venerdì 31 luglio 2009

Lodo Bernardo, allora è un vizio

Sembra che ci sia, nel modo di legiferare di questa maggioranza, una specie di meccanismo automatico (e perverso) per cui all'interno di ogni provvedimento si tende a nascondere un codicillo o comunque qualche riga attraverso i quali tentare di tagliare le gambe a qualcuno o a qualcosa, specie se si tratta di soggetti "in vista" o - più spesso - organi inquirenti.

Il capostipite di tutto, solo per restare nell'ambito di questa legislatura, è stato il mitico "lodo Alfano", quel simpatico provvedimento, attualmente al vaglio della Consulta, che evita grane giudiziarie alle 4 più alte cariche dello stato nall'arco del loro mandato politico-amministrativo (da notare che delle 4 solo una ne beneficia, ma questo mi pare di averlo già segnalato in passato). Dopo il lodo Alfano c'è stato poi il "lodo Consolo", nato e poi morto per un inaspettato quanto repentino risveglio dal coma vigile del Pd. Si trattava, nelle intenzioni, di una specie di lodo Alfano allargato, che doveva prendersi cura nella stessa maniera di tutti gli altri parlamentari esclusi dai benefici di quest'ultimo (dettagli qui).

Durante la primavera di quest'anno ha fatto poi capolino una certa norma, battezzata (un nome che è già un programma) "salva manager". Si trattava di poche righe, inserite all'interno del decreto legge sulla sicurezza sul lavoro, che di fatto esentavano i manager delle grandi aziende dalle responsabilità in caso di incidenti o disastri sul lavoro, spostando queste responsabilità verso i piani bassi delle gerarchie aziendali (utile, guarda a caso, per la vicenda ThyssenKrupp). Il provvedimento fece saltare sulla sedia Napolitano, quando lo lesse. Da qui le famose parole di Tremonti, ormai scoperto: "O va via l'emendamento o va via il ministro dell'Economia". Peccato che lui stesso fosse tra i firmatari. Vabbè...

Un accenno - non di più, ho praticamente occupato mezzo blog con questa storia - merita senz'altro, poi, la vicenda intercettazioni, la simpatica norma, la cui discussione è rinviata a settembre dopo le lagne (giuste) ancora di Napolitano, che di fatto si prefigge lo scopo di limitare il ricorso della magistratura alle intercettazioni telefoniche, cosa che comporterà grosse difficoltà a indagare sui fatti criminosi e permetterà a un gran numero di delinquenti di agire indisturbati (alla faccia dei leghisti e della loro "sicurezza").

In questi giorni è arrivato l'ultimo (per ora) lodo della piacevolissima serie (spero di non averne scordato qualcuno in giro): il "lodo Bernardo", naturalmente dal nome del suo ideatore, Maurizio Bernardo, deputato Pdl. Di cosa si tratta precisamente? Si tratta in poche parole di un lodo complementare al ddl intercettazioni. Mentre infatti il primo si occupa di mettere i bastoni tra le ruote alla magistratura ordinaria, il secondo pensa alla magistratura contabile, e cioè la famosa Corte dei Conti. Si tratta, probabilmente lo saprete già, di quel particolare organo dello stato predisposto al controllo in materia di entrate e spese pubbliche (consulenze, rimborsi, appalti, ecc...). In cosa consiste, più in dettaglio, questo provvedimento lo spiega Repubblica:

Un'indagine fresca, con 400 inviti a dedurre, sulle consulenze concesse dagli alti dirigenti del ministero dell'Economia? Se ne occupa la procura della Corte dei Conti del Lazio. Ma i pm contabili potrebbe vedersi costretti a fare marcia indietro perché, prima di indagare, devono essere certi di avere tra le mani "una specifica e precisa notizia di danno". Non solo: devono sapere, prima ancora di avviare l'accertamento, che quel danno "sia stato cagionato per dolo o colpa grave". Le inchieste sulle consulenze della Moratti, sulla clinica Santa Rita, sull'azienda dei trasporti di Genova? Tutto in fumo. Non basta: se a qualche procuratore della Corte dei conti, della Puglia o del Lazio, fosse venuto in mente di contestare al premier Berlusconi un "danno all'immagine", con l'apertura di un processo e la conseguente richiesta di un risarcimento allo Stato, per via del suo comportamento "allegro" tra villa Certosa e via del Plebiscito, ormai non potrà più farlo.

Insomma, come è successo per il ddl intercettazioni (si potranno disporre solo in presenza di gravi indizi di colpevolezza, cioè in pratica quando si conosce già il colpevole), anche qui la musica è la stessa, solo spostata al ramo amministrativo. Ma dov'è che la magistratura contabile non potrà più mettere il naso qualora passasse questa ennesima porcata legge? Sempre Repubblica ce lo dice (non vorrete mica che ne parli Il Giornale?) in quest'altro articolo:

Basti pensare al lungo elenco degli enti su cui la Corte non potrà più indagare. Lista da brivido, che dà il senso della futura impunità per tanti amministratori corrotti o quanto meno faciloni. Via Bankitalia e la Consob. Via le Authority. Via Inps, Inpdap, Inail, e simili. Via le aziende municipalizzate. Via le società in house. Via le comunità montane. Via le aziende autonome. Via le Camere di commercio e l'Unioncamere. Via Enav ed Enac. Via la Treccani. Che resta alla Corte? Ministeri, Regioni, Comuni, Province, città metropolitane. Bottino ben magro. Al Quirinale si chiedono: ma perché tutto questo è finito in un decreto? Dove sono necessità e urgenza d'una simile rivisitazione dei poteri della Corte? Non sarà il caso di "potare" l'elenco e chiarire che s'intende per organismi di diritto pubblico?

Il buon Napolitano, che probabilmente non ha mai avuto tanto da fare come da quando è in carica questo governo, è dovuto ancora intervenire per dare l'ennesimo stop, dicendo chiaramente a Tremonti, come aveva già fatto in precedenza con Alfano, che questa legge così com'è non passerà mai e di regolarsi di conseguenza.

Si regolerà Tremonti? Difficle dirlo. Per adesso pare di sì, ma, se ricordate, anche dei rilievi espressi da Napolitano in merito al ddl sicurezza la maggioranza disse che avrebbe tenuto conto. Risultato? Le ronde hanno già cominciato a menarsi.

Tutto questo, mentre restiamo in trepidante attesa del prossimo lodo.

2 commenti:

andynaz ha detto...

(mi immedesimo in un qualunque di questi tizi corrotti che ora la passeranno liscia e canto)
meno male che Silvio c'è!!! :D

Andrea Sacchini ha detto...

Mi sa che hai ragione: quasi quasi mi metto a cantare anch'io... :-|

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