mercoledì 3 febbraio 2010

Giornatina niente male, ieri

Questo articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Sono successe parecchie cose interessanti, ieri, e siccome non posso scrivere un post articolato per oguna di queste, ne racchiudo due o tre qui di seguito cercando di condensare il tutto senza scadere eccessivamente nella superficialità.

Berlusconi è andato a farsi una tre giorni in medio oriente, Gerusalemme e dintorni. Ovviamente, già prima di partire, nel rilasciare un'intervista all'Haaretz ha tirato fuori indovinate cosa? Massì, l'eterna persecuzione della stampa e dei giudici nei suoi confronti. Pensate a quelli là cosa gliene può fregare di tutto questo. Oltretutto Berlusconi è andato a lamentarsi dei suoi problemi con la giustizia in un paese, Israele appunto, il cui premier neanche due anni fa si è dimesso dopo un'accusa da parte della polizia di aver preso illecitamente soldi dal suo partito. E lo sapete cos'ha detto in televisione mentre annunciava le dimissioni? "Fiero di essere il Primo ministro di un Paese che mette sotto inchiesta il suo capo del Governo". Avete capito bene, vero? Ecco, Berlusconi, al cui confronto Olmert era un angioletto, è andato là a lamentarsi.

Bellissima anche l'uscita: "Israele nell'Unione Europea", pronunciata in pompa magna dopo essersi messo la kippah, il copricapo che gli ebrei mettono nelle occasioni pubbliche. Ovviamente si tratta di propaganda; pensate infatti come potrebbe essere contenta l'Europa di annoverare tra i suoi membri uno stato che ne occupa arbitrariamente un altro da 45 anni. Senza contare poi che, nel caso, Israele dovrebbe mettere in condivisione con tutti gli altri paesi membri i suoi segreti militari. E pensate veramente che chi dispone di uno degli eserciti tra i più attrezzati ed efficienti del mondo sia disposto a fare questo? Sarà mica tutta fuffa, magari per coprire il business dell'Italia con l'Iran, la Libia e compagnia bella? Mah...

Nel frattempo, mentre Berlusconi se ne va tranquillamente a raccontare balle a quelli là, qui i suoi scagnozzi ministri non se ne stanno certo con le mani in mano. Ieri, alla Camera, ha fatto il suo ingresso il famoso legittimo impedimento, legge facente parte della triade - le altre sul tappeto sono processo breve e immunità parlamentare - che deve assolutamente salvarlo dai processi Mills e diritti Mediaset (il primo prossimo a sentenza definitiva per Mills). Solita, inutile, bagarre in aula. Pd e Idv sbraitano e fanno le barricate ma tanto il provvedimento alla fine passerà, consentendo a Berlusconi di poter accampare qualsiasi scusa, fosse pure quella di dover andare al bagno, per non presentarsi alle udienze. Senza ovviamente che i giudici possano fiatare. Insomma, l'ennesima legge fatta in parlamento, dove si presume si facciano provvedimenti a favore di tutti gli italiani, sarà a beneficio esclusivo del singolo (il solito), e quei quattro cani scalcinati che proveranno a protestare saranno automaticamente bollati come sovversivi, terroristi, anti-italiani, ecc... Solito copione visto e rivisto.

Sempre ieri, poi, per la serie "ministri che lavorano per me mentre io vado a spasso", ha fatto capolino un'altra bella trovata a firma del senatore Valentino: una bella legge anti-pentiti, un provvedimento (dettagli qui) che di fatto, dovesse mai diventare legge, taglierà le gambe alla stragrande maggioranza dei processi per mafia attualmente in svolgimento nel nostro paese, in quanto renderà carta straccia le dichiarazioni dei pentiti. Alfano ha vigorosamente smentito che si si stia per discutere di ciò, ma - sarà un caso? - la sua smentita è arrivata dopo che Repubblica ha pubblicato lo scoop. Non è chiaro se si tratti di un'altra legge ad personam, certo è che la coincidenza con le dichiarazioni di Ciancimino (Milano2 e rapporti Dell'Utri-Provenzano) di questi giorni e il fatto che già all'indomani delle dichiarazioni di Spatuzza e soci il governo pensasse di neutralizzare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, fa pensare. Vedremo...

Nel frattempo, mentre alla Camera si discuteva di legittimo impedimento, fuori protestavano i lavoratori dell'Alcoa di Portovesme e Fusina, per chiedere che non vengano chiusi gli stabilimenti e messi per strada 2000 lavoratori. Oggi invece sciopereranno quelli della Fiat per chiedere che non venga chiuso lo stabilimento di Termini Imerese. Anche il papa, domenica scorsa, è riuscito a trovare il tempo per lanciare un disperato appello contro la chiusura di queste due importantissime realtà produttive; da parte del governo invece non c'è fretta. Prima il legittimo impedimento.


Aggiornamento 14,00.


Pare che Maroni, piuttosto seccato, abbia bloccato con decisione questa ennesima porcata. Per adesso i mafiosi devono aspettare a stappare le bottiglie.

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