giovedì 26 luglio 2007

I post che non vorresti mai scrivere

Ci sono cose che fanno stare male, che fanno tornare coi piedi per terra. Che quando capitano vicino ti fanno rendere conto che non sei un cazzo, che tutto quello che ti succede attorno all'improvviso non vale niente, e che basta un chicco d'uva per capire che razza di nullità sei.

Di solito ci si fa una ragione perché quando vedi la televisione o i giornali capita sempre agli altri. Anche stavolta è capitato agli altri, anche se in questo caso gli altri abitano a poche centinaia di metri da casa mia, e ogni tanto la vedevo passare sul marciapiede davanti casa dentro il passeggino.

Che cosa rimane adesso ai due poveri genitori? La disperazione? Il rimorso? I "se"? Lo sbattere la testa contro il muro per non essere stati capaci di fare niente, neppure i medici? Al funerale il prete dirà come al solito che fa tutto parte di un disegno divino per noi imperscrutabile. Che vada a cagare, lui e il suo disegno. Qual'è in questi casi "il disegno"?

Non volevo neanche scriverlo questo post. Che senso ha? Anzi, mi verrebbe voglia di chiudere tutto. Come passa tutto in secondo piano davanti a queste cose: triboliamo, ci affanniamo, litighiamo per le stupidate più insignificanti e poi arrivano questi ceffoni in faccia che ci fanno capire che razza di cretini che siamo.

Lo so, la morte fa parte della vita, la fragilità e la delicatezza delle cose viventi sono concetti che ci sentiamo ripetere da sempre, ma che non capiamo del tutto finché non ci vengono vicino. Molto vicino.

Ciao, piccola Beatrice.

(via Carlino)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Amen.

Anonimo ha detto...

Poverina e poveri genitori.

franco

Anonimo ha detto...

Quando ho letto il giornale ho immaginato che era vicino a casa tua....

Questi fatti,come giustamente dici tu,ci dovrebbero far capire quali sono le cose importanti del vivere.

Purtoppo accadono perchè è molto sottile il filo che ci lega alla vita.

Certo è che non te ne fai una ragione.

Ciao

Maurizio

Andrea Sacchini ha detto...

> Certo è che non te ne fai una ragione.

Per noi che viviamo la cosa dal di fuori, tutto sommato è più facile. Per i due poveri genitori non so. Tant'è vero che alcune delle poche parole pronunciate dalla mamma sono state "Non è giusto".

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