venerdì 19 novembre 2010

Il nucleare ci salverà?

Noi profani; noi che non abbiamo una laurea in chimica o fisica; noi che costruiamo e formiamo le nostre idee in base alla documentazione che troviamo, restiamo a volte spiazzati. Riguardo al nucleare, ad esempio, cercando informazioni in rete si scopre che la stragrande maggioranza degli scienziati lo dà praticamente per morto, senza futuro.

Tra questi c'è Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica, il quale, a proposito del ritorno a questa forma di approvvigionamento energetico, su cui il governo si sta peraltro dando parecchio da fare, dice:

Si sa dove costruire gli impianti? Come smaltire le scorie? Si è consapevoli del fatto che per realizzare una centrale occorrono almeno dieci anni? Ci si rende conto che quattro o otto centrali sono come una rondine in primavera e non risolvono il problema, perché la Francia per esempio va avanti con più di cinquanta impianti? E che gli stessi francesi stanno rivedendo i loro programmi sulla tecnologia delle centrali Epr, tanto che si preferisce ristrutturare i reattori vecchi piuttosto che costruirne di nuovi? Se non c'è risposta a queste domande, diventa difficile anche solo discutere del nucleare italiano.

Il Giornale, stamattina, pubblica una interessante intervista a Franco Battaglia, professore universitario di chimica ambientale da sempre contro le energie alternative e da sempre favorevole al ritorno al nucleare. Ne riporto alcuni stralci qui di seguito:

Scopriamo subito le carte: che pensa dei Verdi?
«Sono una disgrazia».

Articolando?
«Tanta buona volontà e sentimenti nobili. Ma semianalfabeti tecnico-scientifici. Metto il “semi”, per pietà cristiana».

Detestano gli Ogm.
«L’Ogm è una modifica genetica fatta col bisturi. Molto meno invasiva delle mutazioni con bombardamento di radiazioni col quale si ottiene il grano duro caro agli ecologisti».

Accusano l’industria per l'effetto serra.
«L’uomo non c’entra. L’attuale riscaldamento inizia a metà del ’600: un secolo e mezzo prima dell'era industriale. Dal 1940 al 1975 c’è stato un raffreddamento, in coincidenza col boom dell’industria».

Fissati con l’inquinamento, considerano l’energia solare ed eolica la sola salvezza.
«Eolico e fotovoltaico sono una iattura e uno spreco di denaro. Se anche tutti i tetti d’Italia fossero coperti di pannelli solari, quando manca il sole sono inutili. Dovremmo, comunque, tenerci gli impianti a gas, carbone, eccetera».

Sole e vento sono però gratis.
«Falso. Una centrale nucleare costa cinque miliardi. Un impianto, eolico o fotovoltaico, che produca la stessa energia, dieci volte tanto. Privarsi del nucleare per sole e vento è un business che toglie denaro a tutti per farlo intascare a pochi».

[...]

Se le emergenze verdi sono fasulle, qual è la vera?
«Il disastro idrogeologico. Se lungo i fiumi fossero state costruite vasche di espansione avremmo evitato i guai. Ma costano un sacco di soldi, che non ci sono per gli sprechi nell’eolico, ecc. I signori del fotovoltaico, quelli del Kioto qui, Kioto là, sono i responsabili morali del cataclisma veneto».

Per l’incapacità napoletana sui rifiuti, si incolpa la mancanza di raccolta differenziata.
«Sciocchezze. La differenziata è inutile. Facendola avremmo solo cumuli differenziati di immondizia. Il modo serio di smaltire sono gli inceneritori, uno per provincia. Ma i Verdi si oppongono».

Li considerano pericolosi: effluvi, gas letali, ecc.
«Ci sono inceneritori nel centro di Vienna. O di Montecarlo, per fare una citazione di attualità. Le emissioni sono zero, la pericolosità inesistente».

Siccome, come dicevo all'inizio, io non sono in grado tramite le mie personali conoscenze di smontare quanto afferma il professor Battaglia, provo a farlo utilizzando appunto quanto si trova in rete. Vediamo cosa ne viene fuori.

Sorvolando sul fatto che i pannelli fotovoltaici "quando manca il sole sono inutili" - a me risulta che tutti i moderni impianti siano dotati di accumulatori che restituiscono l'energia immagazzinata all'occorrenza -, sarebbe interessante sapere, visto che "Eolico e fotovoltaico sono una iattura e uno spreco di denaro", perché l'amministrazione Obama ha recentemente stanziato due miliardi di dollari nello sviluppo del fotovoltaico.

I casi sono due: o Obama è un incosciente, che può permettersi il lusso, in un periodo in cui anche l'economia americana non è che faccia faville, di rischiare di buttare al vento un tale capitale, oppure è circondato da consiglieri altrettanto incoscienti e incompetenti. Oppure c'è una terza ipotesi: che abbia fatto due calcoli scoprendo che forse il ricorso al fotovoltaico può rivelarsi a lungo termine vantaggioso, sia economicamente e sia per l'ambiente. Chissà...

"Una centrale nucleare costa cinque miliardi. Un impianto, eolico o fotovoltaico, che produca la stessa energia, dieci volte tanto", dice il Battaglia. Mettiamo che i 5 miliardi tirati in ballo da Battaglia siano reali. Come la mettiamo con lo smantellamento? Perché una centrale nucleare, una volta che ha terminato il ciclo produttivo va smantellata. E qui si scoprono alcune cose interessanti:

per costruire la centrale nucleare Usa di Maine Yankee negli anni '60 sono stati investiti 231 milioni di dollari correnti. Recentemente questa centrale ha terminato il suo ciclo produttivo e per smantellarla sono stati allocati 635 milioni di dollari correnti. Soltanto per smantellare le quattro centrali nucleari italiane l'International Energy Agency ha stimato un costo pari a 2 miliardi di dollari (fonte)

Anche l'Inghilterra, ad esempio, in questi anni è alle prese con questo problema:

Ma chiudere una centrale è complicato e costoso almeno quanto costruirla: per il "decomissioning" delle centrali britanniche occorreranno 130 anni e molti più soldi di quanto si pensava. Nuove stime sui costi del decomissionamento infatti sono state rese note giovedì 17 luglio dalla Nuclear Decomissioning Authority: per chiudere le centrali inglesi giunte a fine carriera e smaltire le scorie servono 10 milardi di sterline in più rispetto agli ultimi calcoli.

Insomma, penso che per correttezza il professor Battaglia avrebbe dovuto indicare anche i costi di dismissione di queste ipotetiche (speriamo) centrali.

"La differenziata è inutile. Facendola avremmo solo cumuli differenziati di immondizia. Il modo serio di smaltire sono gli inceneritori". Probabilmente sbaglierò, ma se la raccolta differenziata è fatta come si deve, alla fine non abbiamo "cumuli differenziati di immondizia", ma abbiamo cumuli di plastica, cumuli di carta, cumuli di vetro, ecc. Non si tratta quindi di immondizia, ma di materiali che possono essere riciclati o - meglio - riutilizzati. Riguardo alla questione degli inceneritori, invece, mi pare che siano rimasti ben pochi, a parte ovviamente chi ha qualche interesse, a tesserne le lodi. Tra i più critici verso di essi c'è il ricercatore Stefano Montanari, il quale al proposito scrive:

Se li si considera con l’occhio della Scienza, questi impianti [gli inceneritori, ndr] sono addirittura ridicoli nei loro presupposti. La pretesa è quella di eliminare i rifiuti bruciandoli, qualcosa che stride almeno con una legge della Natura da cui non si deroga e di cui abbiamo la dimostrazione inattaccabile fin dal 1786 quando Antoine Lavoisier enunciò il principio di conservazione della massa: nulla si crea e nulla si distrugge. Insomma, se io ho una tonnellata di materiale, rifiuti o altro non importa, comunque lo tratti riavrò, trasformata, quell’identica quantità.
[...]
Bisogna sapere che qualsiasi combustione prevede la formazione di polveri chiamate primarie costituite dagli elementi chimici che entrano nel processo, ma anche la formazione delle cosiddette polveri secondarie nate per la condensazione dei gas prodotti dalla combustione con i gas e le sostanze, principalmente radicali liberi, che si trovano in atmosfera. Queste polveri non vanno solo ad incrementare la massa che fuoriesce ma aderiscono ad inquinanti come, ad esempio, le diossine, i furani, i poli-cloro-bifenili, ecc. che possono anche essere prodotti da fonti diverse dall’inceneritore, e li trasportano per distanze ragguardevoli.
Anche se pochi in Italia ne sono al corrente, mia moglie, la dottoressa Antonietta Gatti, ed io siamo gli scopritori di quelle che ora si chiamano, con un nome coniato da noi, nanopatologie. A dispetto di quel prefisso nano che le rende in qualche modo rassicuranti, si tratta di malattie gravissime come ictus, infarti cardiaci, tromboembolie polmonari, varie forme di cancro, malattie endocrine quali, ad esempio, certe forme di tiroidite e di diabete, alcune malattie neurologiche, aborti, malformazioni fetali, ecc.

Ora, io non so come faccia Battaglia a dire che le emissioni degli inceneritori "sono zero" e "la pericolosità inesistente". E' vero che la relazione causa-effetto tra aumento dei tumori e inceneritori non è ancora stata provata, ma è altrettanto vero che sono più di uno gli studi non certo tranquillizzanti in questo senso.

Insomma, cercando di arrivare a una conclusione, a me le teorie del professor Battaglia (qui trovate una rassegna di suoi articoli), almeno allo stato attuale non convincono per niente.

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