sabato 11 dicembre 2010

Wikileaks, tocca al Vaticano

Il Vaticano si accoda al coro cantante di quelli che a vario titolo sono stati toccati dai giudizi espressi dagli ambasciatori americani e pubblicati da Wikileaks. "Molto grave la pubblicazione dei files", hanno dichiarato dalla Santa Sede.

Sotto tiro è finito il cardinal Bertone, braccio destro di Ratzinger, definito dall'ambasciatore americano in Vaticano come "privo di esperienza diplomatica", aggiungendo che "non sono poche le voci che vorrebbero la sua destituzione dal suo attuale incarico". Insomma, pare che il segretario di stato vaticano sia considerato un mezzo incapace; un po' come il nostro Berlusconi, per intenderci.

Un capitoletto c'è anche sulla scarsa conoscenza dei mezzi tecnologici da parte dell'entourage di Ratzinger.

La maggior parte dei vertici del Vaticano, tutti uomini in genere sulla settantina, non capisce i moderni media e la Santa Sede soffre di una muddled messaging (confusione nella comunicazione) per la tecnofobia dei cardinali e l'ignoranza sulle comunicazioni del XXI secolo. Solo il portavoce Federico Lombardi ha un blackberry e pochi una email".

Incredibile! Sembra la descrizione della nostra classe politica, tutta gente che eccetto alcune eccezioni di tecnologia e nuovi media ci capisce poco o niente (il primo è proprio, per sua ammissione, il premier).

Non poteva mancare la questione pedofilia ("Il Vaticano non ha permesso a suoi rappresentanti di testimoniare nell'ambito dell'inchiesta della commissione irlandese sullo scandalo degli abusi sessuali mostrandosi così poco collaborativo con il governo irlandese sulla questione"). Ma anche qui, come per tutto il resto, niente di nuovo.

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