Ricordate Carlo Taormina? E' quel signore (foto), che a me per la verità è sempre stato piuttosto antipatico, che è diventato noto per essere stato l'avvocato difensore della Franzoni. Un po' meno conosciuta la sua attività come avvocato del premier - ha contribuito in questa veste a scrivere molte delle leggi che gli sono servite -, almeno fino a quando se n'è andato mollando tutto e tutti.
L'ex avvocato ha rilasciato un'intervista a Gilioli in cui narra un po' come funzionava il sistema delle leggi ad personam. Ve la riporto qui sotto: mi pare che sia piuttosto istruttiva.
Avvocato, qual è il suo parere sulle due norme che il premier sta facendo passare in questi giorni, il processo breve e il legittimo impedimento?
«La correggo: le norme che gli servono per completare il suo disegno sono tre. Lei ha dimenticato il Lodo Alfano Bis, da approvare come legge costituzionale, che è fondamentale».
Mi spieghi meglio.
«Iniziamo dal processo breve: si tratta solo di un ballon d’essai, di una minaccia che Berlusconi usa per ottenere il legittimo impedimento. Il processo breve è stato approvato al Senato ma scommetterei che alla Camera non lo calendarizzeranno neanche, insomma finirà in un cassetto».
E perché?
«Perché il processo breve gli serve solo per alzare il prezzo della trattativa. A un certo punto rinuncerà al processo breve per avere in cambio il legittimo impedimento, cioè la possibilità di non presentarsi alle udienze dei suoi processi e di ottenere continui rinvii. Guardi, la trattativa è già in corso e l’Udc, ad esempio, ha detto che se lui rinuncia al processo breve, vota a favore del legittimo impedimentoı».
E poi che succede? Che c’entra il Lodo Alfano bis?
«Vede, la legge sul legittimo impedimento è palesemente incostituzionale, e quindi la Consulta la boccerà. Però intanto resterà in vigore per almeno un anno e mezzo: appunto fino alla bocciatura della Corte Costituzionale. E Berlusconi nel frattempo farà passare il Lodo Alfano bis, come legge costituzionale, quindi intoccabile dalla Consulta».
Mi faccia capire: Berlusconi sta facendo una legge – il legittimo impedimento -che già sa essere incostituzionale?
«Esatto. Non può essere costituzionale una legge in cui il presupposto dell’impedimento è una carica, in questo caso quella di presidente del consiglio. Non esiste proprio. L’impedimento per cui si può rinviare un’udienza è un impegno di quel giorno o di quei giorni, non una carica. Ad esempio, quando io avevo incarichi di governo, molte udienze a cui dovevo partecipare si facevano di sabato, che problema c’è? E si possono tenere udienze anche di domenica. Chiunque, quale che sia la sua carica, ha almeno un pomeriggio libero a settimana. Invece di andare a vedere il Milan, Berlusconi potrebbe andare alle sue udienze. E poi, seguendo la logica di questa legge, la pratica di ottenere rinvii potrebbe estendersi quasi all’infinito. Perché mai un sindaco, ad esempio, dovrebbe accettare di essere processato? Forse che per la sua città i suoi impegni istituzionali sono meno importanti? E così via. Insomma questa legge non sta in piedi, è destinata a una bocciatura alla Consulta. E Berlusconi lo sa, ma intanto la fa passare e la usa per un po’ di tempo, fino a che appunto non passa il Lodo Alfano bis, con cui si sistema definitivamente».
Come fa a esserne così certo?
«Ho lavorato per anni per Berlusconi, conosco le sue strategie. Quando ero il suo consulente legale e mi chiedeva di scrivergli delle leggi che lo proteggessero dai magistrati, non faceva certo mistero del loro scopo ad personam. E io gliele scrivevo anche meglio di quanto facciano adesso Ghedini e Pecorella».
Tipo?
«Quella sulla legittima suspicione, mi pare fossimo nel 2002. Gli serviva per spostare i suoi processi da Milano a Roma. Lui ce la chiese apertamente e noi, fedeli esecutori della volontà del principe, ci siamo messi a scriverla. E abbiamo anche fatto un bel lavoretto, devo dire: sembrava tutto a posto. Poi una sera di fine ottobre, verso le 11, arrivò una telefonata di Ciampi».
Che all’epoca era Presidente della Repubblica.
«Esatto. E Ciampi chiese una modifica».
Quindi?
«Quindi io dissi a Berlusconi che con quella modifica non sarebbe servita più a niente. Lui ci pensò un po’ e poi rispose: “Intanto facciamola così, poi si vede”. Avevo ragione io: infatti la legge passò con quelle modifiche e non gli servì a niente».
Pentito?
«Guardi, la mia esperienza al Parlamento e al governo è stata interessantissima, direi quasi dal punto di vista scientifico. Ma molte cose che ho fatto in quel periodo non le rifarei più. Non ho imbarazzo a dire che ho vissuto una crisi morale, culminata quando ho visto come si stava strutturando l’entourage più ristretto del Cavaliere.
A chi si riferisce?
«A Cicchitto, a Bondi, a Denis Verdini, ma anche a Ghedini e Pecorella. Personaggi che hanno preso il sopravvento e che condizionano pesantemente il premier. E l’hanno portato a marginalizzare – a far fuori politicamente – persone come Martino, Pisanu e Pera. E adesso stanno lavorando su Schifani».
Prego?
«Sì, il prossimo che faranno fuori è Schifani. Al termine della legislatura farà la fine di Pera e Pisanu».
Ma mancano ancora tre anni e mezzo alla fine della legislatura…
«Non credo proprio. Penso che appena sistemate le sue questioni personali, diciamo nel 2011, Berlusconi andrà alle elezioni anticipate».
E perché?
«Perché gli conviene farlo finché l’opposizione è così debole, se non inesistente. Così vince un’altra volta e può aspettare serenamente che scada il mandato di Napolitano, fra tre anni, e prendere il suo posto».
Aiuto: mi sta dicendo che avremo Berlusconi fino al 2020?
«E’ quello a cui punta. E in assenza di un’opposizione forte può arrivarci tranquillamente. L’unica variabile che può intralciare questo disegno, più che il Pd, mi pare che sia il centro, cioè il lavorio tra Casini e Rutelli. Ma se questo lavorio funzionerà o no, lo vedremo solo dopo le regionali».
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speriamo che si sbagli (sulle previsioni), sennò stiamo davvero messi male... :-(
RispondiEliminaE' lo stesso pensiero che ho avuto io. L'idea di avere Berlusconi tra le scatole fino al 2020 è allarmante...
RispondiEliminaPerò! Alla faccia del cappero!
RispondiEliminaAmmesso (e non concesso) che sia verità (anche pro domo sua, per carità), si squarcia un velo quasi definitivo sulla situazione del premier.
E, sempre ammettendo che sia vero, confermerebbe una mia tesi, ovvero che il generale decide, ma i colonnelli muovono le pedine come meglio aggrada loro.
Grazie per questo post. Saluti.
BigFab.
Mi pare piuttosto improbabile che l'intervista sia un falso. Gilioli, oltre ad essere noto giornalista dell'Espresso, è anche uno dei blogger più letti nel nostro paese. Taormina avrebbe già fatto un discreto casino se l'intervista, il giornalista, se la fosse inventata di sana pianta.
RispondiEliminaconfermerebbe una mia tesi, ovvero che il generale decide, ma i colonnelli muovono le pedine come meglio aggrada loro
Non è una tesi, è la realtà. D'altra parte in base a quali criteri pensi siano stati scelti i parlamentari, visto che alle elezioni le liste sono bloccate e noi non li possiamo votare? La fedeltà (al premier).
Ciao.
No, hai travisato il mio commento, o io non sono stato sufficientemente chiaro.
RispondiEliminaIl fatto che sia verità o meno non è riferito a Gilioli ma ha Taormina: chi ci assicura che quello che afferma Taormina sia vero? Nessuno, non ci sono prove, il dubbio è legittimo e, come sempre sui fatti politici, doveroso.
Ed anche nella seconda parte evidentemente non sono stato chiaro: la fedeltà, come dici tu, è il punto di partenza, dopo vengono i personalismi (ed i giochetti interni) e spesso (penso soprattutto a Bondi), i sottoposti sono più "realisti del re" (pessima espressione che spero renda meglio il senso del mio commento).
Saluti.
Sì, scusami, ho inteso male io. Diciamo che a mia parziale discolpa c'è l'ora in cui ho commentato... :-)
RispondiEliminaE' vero, ho visto adesso, stavi per andare al lavoro!
RispondiEliminaNessun problema, anzi ribadisco il grazie per questo interessante post!
Saluti! :)