martedì 28 luglio 2009

Ancora sulle ronde

Vorrei tornare ancora, brevemente, sulla questione delle ronde. Sì, lo so, ne ho già parlato ampiamente in passato, ma quello che è successo l'altro ieri a Massa Carrara mi pare che meriti una ulteriore piccola riflessione.

Se non ricordo male, l'intento originario del governo, quando ha deciso di mettere in campo questa folcloristica pensata, era quello di supportare (per la nostra sicurezza, ovviamente) le forze dell'ordine "ufficiali" nel contrasto all'illegalità e alla criminalità. In pratica, questi signori avrebbero dovuto aiutare Polizia e Carabinieri a svolgere più efficacemente e in maniera più mirata i loro compiti. Questo nelle intenzioni.

Se però ricordate, già dal marzo scorso, quando il progetto di legge fece capolino in Parlamento, i vertici di Polizia e Carabinieri fecero fronte compatto contro tutto il disegno. Presero le distanze. E si appellarono pure - purtroppo inutilmente - al capo dello stato perché avevano già messo in conto che mandare in giro questi gruppetti autonomi (e politicizzati) non li avrebbe affatto aiutati a svolgere meglio il loro lavoro, ma semmai li avrebbe costretti a un ulteriore aggravio in quanto, oltre a cercare di contrastare i criminali, avrebbero dovuto anche controllare che non si creassero situazioni di pericolo generate proprio dalle ronde.

Le prima avvisaglie di quello che sarebbe potuto succedere, e che è poi successo, si erano tra l'altro già avute nello stesso periodo a Padova, dove gruppetti di ispirazione An e Lega si erano scontrati con alcuni no global constringendo le forze dell'ordine (quelle vere) a intervenire per calmare i tafferugli. Quello che è accaduto a Massa Carrara l'altro ieri non è niente di diverso, ed è drammaticamente in linea con quanto profetizzato a suo tempo dai vertici di Polizia e Carabinieri.

Questi due fatti, in pratica, cosa hanno dimostrato inconfutabilmente oltre ogni ragionevole ipotesi? (a) Le ronde non servono a colmare le carenze di organico delle forze dell'ordine, come qualcuno aveva tentato di darci a bere; (b) costringono gli stessi carabinieri e poliziotti ad un surplus di lavoro che, come nel caso accaduto a Massa, contempla pure contusi e feriti tra essi stessi.

Come tutto questo folle progetto sia una garanzia di maggiore sicurezza per noi (quella sicurezza in nome della quale sono stati partoriti i provvedimenti più aberranti), è uno di quei misteri che probabilmente solo Maroni e Berlusconi potrebbero spiegare.

2 commenti:

  1. Polizia e Carabinieri avevano ragione, ovviamente.
    I politici del centrodestra amano fare operazioni-immagine: pubblicizzando le ronde, inducono i cittadini a credere che così vi sarà maggiore sicurezza. Si tratta di populismo becero, nient'altro che questo.
    Senza contare poi che, come abbiamo detto altre volte, nelle ronde possono trovare spazio i facinorosi, gente che desidera sfogare frustrazioni o risentimenti personali.

    Ma ai politici interessa far bottino di voti e di prebende, e sanno come lusingare e assecondare la "pancia" dei cittadini.
    E' molto più facile fare politica assecondando gli istinti anche belluini del popolo (vedi la Lega, campionessa in tal senso), che cercare di elevarlo proponendo un modello di società diverso, più complesso e articolato ma più civile.

    Saluti

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  2. I politici del centrodestra amano fare operazioni-immagine: pubblicizzando le ronde, inducono i cittadini a credere che così vi sarà maggiore sicurezza.

    E' proprio questo il punto.

    Perché la Lega ha - purtroppo - questa mole di consenso? Perché riesce a parlare alla "pancia" del popolo, dice ad esso le parole che vuole sentire. Magari poi sono tutte stronzate, ma intanto l'elettorato è contento.

    La propaganda poi fa il resto. Col paradosso che i leghisti da una parte danno da intendere alla gente che l'aver partorito cose come le ronde o il reato di immigrazione clandestina li farà sentire più sicuri, e dall'altra parte firmano la legge contro le intercettazioni, che permetterà ai peggiori farabutti di circolare liberamente per le città.

    Che pena!

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