A questo punto è praticamente ufficiale: Veltroni lascia. Lascia esattamente il giorno dopo la mazzata arrivata dai risultati delle regionali sarde, che segue di poco gli altrettanto disastrosi risultati abruzzesi. Istintivamente mi verrebbe da essere dispiaciuto, ma in realtà non lo sono per niente. Anche perché, siamo sinceri, non è solo Walter che dovrebbe lasciare, ma tutto il Pd dovrebbe essere azzerato.
Ma guardatelo bene: che cos'è questo Partito Democratico? Niente. Un'accozzaglia di personaggi e correnti in perenne e insanabile contrasto: laici, teodem, Opus Dei, c'è di tutto dentro tranne l'unica cosa che servirebbe davvero, e cioè qualche idea, una strategia, un'opposizione seria, qualche persona nuova, un po' di credibilità. Quella credibilità andata definitivamente a farsi benedire con l'ondata di inchieste giudiziarie che hanno coinvolto le amministrazioni del centrosinistra un po' in tutta Italia. Insomma un disastro.
E poi ci sono i sondaggi, che vanno presi per quello che sono, certamente, ma che sono comunque indicativi di un modo di pensare ad ampia convergenza. E a questo proposito è piuttosto singolare notare come quelli proposti dai due maggiori quotidiani online siano sostanzialmente convergenti.
Ecco, nell'ordine, quelli di Corriere e Repubblica così come si presentavano ieri sera mentre scrivevo questo articolo.
Mi pare ci sia poco da aggiungere. Tra l'altro occorre notare che il sondaggio di Repubblica si spinge oltre, mettendo in evidenza quella che oltre a tutto il resto è stata la vera causa della débâcle del Pd. E cioè questa:
Ciao Walter.
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