venerdì 13 agosto 2021

Il rivoluzionario

Difficile scrivere qualcosa su Gino Strada senza cadere nella retorica un po' melensa degli osanna, ma d'altra parte è inevitabile che sia così, perché se c'è qualcuno che di osanna ne ha meritati davvero è stato lui. Mi piace pensare a lui come a un rivoluzionario. Non nel senso oggi fin troppo abusato del termine, ma nel suo senso più vero e primigenio, che indica chi ancora le rivoluzioni le fa. 

La sua rivoluzione è stata quella, solo in apparenza semplice, di avere alzato il culo dalla sedia e essere andato a sporcarsi le mani col sangue degli ultimi della terra. Essere andato in mezzo alle guerre a salvare quelle persone che oggi, qui, vengono considerate alla meno peggio nemici, senza fare distinzioni tra carnefici e vittime. Tutto qua, non c'è molto altro da aggiungere (o forse ce ne sarebbe fin troppo). In un mondo che si divide tra tantissimi che parlano tanto e pochissimi che fanno, oggi se n'è andato uno di quei pochissimi.

17 commenti:

Pia ha detto...

Sì, è così.
Grazie Andrea.

Gas75 ha detto...

Il sangue degli ultimi della terra perché le guerre le decidono i potenti stando dietro una scrivania, ci mandano soldati e mezzi armati, ma alla fine il comune denominatore di tutte le guerre è che a morire sono quasi esclusivamente civili.

Qui una sua lezione contro la guerra.

Franco Battaglia ha detto...

Stasera risentivo il suo intervento a Propaganda Live di gennaio 2020.. e niente.. una devastante e lucida visione di come siamo fatti male.

Andrea Sacchini ha detto...

Era doveroso.
Ciao Pia.

Berica ha detto...

Ci ha lasciato un uomo onesto, intelligente e come scrivi, rivoluzionario. Una persona della quale si poteva dirsi orgogliosi. Ce ne sono sempre meno e ne rimangono sempre meno. E' la fine di un'epoca.

Andrea Sacchini ha detto...

"La guerra piace a chi non la fa."
Cos'altro aggiungere?

Andrea Sacchini ha detto...

Vedrò di recuperarlo.

Andrea Sacchini ha detto...

Forse la fine di un'epoca no. Anche se meno visibili di lui, ci sono tante persone che prendono e partono, come volontari, verso le zone più disastrate del pianeta.
Certo è che il modo e la passione con cui lui si è speso per seguire quella che era la sua vocazione, rimarranno probabilmente ineguagliati.

alberto bertow marabello ha detto...

Un'eredità immensa da portare, ha messo in moto qualcosa di grande che non credo che si fermerà.
Perciò: grazie Gino

cristiana marzocchi ha detto...

Sono talmente d'accordo con te, che ho prelevato un periodo e l'ho postato da me, ovviamente citandoti.
Grazie

Andrea Sacchini ha detto...

Figurati!
Ciao Cristiana.

Andrea Sacchini ha detto...

Un'eredità immensa e, soprattutto, non facile. Speriamo.

Enri1968 ha detto...

L'ho sempre ammirato.

Sari ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Sari ha detto...

Come faremo ora che Gino Strada ci ha lasciati? Dovremo tenere a mente tutto quel che ci ha insegnato e il coraggio di guardare da che parte stare. Oggi dovremo santificare il nostro Gino Strada e fargli posto in ogni giorno del calendario.
Ciao Andrea.

Andrea Sacchini ha detto...

Non si poteva non farlo.

Andrea Sacchini ha detto...

"Da che parte stare" è probabilmente l'insegnamento più grande che ci ha lasciato.

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