martedì 19 aprile 2011

Alla fine, dietro, c'è sempre lui

Il governo fa dietrofront ufficiale sul nucleare (in realtà molti ritengono si tratti solo di uno stop provvisorio, in attesa che siano passate le amministrative). Dall'iniziale ipotesi di moratoria si è infatti passati all'abrogazione "di tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nucleari nel Paese". I motivi? Quelli ufficiali recitano: "Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore".

Quelli dei maligni, invece, li spiega molto chiaramente Il Fatto:

Il Governo blocca il progetto delle centrali nucleari, cercando di evitare il referendum previsto per il 12 giugno prossimo. C’è troppa attenzione sul tema, dopo la tragedia in Giappone. Così la maggioranza ha timore che gli italiani possano partecipare al quesito referendario per esprimere la loro contrarietà alla costruzione degli impianti sul terreno nazionale, raggiungendo il quorum. Ma soprattutto facendolo raggiungere anche al referendum che chiede di abrogare la legge sul legittimo impedimento. Vera preoccupazione del premier. La volontà della maggioranza non è quella di rinunciare alla partita nucleare ma piuttosto rimandare la questione a dopo le amministrative di maggio, che non si annunciano di certo facili. L’emendamento presentato stamani al Senato deve poi passare per la Camera e a Montecitorio sarà discusso il 20 maggio, cinque giorni dopo il primo turno delle elezioni amministrative. Stando a quanto riferiscono fonti vicine a Palazzo Chigi, dunque, il piano è solo rimandato. Poco importa se le schede per i referendum sono già state stampate.

Il Giornale fa finta di essere preoccupato, chiedendo "Adesso dove troveremo l'energia?". Eh già, è un bel problema, specialmente considerando il flop del fotovoltaico, dice sempre Il Giornale. Vabbè, se ne riparlerà dopo le amministrative.

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