lunedì 9 febbraio 2009

Facebook vende i dati degli utenti?

A giudicare da quello che si legge in rete circa il successo del social network del momento, io dovrei essere uno degli ultimi internauti italiani rimasti che non ha un account su Facebook e che, almeno nell'immediato, non ha intenzione di attivarlo (nell'immagine qui a fianco il logo assieme al suo fondatore, Mark Zuckerberg).

Per carità, nessuna motivazione di tipo snobistico in questa mia scelta, solamente la prassi e la discriminante che seguo abitualmente quando devo decidere se abbracciare qualcosa di nuovo, che sostanzialmente si riassume in una semplice domanda: ne ho bisogno? No, per il momento non ne ho bisogno. Quello di cui ho bisogno è parlare di certe cose e di certi argomenti e per fare questo il blog va più che bene.

Ma allora - direte voi - perché questo post su Facebook? Perché c'è un'importante novità, che riguarda la privacy, che potrebbe potenzialmente riguardare tutti gli iscritti. La piattaforma conta attualmente qualcosa come 150 milioni di iscritti in tutto il globo (6 milioni solo nel nostro paese), ma il modello commerciale su cui si basa non sarebbe così solido e starebbe procurando qualche preoccupazione ai vertici dell'"azienda". In particolare, almeno stando a quanto ha scritto recentemente il Sole24Ore, i ricavi del 2008, che, va ricordato, derivano in parte dai banner pubblicitari che si trovano all'interno del sito e in parte dagli investitori, sono stati pari a "soli" 210 milioni di $ contro i 230 previsti, cifre praticamente insignificanti rispetto ai numeri che muove il social network e comunque largamente insufficienti a coprire le spese vive necessarie a gestire tale volume di traffico di utenti.

Da qui l'idea di mettere in vendita i dati degli utenti. A chi? Ovviamente ad aziende specializzate in ricerche di marketing, che hanno così la possibilità di mettere le mani su una mole pressoché sterminata di dati, di profili personali, di gusti, di inclinazioni, di preferenze e di eseguire, in base a questi, sondaggi precisi per verificare un po' l'interesse dei consumatori verso qualche nuovo prodotto. La notizia di questa svolta di Facebook sta facendo rapidamente il giro della rete anche all'estero (qui il Guardian e qui il Telegraph, ad esempio),

A dire il vero, tutta la questione della gestione della privacy da parte del social network aveva fin dall'inizio destato qualche perplessità. Leggo ad esempio sulla Wikipedia che fin da prima che uscisse questa novità, la società stessa faceva un uso piuttosto disinvolto di alcuni di questi dati (Fb si arroga tuttora ad esempio il diritto di cedere a società terze indirizzi e-mail e profili). E anche la clausola che consente al portale di diventare titolare a tutti gli effetti del materiale inserito (foto, testi, ecc...), con conseguente facoltà di cederli a terzi, dà un po' da pensare, anche se va precisato che l'utente ha comunque la facoltà, in base alla legge sul trattamento dei dati personali, di impedire tutto questo.

Comunque sia, speriamo che la trasformazione in corso da social network a social network/strumento di marketing, induca a una maggiore attenzione da parte degli utenti in merito ai dati personali dati in pasto al portale.

2 commenti:

  1. Allora siamo gli ultimi 2.... Non vedo la necessità se non quella della pura vanità di farsi vedere dagli altri: guarda ci sono qui anch'io... guradate tutti quanti 'amici' (se così si possono definire) ho. Mi sembra molto più onorevole (scusa lo slurp!!!) evidenziare le proprie idee come blogger (o come blogger-commentatore... come tendo a definirmi io.... anche se ammetto che sia un ripiego per non avere la tua lodevole costanza [ari slurp!!! tendo comunque ad essere uno sincero.... anche se smbra campanilismo la penso così])

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  2. Facebook e i blog sono due cose diverse così come diverse sono le rispettive funzioni, e quindi difficilmente paragonabili.

    Può darsi benissimo, come sottolinei tu, che per molti rappresenti solo una sorta di vetrina allestita per "vanità", ma lo scopo principale del portale è quello di permettere a persone che si sono perse di vista di ritrovarsi impostando determinati parametri di ricerca, tipo ad esempio la scuola frequentata, l'azienda in cui si è lavorato, la data di nascita e cose simili.

    Non ci vedo niente di male in tutto ciò e sostanzialmente, pur non utilizzandolo, non ho niente contro Facebook, ci mancherebbe. Il mio articolo ha solo la finalità di sensibilizzare un pochino gli utenti sull'utilizzo che il portale fa dei dati personali.

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