sabato 23 aprile 2011

Dopo l'art. 1 della Costituzione, tocca alla Consulta

Alla faccia di quelli che dicono che il Parlamento è bloccato. Passata la boutade sulla modifica dell'art. 1 della Costituzione per dare tutti i poteri al Parlamento, un altro misconosciuto parlamentare pidiellino, tale Raffaello Vignali, ha preso carta e penna per mettere nero su bianco la sua leggina.

Voi sapete che la Corte Costituzionale, il massimo organo giuridico del nostro paese, è stata concepita dai padri costituenti per verificare che le leggi partorite dal parlamento siano aderenti a quanto prescrive la Carta. In caso negativo la Consulta boccia la legge (o parte di essa), la quale decade il giorno dopo. Bene, cosa ha escogitato il burlone di turno? La Consulta non potrà più abrogare le leggi che ritiene incostituzionali, ma potrà solo fare presente al Parlamento la presunta incostituzionalità. Poi sarà il Parlamento a dire l'ultima parola.

Bello, no? Giusto per capirci, prendete ad esempio certi capolavori legislativi tipo il lodo Alfano (un esempio a caso). La Corte Costituzionale non potrebbe più bocciarla, come ha fatto, ma dovrebbe solo segnalare la presunta incostituzionalità e rimandarla al Parlamento perché decida.

Tosti i tipi, eh?

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