lunedì 1 febbraio 2010

Tony Blair e la guerra in Iraq

Tony Blair è stato in questi giorni ascoltato dalla commissione inglese che indaga sull'invasione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti e paesi alleati nel 2003. Voi sapete che il pretesto principale (e ufficiale) che giustificò all'epoca l'invasione e il conseguente disastroso conflitto che ne è seguito, trasformatosi adesso in guerra civile, fu il presunto possesso da parte di Saddam Hussein delle famose armi di distruzione di massa, quelle che non sono mai state trovate dagli ispettori USA inviati a più riprese in Iraq da Bush.

Oggi Blair non sembra fare menzione di queste fantomatiche armi. All'udienza davanti alla commissione si è infatti limitato a dire: "...la decisione che dovetti prendere era: data la storia di Saddam, dato il suo uso di armi chimiche, dato il milioni di morti che aveva già causato, dati i 10 anni di violazioni di risoluzioni Onu, possiamo prenderci il rischio di lasciare che quest'uomo ricostituisca i suoi programmi di armamenti o è un rischio che sarebbe irresponsabile prendersi?".

Forse era un rischio che si poteva correre. In primo luogo perché, come è ormai inconfutabilmente assodato, le famose armi di distruzione di massa non sono mai esistite, e in secondo luogo perché nel 2003 Blair fu protagonista di una gaffe piuttosto clamorosa della quale probabilmente pochi si ricordano. Siccome già all'epoca era chiaro che la teoria della presenza di queste armi non stava in piedi, si pensò di "bluffare", diciamo così. La storia è riportata da Apogeonline. Ecco il passaggio principale:

A febbraio 2003, il governo Blair ha pubblicato un documento riguardante l'occultamento delle armi di distruzione di massa da parte del regime iracheno, che fu poi citato da Colin Powell di fronte alle Nazioni Unite. Si è scoperto ben presto che il documento, lungi dall'essere stato generato dagli 007 inglesi tramite rocambolesche infiltrazioni, era stato scopiazzato dilettantescamente (errori di battitura compresi) da un vecchio documento di un ricercatore statunitense, Ibrahim al-Marashi, del Monterey Institute of International Studies.
La versione pubblicata sul Web era in formato Microsoft Word. Ora è stata rimossa, ma ne è conservata copia in vari siti, compreso quello dell'esperto di sicurezza Richard M. Smith. La pubblicazione in questo formato ha peggiorato ulteriormente la già magra figura, perché nascosti nel log delle revisioni del documento sono stati trovati i nomi di ben quattro collaboratori di Blair: Paul Hamill (funzionario del ministero degli esteri), John Pratt (funzionario di Downing Street), Alison Blackshaw (assistente personale dell'addetto stampa del primo ministro), e Murtaza Khan (vice addetto stampa di Tony Blair).

Ovviamente di questo particolare Blair non fa cenno. Ma forse, alla luce di quello che è costata la guerra in termini di vite umane perdute e di costi economici, vale la pena ricordarlo.

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