sabato 30 settembre 2023

Nonni di ieri e di oggi

Nel romanzo L'oblio che saremo, che sto leggendo in questi giorni, Héctor Abad, che racconta la storia di suo padre, ucciso vent'anni prima per strada dagli squadroni della morte colombiani, scrive delle diatribe tra suo padre e suo nonno in merito alla sua educazione. 

Il nonno rimproverava al padre del narratore di essere troppo blando nella sua educazione, troppo lassista, troppo permissivo. "È assolutamente impossibile educare i bambini senza la cinghia" diceva il nonno di Héctor. E ancora: "Quel bambino ha bisogno di una mano dura." Al che il padre di Héctor rispondeva: "Se ne ha bisogno, ci penserà la vita stessa, che usa la mano dura con tutti; per soffrire, la vita è più che sufficiente, e io di certo non l'aiuto."

Pensavo alla differenza tra quel nonno e i nonni di oggi. Poi vabbe', altro contesto sociale e altra epoca, ma una differenza abissale. Credo comunque che Paolo Crepet sarebbe più d'accordo col nonno di Héctor, piuttosto che col padre.

Sta arrivando anche qua

Prosegue il grande tour promozionale del generale Vannacci, che domani presenterà qua a Rimini, niente meno che all'Hotel Imperiale, il suo libro, già in odore di Pulitzer per la saggistica. 

Il 12 ottobre sarà poi a Pennabilli, invitato dal sindaco (manco a dirlo leghista) del ridente paesello montano, nonché suo ex commilitone. Il libro del generale, autopubblicato, pare abbia già venduto circa 100.000 copie, generando incassi per 850.000 euro lordi, a riprova che l'ignoranza nel nostro paese gode di ampia salute e ottimo mercato. 

A scanso di equivoci, qui il sostantivo "ignoranza" va inteso nella sua accezione letterale, ossia non sapere, non conoscere. Prova ne è il fatto, tra i tanti, che il masculo e testosteronico generale, che afferma che i gay non sono nornali, nel suo libro si ispira e si dichiara erede niente meno che di Giulio Cesare, noto bisessuale (era definito marito di tutte le mogli e moglie di tutti i mariti) e a capo di un impero, l'impero romano, dove la sessualità era libera, la bisessualità era considerata la norma e gli eterosessuali erano addirittura guardati con un po' di sospetto. Dove il razzismo non esisteva (nessuno veniva discriminato per il colore della pelle) e dove ognuno poteva sostanzialmente fare ciò gli pareva a patto che non rompesse le scatole allo Stato e all'ordine costituto. 

Ma sono sicuro che tutte queste cose il generale in fondo le sa, così come le sanno un po' tutti a parte forse qualche leghista, e abbia semplicemente voluto annunciare al mondo la straordinaria scoperta che tutto ciò che sapevamo sull'impero romano è sbagliato. D'altra parte, se vuoi vincere il Pulitzer qualcosa di rivoluzionario devi annunciarlo al mondo, eh.

venerdì 29 settembre 2023

Buttarla in caciara

Comunque, per carità, ognuno è libero di pensarla come vuole sul tema migranti, ma aprire uno scontro-crisi con la Germania (e relative ripercussioni in ambito UE) sulle Ong non sta né in cielo né in terra. 

I migranti che arrivano qua salvati da navi appartenenti a organizzazioni non governative, nel 2022 sono stati meno del 10% del totale. Cioè, su dieci persone che approdano sulle nostre coste, una arriva con le Ong, le altri nove con mezzi di fortuna autonomi o con navi della guardia costiera, della finanza, pescherecci di passaggio ecc. E noi apriamo una crisi con l'Europa sulle Ong. 

Folle, e tipico di un governo che non ha la più pallida idea non dico dico di come risolvere il problema, ma neppure di come affrontarlo. E quando sai di non poter risolvere un problema, la promessa di soluzione del quale è stata ciò che ti ha fatto vincere le elezioni, l'ultima arma che ti rimane è buttarla in caciara.

mercoledì 27 settembre 2023

Cadute

Kant e l'Illuminismo che mi cadono sulla masturbazione. La fine di due miti.

No, vabbe', sto scherzando :-)

Comunque siamo d'accordo, le vicende storiche vanno sempre contestualizzare e inserite nella cornice del tempo in cui accadono, ma a leggere certe cose non si sa se ridere o piangere.

Umberto Galimberti - Paesaggi dell'anima

lunedì 25 settembre 2023

Eh, però hanno le scarpe

Volendo scendere al suo livello, si potrebbe obiettare a Salvini che in Italia ci sono alcuni milioni di persone povere che, incredibilmente, indossano un paio di scarpe. E che magari hanno pure un telefonino. Ma che tuttavia potrebbero non avere cinquemila euro appunto perché povere (per informazioni citofonare all'Istat).

Il giochetto dell'ex felpato è chiaro: avallare utilizzando la mistificazione l'idea che chi arriva qua in realtà non è povero. Quindi, seguendo sempre il suo ragionamento, un benestante parte mettiamo dalla Nigeria e si fa un anno di traversata del deserto; se la traversata gli riesce senza lasciarci la pelle arriva in Libia, qui si fa un altro annetto nei confortevoli lager libici tra bastonate, torture, sevizie, stupri ecc. Se riesce a uscire vivo anche da qui si imbarca su un gommone o un barchino di cartone e prova ad attraversare il Mediterraneo.

Se per qualche oscuro miracolo anche la traversata riesce senza che il suddetto migrante benestante ci lasci la pelle, sbarca qua da noi e si trova davanti uno col sorrisetto da iena ridens che dice che siccome ha ai piedi un paio di scarpe e al collo un ciondolo, allora i cinquemila euro per sfangare i 18 mesi di reclusione in un Cpr ce li ha.

Non mi stupisce tanto Salvini, ormai la sua miseria morale e umana la conosciamo, a me stupisce che ancora ci sia una fetta, seppur piccola, di elettorato che gli concede qualche credito. Quindi mi viene da rivolgermi direttamente a un simpatizzante di Salvini: caro simpatizzante, cosa si prova ad ammirare uno che mente sapendo di mentire e che, mentre tu lo ammiri, lui ti prende per i fondelli?

Così, per curiosità.

domenica 24 settembre 2023

Il linguaggio della Schlein

Dopo una puntata di Otto e mezzo di qualche giorno fa, si è creata una certa polemica attorno a Elly Schlein per il fatto che per esprimere concetti utilizzerebbe a volte un linguaggio troppo complesso e poco chiaro, difficilmenre comprensibile dall'italiano medio.

Il tutto è nato da una risposta della segretaria del PD alla signora Gruber sui fatti di Lampedusa, con la quale ha espresso il concetto che gli sbarchi sono "la dimostrazione del fallimento delle politiche di esternalizzazione del governo". Al che la conduttrice ha reagito un po' stizzita chiedendole chi mai potrebbe capirla se usa un linguaggio simile.

Ora, lasciando da parte l'effettiva vaghezza della Schlein su alcuni temi, scelta (a mio avviso sbagliata) dettata immagino dal tentativo di tenere insieme le diverse anime del partito su temi considerati sensibili, non vedo come possa essere difficile comprendere il significato della frase nel virgolettato. 

Se l'italiano medio ha difficoltà a comprendere una frase così semplice, come afferma la Gruber, il problema non è della Schlein, o almeno non solo della Schlein, ma dell'italiano medio. E qui si apre un problema gigantesco: come si fa a vivere in una società complessa se non si ha un livello culturale minimo che consenta almeno di tentare di capirla? Andiamo avanti con gli slogan semplici e puerili alla Renzi Salvini Meloni ecc., buttati lì per soddisfare la pancia dell'italiano medio?

Io non voglio essere trattato come un cretino che si accontenta di slogan banali e facilitati che parlano alla pancia, io voglio un leader che mi parli al cervello, anche se parlare alla pancia è molto più facile e dà risultati più immediati. Parlare per slogan vuol dire strillare in campagna elettorale di blocchi navali e poi, una volta al governo, ritrovarsi col disastro di Lampedusa. Vogliamo applicare la stessa metodologia all'infinita serie di problemi complessi con cui ha a che fare la società?

No, grazie. Tenetevi pure gli slogan stupidi dei Salvini e delle Meloni, e a me lasciate la cosiddetta complessità della Schlein.

venerdì 22 settembre 2023

Estorsione?

Riguardo alla norma che impone ai migranti l'esborso di 5000 euro per evitare di finire in un cpr per 18 mesi, cito pari pari quanto ha scritto oggi Alessandro Capriccioli su facebook. Mi sembra che in poche righe abbia colto perfettamente il punto.

Ricapitolando: i migranti che pagano cinquemila euro evitano di finire in un cpr, quelli che non li hanno ci finiscono dentro e buonanotte al secchio.
La norma contenuta nel decreto del ministro dell’Interno (di concerto con i ministri della Giustizia e dell’Economia, quindi c’è pure la firma del presunto “illuminato” Nordio) pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di ieri, che stabilisce l’importo della “garanzia finanziaria” introdotta dal decreto Cutro, completa quella che tecnicamente è un’estorsione.
Lo stato italiano taglieggia e ricatta i migranti, esattamente come fanno quelli che consentono loro di attraversare il deserto o li imbarcano sui gommoni.
Ci sarebbe tanto, tantissimo di cui vergognarsi. 
A meno che, naturalmente, non si conosca la vergogna.

giovedì 21 settembre 2023

Lingua e religione

Il cancan alzato dalla destra contro il direttore del museo egizio di Torino, credo vada a buon titolo inserito nel novero delle polemiche più stupide apparse in questi tempi infausti. 

In primo luogo perché l'agevolazione alle persone di lingua araba, oltretutto di durata temporale limitata, non è stata l'unica iniziativa promozionale del museo ma ce ne sono state tante altre, alcune ancora in vigore tra l'altro. In secondo luogo perché non esiste alcun automatismo tra lingua parlata e religione professata, anche se è verosimile immaginare che la maggior parte delle persone che parla arabo professi la religione musulmana.

Giova ricordare al vicesegretario delle lega Crippa che in Egitto circa quindici milioni di persone sono cristiani copti, cioè cristiani che parlano arabo. Ma noi siamo sicuri che il Crippa non può non saperlo, eh.

Per mia natura non sono complottista, non ragiono in quel modo lì, ma non posso ignorare quella vocina che continua a suggerirmi che il profluvio di polemiche stupide di questo ultimo periodo non siano altro che armi di distrazione di massa, buttate nel ring mediatico con lo scopo di occultare il fatto che di tutto ciò che questo governo aveva strombazzato in campagna elettorale, a quasi un anno dal suo insediamento non si è ancora visto niente. Ma sicuramente sbaglio.

mercoledì 20 settembre 2023

La sintesi


Riconosco a Luca Sofri il merito di essere riuscito a condensare in un tweet il concetto che a me ha richiesto più di un post su queste pagine.

lunedì 18 settembre 2023

Chi difende chi


Non per polemizzare con Bergoglio, che anzi mi sta pure simpatico e col quale concordo spesso, ma mi sembra difficile non vedere come terrorismo e strumentalizzazione della religione 2000 anni di minacce di essere gettati all'inferno se non si riga dritto.

Poi per carità, è vero che ormai da anni l'inferno è stato ridimensionato, edulcorato, ammorbidito, sia da Bergoglio che dai suoi predecessori, ma storicamente (si veda tutto il medioevo fino a buona parte dell'età moderna), mi sembra che la paura dell'inferno abbia rappresentato il maggior meccanismo di controllo di massa mai inventato dagli umani.

domenica 17 settembre 2023

Holly


Terminato. Divorato. Non ricordo chi abbia detto che non bisogna leggere libri per diventare migliori, ché quelle sono tutte bubbole, ma bisogna leggere libri per lasciarsi rapire da storie che ti incollano alle pagine.

E King lo fa da sempre.

Sei un grande, zio Steve! ❤️

venerdì 15 settembre 2023

La prevalenza del cretino


A cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta, Carlo Fruttero e Franco Lucentini hanno tenuto una rubrica fissa su La Stampa chiamata Agenda di F. & L., una serie di cronache dell'epoca su società, attualità, politica, costume, cultura, sport e altro. 

Soprattutto, in quegli articoli si parlava di vizi e virtù delle italiche genti. Nel 1985 molti di quegli articoli sono stati raccolti nel libro che vedete qui sopra, che offre uno spaccato dell'Italia e degli italiani di quei tempi raccontato con l'arguzia, la sagacia, l'ironia e lo spessore culturale dei due autori.

Rileggendo quelle cronache oggi, a distanza di 50 anni dal periodo raccontato, che era il periodo della mia fanciullezza, duole constatare come sostanzialmente nulla sia cambiato da allora, né nell'Italia né negli italiani. Un popolo con qualche pregio e molti difetti che è rimasto un popolo con qualche pregio e molti difetti.

Neanderthal e covid

La notizia della correlazione tra una forma grave di covid e tre geni che noi Sapiens abbiamo ereditato dai Neanderthal è molto interessante. In realtà non si tratta di una novità ma di una conferma, nel senso che i sospetti su questa correlazione c'erano già (Telmo Pievani e altri ne parlano nelle loro conferenze da anni), adesso uno studio ne ha certificato la veridicità. Ma a mio avviso la notizia è interessante per un altro motivo, e cioè che sulle prime pagine dei giornali e in TV sia menzionata la parola Neanderthal, quindi che all'attenzione generale delle italiche genti, di solito più inclini a interessarsi a cosa succede nella casa del grande fratello o al campionato di calcio, sia portato un argomento scientifico generalmente relegato all'ambito accademico.

Chi si interessa solo di grande fratello potrebbe così scoprire che su questo pianeta non ci siamo stati solo noi, Homo Sapiens, ma fino a circa 40.000 anni fa ci facevano compagnia almeno altre cinque specie di nostri "cugini", tra cui appunto i Neanderthal, coi quali tra l'altro abbiamo convissuto gomito a gomito per molto tempo e coi quali ci siamo pure accoppiati, come dimostra il fatto che una piccola parte del nostro patrimonio genetico è di derivazione neanderthaliana. Lo so, sembra fantascienza, ma è scienza.

Più interessante ancora è il fatto che l'ultimo gruppo di Neanderthal presente sul nostro pianeta si è estinto (meglio: l'abbiamo fatto estinguere noi Sapiens) appena 12.000 anni fa, un niente sulla scala dei tempi evolutivi, ed era situato in una piccola enclave nella zona della Spagna meridionale. Sarebbe stato sufficiente che fossero vissuti appena altri duemila anni e avrebbero visto l'avvento del neolitico: l'invenzione dell'agricoltura, dell'allevamento, le grandi aggregazione umane, la nascita delle città, delle religioni monoteiste.

Non hanno fatto in tempo per un soffio. Peccato.

giovedì 14 settembre 2023

Tg1

Per curiosità stasera ho acceso un attimo il PC e ho dato un'occhiata al Tg1, il più meloniano tra i telegiornali della Rai. L'ordine delle prime quattro notizie:

1) I nuovi vaccini per il covid

2) Il nuovo aumento dei tassi d'interesse deciso dalla BCE

3) I morti sul lavoro di oggi

4) Il dramma di Lampedusa 

Ecco, la notizia che è da giorni su ogni prima pagina e ogni apertura di telegiornale, il Tg1 la mette più o meno a metà, con un servizio anche abbastanza frettoloso.

Niente di nuovo, intendiamoci; è ormai antica, esecrabile prassi che i telegiornali di mamma Rai siano "gestiti" dal governo di turno. Fa solo un po' specie vedere fino a che punto lo sono, ma vabbe'.

Tornando a ciò che sta succedendo a Lampedusa, se non fosse per l'entità della tragedia in corso, sarebbe da andare a chiedere conto a chi di dovere di certe grottesche promesse elettorali. Ma la signora che per prima dovrebbe rispondere, al momento è assente. Che sia andata a Lampedusa a mettere la faccia sul fallimento conclamato delle sue promesse? Ma manco per sogno, figurarsi. Al momento è impegnata a simposio da Orbán a blaterare di Dio, patria e famiglia (tradizionale, naturalmente).

Ma cosa vogliamo sperare?

mercoledì 13 settembre 2023

Faccialibro

Da qualche tempo ho attivato un profilo su Facebook, social da cui mi ero cancellato anni fa. Sì, lo so, in molte pagine di questo blog ho scritto che fb è il male, che è un social che come tutti i social fa perdere tempo, cosa che peraltro è vera, e quindi qualcuno si chiederà: perché ci sei tornato? 

Beh, in primo luogo perché la coerenza non è mai stata la mia principale virtù (e poco consola il fatto che l'essere umano è per sua natura tendenzialmente incoerente), in secondo luogo perché avevo voglia di ritrovare alcune vecchie conoscenze perse di vista in tutti questi anni.

Non passo tantissimo tempo sul social di Zuckerberg, e comunque prima vengono sempre i libri, ma qualche chiacchiera ogni tanto la faccio. Se qualcuno vuole aggregarsi, sono qui.

Naturale vs artificiale

Questa cosa che tutto ciò che è naturale è buono e fa bene mentre ciò che è artificiale è dannoso (vedi il 90% della pubblicità che circola) non la capirò mai. 

Anche la belladonna è naturale, ma se esageri con le dosi ti uccide per arresto respiratorio. Anche l'Amanita Phalloides è naturale, ma se provi a mangiarla ti uccide in cinque minuti.

Viceversa, tanti prodotti artificiali, come ad esempio i farmaci, curano e salvano la vita. Ma noi siamo animali strani, molto inclini a farci persuadere dalle balle, meno inclini a ragionare su ciò che ci viene raccontato.

domenica 10 settembre 2023

Il modo classico

Volevo provare a commentare quel "i figli si fanno nel modo classico" della signora Roccella. Poi mi è preso un impeto di tenerezza verso questa signora e ho deciso di lasciar stare.

Cosa rispondere a un razzista


Uno dei saggi più belli che ho letto negli ultimi anni su questi temi.

sabato 9 settembre 2023

Oppenheimer

Non metto piede in un cinema da una vita, ma domani è probabile che vada a vedere Oppenheimer, di cui in questo periodo parlano tutti. Nel frattempo è andato a vederlo per tre volte il grande Roberto Mercadini, che su queste tematiche tempo fa ci aveva scritto anche un libro molto bello, e ne ha parlato (a modo suo) qui, descrivendo i grandi pregi del film ma anche i suoi grandi difetti. Se prima di vedere il video avevo qualche dubbio sul fatto se valesse o meno la pena andarci, adesso non ne ho più :-)

Quale vita vale di più

Il presidente della provincia di Trento, uno che gli orsi li ama (a tavola), ha autorizzato l'uccisione dell'orsa F36 che un mesetto fa aveva aggredito una coppia di turisti su un sentiero di montagna. Tra le motivazioni addotte c'è quella secondo cui la vita di una persona vale più di quella di un orso.

Il ragionamento ha una sua apparente legittimità, chi di noi non dà per scontato che la vita di una persona vale più di quella di un animale? D'altra parte noi umani apparteniamo all'unica specie del pianeta dotata di immaginazione e di capacità di pensare, cose queste che ci hanno convinto di essere superiori a ogni altra specie. E a furia di raccontarcelo, questo pensiero si è trasformato in inconscio collettivo in cui tutti siamo immersi dall'istante esatto in cui veniamo al mondo (ci sarebbe un discorso da fare sulla questione del dominio introdotta dal cristianesimo ma lasciamo stare). È verosimile pensare che se anche altre specie viventi avessero avuto le stesse capacità nostre avrebbero pensato la stessa cosa di se stesse.

Il problema di questo quesito, però, è che non ha senso; dal punto di vista epistemologico, metodologico, non sta in piedi, a meno che non si definiscano i parametri a cui fare riferimento per stabilire se vale più la vita di una persona o di un orso. Noi abbiamo la capacità di pensare, di immaginare, di cooperare (quest'ultima ce l'hanno anche molte specie animali, vedi le api ad esempio), ma queste peculiarità rappresentano un valore aggiunto rispetto a chi non le possiede? Guardando la storia del mondo e i modi in cui le abbiamo usate (nel bene e nel male), non direi.

Forse la nostra vita vale di più di quella di un orso perché la nostra specie è quella prescelta da Dio? Ma Dio l'abbiamo inventato noi, è uno dei tanti frutti della capacità della nostra specie di immaginare e inventare narrazioni. Dall'avvento della cosiddetta rivoluzione culturale, circa 50.000 anni fa, ossia il periodo in cui i nostri antichi antenati hanno cominciato a dipingere grotte, a utilizzare l'intelligenza simbolica, a effettuare sepolture rituali per accompagnare di là chi moriva e tutto il resto, l'essere umano non ha fatto altro che inventarsi divinità e immaginare vite future. Ma è un parametro sufficiente, questo, per dire che la vita di una persona vale più di quella di un orso? Mah.

Immagino che il discrimine per fare questo tipo di valutazione sia l'ambiente culturale e sociale in cui ognuno cresce. Io che sono sostanzialmente un darwiniano e mi approccio a queste tematiche sotto questa luce, penso non solo che le varie specie viventi abbiano tutte una loro legittimità, facciano tutte parte di quell'insieme di relazioni interconnesse che noi definiamo natura e che non ce ne sia una che vale più di un'altra, ma penso anche che il concetto di valore applicato alla vita non abbia senso.

Il problema è che noi siamo riusciti a dare un senso anche a quello, facendo del mercato e del denaro il generatore simbolico di ogni valore (cit.) e subordinando ad esso anche la vita. Perché ad esempio lasciamo che i migranti affoghino in mezzo al Mediterraneo? Non certo perché sono neri, ma perché sono poveri e accoglierli rappresenta un costo. Se si avvicinasse alle nostre coste un barcone carico di facoltosi imprenditori manderemmo in soccorso dieci navi della guardia costiera e una volta arrivati stenderemmo il tappeto rosso. Perché in Italia (e non solo) abbiamo la piaga delle morti sul lavoro? Perché la prevenzione, il rispetto delle regole di sicurezza, per le aziende sono costi, e sull'altare di questi costi si è disposti a rischiare di sacrificare vite umane.

Quindi, in definitiva, io non ho ancora capito perché noi saremmo migliori degli orsi.

mercoledì 6 settembre 2023

Reprimere non funziona

Il Dl criminalità che è in via di definizione da parte del governo non avrà alcun effetto, per il semplice motivo che è il concetto stesso di repressione/punizione a essere fallace. Una società che ha rinunciato a educare e pensa di risolvere il problema della violenza giovanile inasprendo le pene non ha nessuna chance. Poi, per carità, tentare non nuoce, può anche darsi che qualcosa si ottenga, ma ne dubito.

Non perché lo dico io, ma perché lo dimostra la storia, i dati empirici. Non esiste un solo luogo al mondo dove la repressione sia servita o serva a qualcosa. Nei paesi in cui ancora esiste la pena di morte non si verificano meno reati rispetto agli altri. L'introduzione qui da noi del reato di omicidio stradale non ha diminuito il numero di morti sulle strade né il numero di incidenti. Annunciare a reti unificate inasprimenti di sanzioni, minacciare punizioni esemplari, introdurre pene pecuniarie per i genitori di figli che delinquono serve solo a fare scena.

Mandare polizia e carabinieri a mettere sottosopra il luogo degradato e abbandonato dove si è verificato uno stupro non serve a niente, così come fa ridere sentire annunciare che adesso qui lo stato c'è. E prima dov'era? Se non si creano oratori, scuole, biblioteche, parchi, impianti sportivi, luoghi dove educazione e aggregazione vanno a braccetto; se non si esce dal meccanismo folle e schizofrenico, tipico di ogni società capitalista, che obbliga entrambi i genitori a dover lavorare per riuscire a mantenere la famiglia, abbandonando i figli a se stessi dove capita, hai voglia dopo a chiamare la polizia.

Domani...


Ho letto ininterrottamente dal primo pomeriggio fino ad ora. Ci sono libri che non possono essere interrotti, che impongono di essere terminati, e questo è uno di quelli. Lo eleggo già come romanzo più bello letto quest'anno.

Splendido.

lunedì 4 settembre 2023

Joe Formaggio e la pelle

Vabbe', già uno che si chiama Joe Formaggio... ma lasciamo stare. 

Se il valente esponente di FdI avesse non dico aperto un libro, ché immagino sia chiedere troppo, ma anche solo letto qualcosa su questi argomenti, in cui sembra così ferrato, saprebbe che fino a circa 7-8000 anni fa (che nei parametri dei tempi evolutivi sono meno di niente) l'Europa, Inghilterra compresa, era popolata da individui di pelle scura, in una curiosa combinazione con occhi azzurri. Ebbene sì: la popolazione europea aveva la pelle scura a causa di una migrazione di individui partita dall'Africa orientale tra i 50.000 e i 60.000 anni fa. Pelle scura che poi si è schiarita per l'arrivo più recente di un'ondata migratoria dal medio oriente, costituita di individui con la pelle chiara.

Per uno di quegli incredibili paradossi che potrebbero mettere a serio rischio la tenuta delle coronarie del povero Joe Formaggio, quindi, noi europei (veronesi compresi) abbiamo la pelle chiara, quella pelle chiara che lui ama tanto, grazie agli immigrati. Forte, eh?

Ma c'è dell'altro, e qui è bene che Joe Formaggio si tenga forte: la specie Homo Sapiens, alla quale tutti noi apparteniamo, compreso lui anche se è incredibile, è nata in Africa circa 200.000 anni fa. 200.000 anni vuol dire che se Joe Formaggio comincia ad andare indietro e partendo da se stesso conta 8000 genitori o 4000 nonni, arriva all'origine della specie a cui appartiene. 

Ma questa cosa, in fondo, non credo gli interessi granché. Credo che per lui sia molto più importante sapere che veniamo tutti dall'Africa

Ehi, Joe, ci sei ancora?

domenica 3 settembre 2023

Regressioni

Detesto profondamente la persona che ha ucciso a sangue freddo quella povera orsa e spero che questa venga punita secondo quanto prevede la legge, ma non mi piace che le autorità abbiano dovuto istituire un servizio di sorveglianza della sua abitazione da parte delle forze dell'ordine a causa delle minacce ricevute. 

Indignazione, rabbia e odio sono sentimenti che fanno parte della natura umana e che hanno una loro legittimità di esistere, così come il desiderio di vendetta, ma devono restare relegati all'ambito dei sentimenti, non tradursi in azioni. Dal codice di Hammurabi a noi sono passati alcuni millenni e in tutto questo tempo siamo bene o male riusciti, anche se a volte non sembra, a emanciparci da quella cultura.

Ma occhio, è un attimo tornare indietro.

La ragazza di Bube


Terminato adesso. L'avevo già letto anni fa ma non ricordavo fosse così bello. In più mi ero dimenticato che i due protagonisti della storia, Mara e Bube, sono realmente esistiti. 

Il romanzo è ambientato in Toscana, alla fine della guerra. Bube è un ex partigiano e Mara la donna che si innamora di lui. La fine della guerra non corrisponde alla fine degli odi tra ex partigiani ed ex fascisti e Bube, soprannominato "Il vendicatore" durante gli anni della lotta, continuerà a sentirsi tale anche al ritorno alla vita civile. Un giorno, trascinato in una rissa, si renderà responsabile della morte di un uomo, subendo una lunga e dura condanna.

È un romanzo che affronta molti temi: gli orrori della guerra (qualsiasi guerra) e il modo in cui questi orrori modellano il carattere, la psiche e la visione del mondo delle persone; la fallacia di una giustizia e di un sistema punitivo che tengono conto esclusivamente di ciò che dice il codice, non del contesto educativo, sociale e culturale in cui è vissuto chi commette un crimine (Bube è orfano e nasce e cresce in un contesto sociale ed educativo fatto di povertà e mancanza di valori. Le "linee guida" della sua infanzia e adolescenza saranno i compagni, la strada e la guerra).

Ma soprattutto è un romanzo sulla disillusione e il passaggio traumatico dai sogni della giovinezza (quando Mara e Bube si conoscono sono entrambi poco più che ragazzi) alla realtà molto meno romantica e molto più dura della vita. Se c'è un libro che meglio di tutti narra la presa di coscienza di cosa è la vita e cosa significa diventare adulti, forse è questo qui.

Ex complottisti

Mi sono imbattuto in questo bellissimo video di Giacomo Mauretto, biologo e divulgatore, in cui lo scienziato confessa il suo passato di complottista. Può sembrare strano che uno scienziato possa essere complottista, ma Mauretto, in gioventù, dai 16 ai 20 anni circa, lo è stato e credeva a tutti i complotti che ancora oggi vanno per la maggiore: quello dell'11 settembre, quello sull'energia (sarebbero state da tempo scoperte forme di energia nuove che però ci vengono tenute nascoste dai signori del petrolio), oppure, in ambito farmaceutico, quello sulla disponibilità segreta di farmaci contro il cancro (o altre malattie letali a scelta) che però non vengono rivelate perché se no come fanno le aziende a guadagnare con le terapie? E via di questo passo. Ognuno può pensare a qualsiasi complotto in qualsiasi ambito gli venga in mente.

Per restare al nostro periodo, ad esempio, è abbastanza in voga il complotto secondo cui la cura del covid sarebbe da tempo disponibile ma ci viene tenuta nascosta, se no Big Pharma come fa a guadagnare coi vaccini? Ecco, cose così insomma.

Sulla sindrome del complotto Umberto Eco ha scritto pagine secondo me ancora ineguagliate, ma se non avete voglia di leggere Eco, questa mezz'oretta di Mauretto è altrettanto efficace.

In sostanza, il divulgatore dice che i due motivi che gli hanno fatto capire che il complottismo non sta in piedi sono stati lo studio e il concetto antropologico di competizione. Gli esseri umani sono per loro natura estremamente competitivi tra loro (e anche estremamente conflittuali, come spiega Dario Fabbri) e in un contesto di così alta conflittualità qualsiasi idea di complotto non può stare in piedi proprio a livello epistemologico, di metodo.

Prendete la questione dei vaccini, ad esempio. L'ambito scientifico è per antonomasia uno di quelli più conflittuali e competitivi che ci siano al mondo. Come si può pensare che degli scienziati che scoprono ipoteticamente la cura per il covid o il cancro la possano tenere nascosta per fare guadagnare Big Pharma con vaccini o terapie? Uno scienziato che scopre la cura contro il cancro vince il Nobel, entra nella storia, e che gli frega di Big Pharma? E questo discorso vale per tutti gli altri ambiti.

L'ultima parte del video è quella più interessante perché affronta la questione dal punto di vista psicologico-cognitivo, spiegando che il nostro cervello è strutturato in modo da amare i complotti, e in generale le grandi narrazioni che si costruisce attorno ai fatti che succedono. Per ragioni di adattamento evolutivo, infatti, l'essere umano ragiona in termini finalistici, ossia immaginando che ogni avvenimento che accade abbia delle dietrologie, delle cause, e sia inserito all'interno di un "disegno". E qui cita un saggio bellissimo, che io ho letto un paio d'anni fa, che si chiama Nati per credere, di Telmo Pievani e Giorgio Vallortigara, di cui avevo scritto anche sul mio blog. Saggio in cui si spiega appunto perché il nostro cervello è per sua natura strutturato per ragionare in questo modo.

Ciò non significa, ovviamente, che i complotti non esistano, esistono eccome. Ma, come spiegava Umberto Eco, per distinguere un complotto vero da uno falso basta guardare la durata: i complotti veri vengono subito scoperti, quelli falsi attraversano i secoli.

Rifarei tutto

Indipendentemente da quale sarà la sentenza, dire "Rifarei ciò che ho fatto", "Rifarei tutto" ecc., cosa che si sente sp...