Fa quasi tenerezza la lettera inviata da Berlusconi ai suoi yesmen nell'imminenza del voto in Parlamento della legge sul testamento biologico. "Ti chiedo dunque, ancora una volta, impegno e partecipazione, sicuro che, come sempre, saprai conciliare l'etica della convinzione con quella della responsabilità".
Eh già, sono decisioni difficili da prendere, così come è difficile, anche per i parlamentari, conciliare le proprie convinzioni personali con la responsabilità di garantire al governo una maggioranza. E così, il poveretto di turno deve scegliere se votare o meno quella che magari ritiene in cuor suo essere una porcata (come effettivamente è) in nome della "responsabilità" di governo.
E' interessante anche il passaggio in cui il teleimbonitore prima afferma che sul fine vita "non si dovrebbe legiferare", poi lamenta il fatto che i tribunali "adducendo presunti vuoti normativi, pretendono in realtà di scavalcare il Parlamento e usurparne le funzioni". In realtà, quelli che l'omino della pubblicità chiama "presunti vuoti normativi" sono effettivi vuoti normativi, per il semplice fatto che il nostro paese è uno dei pochi a non avere una legge che regoli il fine vita (e poi, scusate, se in Parlamento si sta approvando la legge, vuole dire che tale legge ancora manca, o mi sbaglio?).
In ogni caso, deliri a parte, la chiamata alle armi del capo è importante (per lui). La legge in discussione, infatti, se mai dovesse passare con la formulazione attuale farebbe fare salti di gioia a tutto l'entourage vaticano, e sarebbe l'emblema perfetto di cosa intende questo governo col termine "liberale". Sintetizzando brutalmente, il cardine su cui è imperniato tutto il ddl sta infatti nel considerare l'idratazione e l'alimentazione artificiale come "pane e acqua", e come tali non rinunciabili (checché ne dica l'interessato). Un ddl che lo stesso Veronesi ha più volte definito incostituzionale.
Ma tant'è...
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