venerdì 19 febbraio 2010

Li ha chiamati "i birbantelli"

Domandina semplice semplice: in campagna elettorale sono giustificate le balle? Diciamo di sì; in fondo non è una novità che tutto ciò che viene promesso in questi periodi diventa di solito lettera morta già il giorno dopo. Eppure ci dev'essere un limite, un ritegno, un paletto oltrepassato il quale la propaganda diventa una presa in giro alla luce del sole (o quasi).

Ieri il premier, in perfetta sintonia col clima pre-elettorale, anche se sotto questo punto di vista lui è come se fosse in campagna elettorale permanente, si è lanciato in una serie di dichiarazioni che come al solito vanno prese per quello che sono, ma che comunque provocano una certa irritazione in quelli che non abitano stabilmente sopra il pero e sanno un po' come stanno le cose. Ve ne riporto un po', così, giusto per far capire il livello a cui si giungerà progressivamente man mano che la campagna elettorale avanza. Perché ho paura che nell'immediato futuro ne sentiremo di ben peggiori.

"Non credo ci siano dubbi sul fatto che chi sbaglia e commette dei reati non possa pretendere di restare in nessun movimento politico". Ora, mi rendo conto che può risultare noioso tirare fuori sempre la solita vecchia tabella, ma Berlusconi sa che, lasciando da parte gl'indagati e quelli appartenenti ad altri partiti, nei vari movimenti della galassia Pdl ci sono 14 parlamentari con una condanna definitiva sul groppone? Ci sarà mai un giornalista o presunto tale che in una qualsiasi conferenza stampa gli farà notare questa cosa? No, perché c'è seriamente il rischio che alla fine se ne dimentichi pure lui. "Noi abbiamo deciso che le persone che sono sottoposte a indagini o processi in via di principio non debbano venire ricomprese nelle liste elettorali, ma anche che se ci sono dei dubbi sulla loro colpevolezza sarà l'Ufficio di presidenza a decidere caso per caso". Bello, bellissimo; peccato che tra "le persone sottoposte a indagini o processi" ci sia lui stesso, il quale è sotto processo per il caso Mills (corruzione in atti giudiziari) e si appresta a esserlo per la vicenda dei presunti diritti Mediaset gonfiati - i pm hanno notificato la chiusura delle indagini alla fine di gennaio. Chissà a chi si riferiva, quindi, il presidente. Evidentemente a tutti tranne che a se stesso. Sarebbe poi interessante far notare, sempre a proposito della categoria menzionata, che in parlamento, tra le file del Pdl, c'è il senatore Marcello Dell'Utri, sotto processo a Palermo e con già sul groppone una condanna a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Siamo sempre in attesa del famoso giornalista che lo faccia notare a Berlusconi, nel caso, anche qui, si fosse scordato. Ma cambiamo argomento.

"Non c'è nessun ritorno di Tangentopoli" [...] "tutti i partiti hanno il finanziamento pubblico" [...] "si tratta di 'fatti personali che rientrano nelle statistiche' che dimostrano come su 100 persone possono esserci '1, 2, 3, 4 o 5 individui che possono essere dei birbantelli o dei birbanti che approfittano della loro posizione per interesse personale'". Bellissima anche questa, soprattutto se si tiene conto che i 3 o 4 "birbantelli" citati dal premier sono in realtà molti di più. Se infatti avesse letto i giornali, l'altro ieri (li ha letti, li ha letti...), si sarebbe accorto che hanno tutti aperto con la relazione annuale della Corte dei Conti, la quale ha parlato della corruzione nel nostro paese come di vero e proprio cancro, aumentato del 229% nell'ultimo anno; e che pesa come tassa occulta sul sistema Italia per qualcosa come 60 miliardi di euro l'anno. Questo naturalmente nella realtà; nel paese incantato e fiabesco del cavaliere, costellato di balle per anestetizzare ulteriormente l'opinione pubblica in vista delle prossime regionali, ecco che invece il cancro di cui parla l'alta magistratura contabile si trasforma come per magia in un innocuo gruppetto di 3 o 4 "birbantelli". E' bellissimo... Passiamo a un altro capitolo: le famosissime intercettazioni telefoniche.

"'È una indecenza', ha detto il premier, spiegando che certe frasi, estrapolate dal contesto e scritte senza che si capisca il tono con cui sono state pronunciate 'danno un'idea completamente diversa' dall'intenzione originale". Eh, certo, è un'indecenza. Quando infatti si sentono, la notte del 6 aprile, i due imprenditori che se la ridono pensando ai grassi affari che si prospettano mentre le gente muore sotto il terremoto è proprio un'indecenza. E non c'entra niente, qui, l'estrapolazione o meno dal contesto: si capisce benissimo il senso, ovviamente per chi lo vuole capire. Ma il bello viene adesso.

"Il presidente del Consiglio ha anche anticipato che il governo è pronto ad inasprire le pene per i reati di corruzione. 'Ho in animo di presentare un provvedimento addirittura nel prossimo Cdm - ha detto Berlusconi - Sto lavorando a un inasprimento'". A parte la barzelletta di uno che pur essendo sotto processo per corruzione ne annuncia un inasprimento della pena, ma come si fa a dire queste cose, tra l'altro senza scendere in alcun dettaglio, quando nel contempo si annuncia il ritorno al famoso ddl sulle intercettazioni? Cioè, da una parte si dice che si farà lotta serrata alla corruzione e dall'altra si annuncia una stretta su uno dei principali mezzi per scoprirla. Giova ricordare a questo proposito che il porcaio che sta venendo fuori nell'inchiesta sulla Protezione Civile è stato scoperto con le intercettazioni, e allo stesso modo, solo per fare un altro esempio, lo scandalo della clinica Santa Rita a Milano, quello dove i medici menomavano inutilmente i pazienti per avere i rimborsi dalla regione. Senza le intercettazioni telefoniche a quest'ora i cannibali di Milano sarebbero ancora lì a straziare inutilmente persone convinte di essere affette da patologie inesistenti; i vari Anemone e soci sarebbero ancora lì a lucrare sugli appalti del G8, e si potrebbe continuare con tantissimi altri esempi.

Ma cosa ci viene a raccontare questo qui? Ah già, dimenticavo, la campagna elettorale...

2 commenti:

  1. mi piacerebbe sapere che cosa sarebbe accaduto se questo schifo fosse successo negli Usa o in altri Paese d'Europa.

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  2. Non lo sapremo mai. In quei posti lì queste cose non succedono.

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