martedì 3 febbraio 2009

Eluana è arrivata a Udine

Si direbbe che la dolorosa - e per certi versi scandalosa - storia sia arrivata all'epilogo; anche se, visti i precedenti, la prudenza è quanto mai d'obbligo. Eluana è infatti arrivata alla clinica di Udine in cui verrà interrotta la sua non-vita (scusate, ma non mi sento di chiamare vita 17 anni passati in un letto in stato d'incoscienza)

Non mi dilungo più di tanto, anche perché su questa vicenda ho già scritto molto e forse adesso più che mai servirebbe un po' di silenzio.

Questo breve post solo per dire che a mio avviso questa storia ha rappresentato, forse più di altre, una sconfitta. In primo luogo per quello che comunemente chiamiamo "stato di diritto", visto le enormi difficoltà incontrate dai familiari per far valere il loro diritto a vedere applicata una sentenza definitiva che per lo stato italiano è (dovrebbe essere) legge.

In secondo luogo per la chiesa, che ancora non si è resa conto - le manifestazioni di protesta continuano tuttora - che esiste una cosa chiamata libero arbitrio, che va ben oltre quelle che possono essere le convinzioni morali o religiose delle gerarchie ecclesiastiche. Una chiesa ancora arroccata su posizioni totalmente anacronistiche, in virtù delle quali la vita non sarebbe nostra ma di Dio, che di fatto ci tolgono qualsiasi titolo a poter decidere autonomamente cosa farne.

Una sconfitta per la politica, capacissima a scannarsi e a perdere tempo e risorse (nostre) su qualunque cretinata ma incapace di sedersi seriamente a un tavolo per riuscire a mettere insieme una legge decente su questo benedetto testamento biologico.

E una sconfitta, purtroppo, anche per Eluana, in quanto il primo parametro che avrebbe dovuto fare da cardine a tutta la vicenda - la sua volontà - è stato sistematicamente e ignobilmente disatteso da tutti. Quei tutti che non hanno ancora capito che la vita umana non è né di Dio, né della chiesa, né dei giudici, ma solo di chi ogni giorno ne porta la croce e il peso.

2 commenti:

  1. Quei tutti che non hanno ancora capito che la vita umana non è né di Dio, né della chiesa, né dei giudici, ma solo di chi ogni giorno ne porta la croce e il peso.

    L'affermazione secondo cui "la vita è un dono di Dio", tipica della nostra religione, è destituita di validità scientifica e razionale, in quanto indimostrabile. In altri termini, ritenere che la vita sia dono di Dio e quindi solo a lui appartenga è un atto di fede, ossia irrazionale e quindi non oggettivo.

    Sicuramente ciò non significa però che un Dio qualsiasi non esista: significa solo che non abbiamo alcuna prova dell'esistenza di quel Dio di cui ci parlano.
    Oltretutto è terribile l'idea di un Dio così cattivo e sadico da pretendere che una ragazza come Eluana continui a vegetare in quel modo, perché lui le ha donato la "vita". La religione, a volte, ci rimanda un'idea di Dio sconcertante e spaventosa.

    Da persona razionale ritengo che si possa anche credere all'esistenza di un Dio senza farsi coinvolgere in superstizioni prive di fondamento e palesemente contraddittorie: da un lato ci presentano l'immagine di un Dio infinitamente misericordioso e buono, dall'altro quella di un sadico che punisce severamente chi trasgredisce le sue presunte leggi. Basta questo per farci comprendere i limiti delle religioni e delle loro visioni del divino.

    Al posto di Eluana, vorrei morire e vorrei che mi aiutassero a morire senza soffrire, perché la mia vita è soltanto mia, non di un Dio forgiato dalle superstizioni.

    Saluti

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  2. Qui si entra - come d'altra parte è logico che sia - nel campo delle convinzioni personali. Io sono fermamente convinto che Dio (o comunque sia una qualsiasi forma di entità superiore) non esista, ma non per questo ho qualcosa da ridire nei confronti di chi pensa, o anche solo teorizza, il contrario.

    Ce l'ho e molto, invece, contro le palesi contraddizioni ìnsite in certi modi di approcciarsi alla religione, la quale, per sua natura, dovrebbe essere sensibilità, spiritualità. Invece l'uomo ha sempre bisogno di crearsi degli schemi, di gerarchizzare, di canonizzare e codificare sempre tutto, con risultati devastanti, ridicoli, grotteschi quasi.

    E uno di questi risultati è appunto la religione come la intendiamo noi. In questo periodo, ad esempio, sto leggendo questo libro, scritto da Corrado Augias assieme a un docente universitario di storia del cristianesimo antico. Un libro che spiega come la religione cattolica (ma anche le altre "varianti") - che molti credono nata esclusivamente per ispirazione divina - sia stata in realtà letteralmente costruita a tavolino.

    Per quanto riguarda la vicenda di Eluana, non mi pare di poter aggiungere di più di quello che ho già scritto in questo e in altri articoli. Spero solo che il suo calvario sia finalmente giunto al termine.

    Ciao.

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Teniamocela stretta, questa festa, e facciamo tesoro del suo significato, oggi più che mai, visto i tempi che corrono. Buon 25 aprile.