Difficile scrivere qualcosa su Gino Strada senza cadere nella retorica un po' melensa degli osanna, ma d'altra parte è inevitabile che sia così, perché se c'è qualcuno che di osanna ne ha meritati davvero è stato lui. Mi piace pensare a lui come a un rivoluzionario. Non nel senso oggi fin troppo abusato del termine, ma nel suo senso più vero e primigenio, che indica chi ancora le rivoluzioni le fa.
La sua rivoluzione è stata quella, solo in apparenza semplice, di avere alzato il culo dalla sedia e essere andato a sporcarsi le mani col sangue degli ultimi della terra. Essere andato in mezzo alle guerre a salvare quelle persone che oggi, qui, vengono considerate alla meno peggio nemici, senza fare distinzioni tra carnefici e vittime. Tutto qua, non c'è molto altro da aggiungere (o forse ce ne sarebbe fin troppo). In un mondo che si divide tra tantissimi che parlano tanto e pochissimi che fanno, oggi se n'è andato uno di quei pochissimi.
Sì, è così.
RispondiEliminaGrazie Andrea.
Era doveroso.
EliminaCiao Pia.
Il sangue degli ultimi della terra perché le guerre le decidono i potenti stando dietro una scrivania, ci mandano soldati e mezzi armati, ma alla fine il comune denominatore di tutte le guerre è che a morire sono quasi esclusivamente civili.
RispondiEliminaQui una sua lezione contro la guerra.
"La guerra piace a chi non la fa."
EliminaCos'altro aggiungere?
Stasera risentivo il suo intervento a Propaganda Live di gennaio 2020.. e niente.. una devastante e lucida visione di come siamo fatti male.
RispondiEliminaVedrò di recuperarlo.
EliminaCi ha lasciato un uomo onesto, intelligente e come scrivi, rivoluzionario. Una persona della quale si poteva dirsi orgogliosi. Ce ne sono sempre meno e ne rimangono sempre meno. E' la fine di un'epoca.
RispondiEliminaForse la fine di un'epoca no. Anche se meno visibili di lui, ci sono tante persone che prendono e partono, come volontari, verso le zone più disastrate del pianeta.
EliminaCerto è che il modo e la passione con cui lui si è speso per seguire quella che era la sua vocazione, rimarranno probabilmente ineguagliati.
Un'eredità immensa da portare, ha messo in moto qualcosa di grande che non credo che si fermerà.
RispondiEliminaPerciò: grazie Gino
Un'eredità immensa e, soprattutto, non facile. Speriamo.
EliminaSono talmente d'accordo con te, che ho prelevato un periodo e l'ho postato da me, ovviamente citandoti.
RispondiEliminaGrazie
Figurati!
EliminaCiao Cristiana.
L'ho sempre ammirato.
RispondiEliminaNon si poteva non farlo.
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RispondiEliminaCome faremo ora che Gino Strada ci ha lasciati? Dovremo tenere a mente tutto quel che ci ha insegnato e il coraggio di guardare da che parte stare. Oggi dovremo santificare il nostro Gino Strada e fargli posto in ogni giorno del calendario.
EliminaCiao Andrea.
"Da che parte stare" è probabilmente l'insegnamento più grande che ci ha lasciato.
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