fiscale per un milione di partite IVA e probabilmente non si andrà oltre a questo, mentre nell'ultima settimana sia Salvini che Di Maio hanno lasciato intendere che il famoso deficit al 2,4%, l'intoccabile linea del Piave, si può tranquillamente abbassare, rimangiandosi quanto promesso come un qualsiasi governo della prima o seconda repubblica e con la faccia più tosta di questo mondo.

Livelli di cialtronaggine simili è dai tempi dei governi di Berlusconi che non si vedevano.

5 commenti:

  1. Io potrei dire, Per fortuna che stanno facendo, forse, gli arrendevoli. Anche se forse ormai siamo entrati in una fase di crisi molto pericolosa

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  2. Io ti consiglio cautela. Perché se tu parli di cialtronaggine è evidente che ti riferisci a delle persone che sono cialtrone o che fanno cavolate. In Italia ciò non è permesso ed è reato penale come puoi leggere qui

    https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-secondo/titolo-ii/capo-ii/art342.html

    raccomando cautela e - se possibile - evitare di criticare organi politici, leggi, decreti, membri del governo, senatori, deputati e ogni politico di ogni livello. Evitare quindi ogni riferimento alla politica o alla vita pubblica. Altrove in Europa si può da noi no.

    buona giornata

    Giovanni S. (condannato per aver detto nella pubblica piazza che la politica fa schifo)

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    1. Se dovessero avere noie tutti quelli che definiscono cialtroni questi qua, credo che avremmo un paio di decine di milioni di procedimenti giudiziari da aprire. In ogni caso, "cialtrone" qui va inteso come critica, non come offesa, e non mi risulta che il diritto di critica sia perseguibile per via giudiziaria.
      Almeno non ancora.

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  3. (Andrea mi ha preceduto: stavo per muovere la stessa critica. Lascia il browser lì e vai a far altro e ti fregano sul tempo! :D )
    @Giovanni S.
    C'è qualcosa come quaranta milioni di italiani che definiscono cialtroni questa marmaglia, e lo fanno in pubblico. Ci arrestino tutti, se ne hanno il coraggio!

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  4. La Mussolini ha segnalato alla polizia tutti coloro (e non sono pochi) che hanno definito dittatore il nonno che - mi risulta - sia stato dittatore.
    Se qualche giudice dovesse dargli retta sarebbe la fine dello Stato di diritto.

    Giovanni S.

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