La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha indetto una giornata di sciopero il 13 luglio (comunicato qui), il che significa che il giorno 14 in edicola non ci saranno i quotidiani, perlomeno quelli che aderiscono all'iniziativa. Questa presa di posizione unitaria è stata indetta in segno di protesta nei confronti del ddl intercettazioni, che, come sapete, è stato licenziato e approvato da un ramo del Parlamento, la Camera, e si appresta a espletare l'ultimo passaggio al Senato per essere definitivamente convertito in legge.
Di molte delle misure contenute in questo testo di legge ho parlato piuttosto diffusamente in questo blog, e quindi non sto a tornarci sopra; ricordo solo, molto brevemente, il "pericolo" maggiore che si annida in questo disegno di legge, pericolo a cui noi tutti saremo esposti qualora il testo diventasse legge dello stato: il sostanziale azzeramento della possibilità di utilizzare le intercettazioni come strumento di indagine. Apparentemente nulla, o quasi, cambia rispetto alla vecchia disciplina che regolava l'utilizzo di questo strumento di indagine; infatti i reati per i quali sono utilizzabili le intercettazioni rimangono, come lo erano prima, tutti quelli per i quali è prevista una pena edittale dai 5 anni in su.
Quello che cambia è solamente una piccola formuletta, e precisamente quella che sostituisce i "sufficienti indizi di reato" per poter disporre un'intercettazione con "evidenti indizi di colpevolezza". Cosa comporta questo piccolo cambiamento (e la presa per i fondelli che c'è dietro) lo capite bene da soli. A tutto questo c'è da aggiungere quella che è forse la parte più irritante del complesso iter legislativo che ha condotto alla formulazione finale del testo, ossia l'infinita scia di bugie che ci hanno raccontato nell'ultimo anno per poter giustificare in qualche modo l'adozione di questo provvedimento, bugie che sostanzialmente vertono su privacy e costi. Sia sull'uno che sull'altro aspetto non c'è stato ministro che non si sia sbizzarrito, da ogni pulpito, a prenderci per i fondelli raccontando le balle più stravaganti e impensabili, balle che chiunque abbia un computer connesso a internet può tranquillamente smontare con due clic del mouse.
Le intercettazioni sono uno dei due punti controversi contenuti nel disegno di legge, l'altro riguarda il cosiddetto bavaglio alla stampa, la morte della cronaca giudiziaria, come l'hanno definita molti giornalisti. Una norma contenuta nel testo, infatti, prevede il divieto per la stampa di riportare il resoconto testuale di intercettazioni telefoniche e di atti di inchieste anche quando non più coperti da segreto. La pena per il giornalista che sgarra prevede addirittura il carcere, commutabile con una sanzione pecuniaria anche a carico dell'editore. Facile prevedere quali saranno le conseguenze di tutto ciò: silenzio tombale su tutto.
Ecco i motivi per cui la federazione della stampa ha indetto lo sciopero. Che è condivisibilissimo anche perché, come precisa la stessa federazione nel suo comunicato, non si tratta - e questo accade per la prima volta - di uno sciopero attuato per motivi di contratto o salario, ma semplicemente per poter continuare a essere liberi di scrivere e di informare, così come garantito dalla Costituzione. Qui, per la verità, e mi tocca dirlo, mi pare di scorgere un leggero velo di ipocrisia, in quanto, come è noto, molte delle testate che aderiranno allo sciopero sono le stesse che spesso e volentieri, quando era ora di approfittare di questa libertà di scrivere e raccontare, hanno girato la testa dall'altra parte evitando di dare notizie che potessero dar fastidio a qualche potere forte. E questo aspetto non si può, per serietà, non menzionare.
Il giorno 14 luglio anche io farò "sciopero", anche io non aggiornerò questo blog per un giorno, anche se non sono un giornalista, e lo farò, simbolicamente, oltre che per tutto quello che ho già spiegato, per un motivo molto semplice: l'obbligo di rettifica. Ne avevo già parlato qui, ma è probabile che qualcuno se ne sia dimenticato. Eh sì, perché i nostri attenti legislatori non si sono occupati solo di imbavagliare la stampa, ma anche qualche fastidioso blogger magari un po' troppo zelante. So che tra voi, amici lettori, ci sono alcuni blogger; penso che sarebbe un bellissimo gesto se anche anche voi partecipaste a questa inziativa evitando di aggiornare per un giorno il vostro blog o sito, magari mettendo un semplice link a questo articolo o a quello di Alessandro Gilioli, che è quello che ha avuto l'idea. Un giorno in cui giornalisti e blogger seppelliscono la storica ascia di guerra in nome del diritto comune di continuare a scrivere in libertà.
Vi lascio qui di seguito alcuni link utili.
- L'Abc ddl intercettazioni (Sole24Ore)
- Intercettazioni, giro di vite su stampa e pm (la Repubblica)
- Il bavaglio, i giornalisti, i blogger (A. Gilioli)
- Chiuso per rettifica (Punto Informatico)
- Massima insicurezza (M. Travaglio)
- I numeri delle intercettazioni (Inviato Speciale)
- Intervista a Giancarlo Caselli (beppegrillo.it)
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Amico mio,
RispondiEliminapersonalmente non capisco assolutamente l'utilità dell'iniziativa.
Lo sciopero è una forma di protesta efficace per il solo fatto che causa un disagio, sia a chi usufruisce dei servizi, sia eventualmente al titolare dell'ente che lo offre (che ha il mancato guadagno).
In questo caso, però, vedo i nostri politicanti completamente indifferenti (se non addirittura contenti) di un giorno di silenzio della blogosfera.
Non penso che aderirò. Probabilmente quel giorno non scriverò nulla, ma sarà solo per il motivo che: non avevo nulla da scrivere.
Comunque mi piacerebbe avere la tua opinione a riguardo... Magari potrei cambiare idea.
Caro maury, io sono il primo a pensare che questa iniziativa non servirà assolutamente a niente, nonostante stia leggendo in giro che le adesioni non mancano; così come sono sicuro che non servirebbe a niente neppure se tutti i blogger d'Italia non aggiornassero quel giorno il proprio blog.
RispondiEliminaE il motivo è appunto quello che la maggior parte dei blogger non aggiorna già il proprio blog tutti i giorni (cosa peraltro più che comprensibile, mica sono agenzie di stampa...). Sono altresì convinto che neppure lo sciopero dei quotidiani servirà a qualcosa, anche se in questo caso il disagio per gli utenti mi sembra trascurabile visto che non stiamo parlando dello sciopero degli aerei o dei mezzi pubblici.
Le uniche (flebili) speranze che abbiamo che questo obbrobrio giuridico non diventi legge sono un (impensabile) ravvedimento dei legislatori, oppure, ultima spiaggia, Napolitano che prenda questa porcata così com'è e la rimandi alle Camere. Come vedi, nell'uno o nell'altro caso le speranze sono ridotte al lumicino.
Alla luce di tutto questo, quindi, ho sentito che non potevo starmene con le mani in mano, qualcosa dovevo fare, fosse pure rischiare di aggregarmi a un'iniziativa inutile e per certi versi ridicola. Insomma, come si dice, "piuttosto che niente meglio piuttosto".
Anche se non lo vedo un sistema efficace, aderisco anch’io, comunque, all’iniziativa.
RispondiEliminaMi piace molto, invece, l'idea della manifestazione di blogger imbavagliati a Roma, con tanto di video da pubblicare su internet.
RispondiEliminaPotrebbe servire a far fare la figura dei "censori" ai nostri politici in tutto il mondo, sperando che questo crei un certo imbarazzo.
Bella idea e spero che porterà i suoi frutti.
Sì, è vero, non è male.
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