domenica 28 novembre 2010

Le "perle" dei politici che aspettano Wikileaks

Non si sa di preciso quando il sito Wikileaks renderà accessibili al mondo le sue potenziali rivelazioni-bomba (si parla di stasera attorno alle 22,30). Pensate se dopo tutto questo can can per l'Italia non ci fosse niente di compromettente o scottante, come per certi versi è giusto augurarsi. Ma allora perché nei palazzi c'è tutta questa inquietudine? E perché illustri esponenti del mondo politico stanno facendo a gara a chi la spara più grossa? Mah...

Ecco alcune delle perle più divertenti che ho trovato girovagando qua e là.

Frattini, ad esempio, quello che nel giro di neanche una giornata è riuscito a coprirsi di ridicolo evocando un complotto ai danni del'Italia e smentendolo subito dopo, ha dichiarato di "aspettarsi che la magistratura indaghi". E' noto, infatti, ed è ormai prassi consolidata, che la magistratura si muove perché un ministro si aspetta che lo faccia. Mica servono più denunce, esposti e cose simili: basta l'invito di un ministro e la magistratura parte in quarta. Fosse anche su invito di uno come Frattini.

Per Cicchitto, un altro grande del nostro entourage di governo, Wikileaks esercita una nuova forma di terrorismo: il terrorismo mediatico, "che per certi aspetti può essere molto più efficace di quello tradizionale". Qui Cicchitto potrebbe anche avere ragione. Quando infatti i cittadini vengono a conoscenza delle malefatte che i potenti cercano in ogni modo di nascondere, in genere s'incazzano. E questo genere di incazzatura può avere anche delle conseguenze molto serie.

Non poteva mancare La Russa, secondo il quale "non è un complotto, non è una strategia ma una somma di atteggiamenti che hanno come obiettivo danneggiare il governo Berlusconi". Lo so, interpretare la Russa è sempre una di quelle imprese che costano fatica. Vedete un po' voi.

Seconda uscita di Frattini: "La mia preoccupazione è per l'Italia e non per una parte politica" [...] "Si parla di notizie che iniziano dal 2006, quando il governo era un altro". Qui mi pare che Frattini si nasconda dietro a una buona dose di paraculaggine. Prima dice che è preoccupato "per l'Italia e non per una parte politica", smentendo tra l'altro in questo modo La Russa. Però, aggiunge (e qui inizia la paraculaggine), se c'è qualcosa non riguarda certo questo governo ma quello precedente. E' un grande, Frattini. Se non lo fosse già sarebbe da nominare ministro della Repubblica.

Non poteva mancare il sempre tranquillo Sacconi: "serve più riservatezza", dice. E poi: "Vedremo cosa vien fuori. Certo è che gli stati vivono anche di doverosa riservatezza dei loro atti interni". Eh, certo. Come era giusto che restassero riservate le ripetute violazioni di diritti umani nel carcere di Guantanamo, gli abusi e le torture di Abu Ghraib perpetrati dagli americani, il video ripreso da un elicottero Apache Usa in Iraq che mostra i soldati americani che sparano sulla folla, uccidendo 15 persone tra cui due giornalisti della Reuters, i dossier sull'Afghanistan che documentano tra le altre cose l'insofferenza degli USA per la presenza di Emergency, l'orrore delle uccisioni di civili in Iraq. Per Sacconi, però, esiste il diritto a una doverosa riservatezza.

Forse qualcuno, all'interno dei sacri palazzi, non ha tutti i torti a essere preoccupato.

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