venerdì 27 agosto 2021

In regola e strapagata

C'è qualcosa che non mi torna in ciò che ha dichiarato la senatrice Cirinnà, ed è là dove dice che la sua cameriera, quella che l'avrebbe lasciata nei guai andandosene, era "strapagata" e "in regola". I due aggettivi, strapagata e in regola, non mi pare siano coerenti. Se un cameriere lavora in regola non è strapagato, riceve semplicemente quanto previsto dal suo contratto di lavoro, e se la signora Cirinnà accosta le due cose significa che pensa che i contratti dei camerieri prevedano emolumenti troppo elevati per quel genere di mansioni. 
Diciamo che, da qualsiasi parte la si guardi, la sensazione preponderante rimane quella secondo cui la signora Cirinnà ha perso una buona occasione per restarsene in silenzio. A ciò si aggiunga anche la sensazione, che è più una certezza, che in questo paese la sinistra l'abbiamo definitivamente persa.

17 commenti:

  1. Non abbiamo perso la sinistra: abbiamo perso la politica in generale. E non ieri mattina: almeno trent'anni fa. Prima era un gran guazzabuglio, ma bene o male sapevano che per ingrassare le proprie pance dovevano far gli interessi della nazione; ora una volta eletti dell'elettorato non frega più niente a nessuno di loro.
    Quanto alla signora Cirinnà, si direbbe che non ne abbia mai sfruttata una, di occasioni per chiudere quella ciabatta che si ritrova per bocca.

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    1. Più che altro, direi che sia la politica ad aver perso il contatto con la realtà.

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  2. Magari le dava qualcosa in più, alla cameriera, costretta a rincorrere il cane nell'immensa tenuta di Capalbio.. ;)

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    1. Non doveva essere facile, in effetti; tutti quegli ettari... :-)

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  3. Per 'sti politicanti da strapazzo, che vorrebbero reintrodurre la schiavitù, "gratis" è già equivalente di "strapagato", quindi davvero, per citarti, la "signora" cirinnà-quaqquaraquà ritiene che gli emolumenti per il personale di servizio siano troppo alti.

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    1. È che oggi la schiavitù è a un passo. Per motivi di lavoro assisto quotidianamente a questa triste realtà.

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  4. in effetti un'affermazione del genere sarebbe stata coerente (ma comunque irritante) in bocca a una Santanchè o, indietro nei secoli, a Maria Antonietta.
    ml

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    1. Sì, diciamo che è stata un'uscita particolarmente infelice, anche se poi si è scusata. Ma ormai la frittata era fatta.

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  5. La cameriera poi si è licenziata perchè era stufa di stare sola, diamine, ti pago, quando hai finito di lavorare pretendi anche una vita privata?!

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  6. Non lo sapevo di questa uscita... mah, era meglio starsene zitta, fra l'altro un fatto diciamo privato.

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    1. Oggi la distinzione tra pubblico e privato non esiste (quasi) più.

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    2. Appunto, lo ha reso pubblico, giusto?

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  7. Quando ho letto questa notizia ho pensato sempre a quei giornalisti/critici/personalità di sinistra/ecologisti che ho incontrato negli anni scorsi al cinema (venivano per anteprime mattutine, eventi, rassegne, etc, adesso accade di meno ma quando accade la situazione è quasi sempre la stessa) e sui giornali/siti/tv/opere non facevano e fanno che parlare di difesa dei lavoratori, di indicibile sfruttamento e poi quando incontravano me e tutte le mie colleghe delle pulizie ci trattavano semplicemente come delle merde, con supponenza, sufficienza, maleducazione senza nemmeno accorgersi che stavamo lavorando. E mi è accaduto non solo al cinema.

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    1. È così, purtroppo. Magari non è un atteggiamento generalizzato, ma sicuramemte diffuso.

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