domenica 21 novembre 2010

I parlamentari sono roba mia

E' presto ancora per dire se nei confronti della signora Carfagna stia già bollendo in pentola qualcosa. E' vero, i precedente non mancano: Fini, Boffo, Di Pietro, Veronica Lario (memorabile la prima pagina di Libero in cui la ormai ex seconda moglie di Berlusconi appariva coi seni al vento in una vecchia performance teatrale). Ma ancora in questo senso non si muove niente.

Il Giornale racconta, oggi, che ieri un Berlusconi parecchio infastidito aveva cambiato bruscamente atteggiamento nei confronti di quella che fino a pochi giorni fa era la sua pupilla, il suo ministro preferito. "Per Berlusconi, invece, a cui lei deve tutto e forse anche di più, Mara si è tramutata nella «signora Carfagna», gelido appellativo che il premier riserva agli avversari".

Quel "a cui lei deve tutto" mi pare piuttosto indicativo circa la strada che potrebbero imboccare gli house organ di casa da qui al giorno in cui il ministro si dimetterà definitivamente: la strada dell'ingratitudine. Del resto capite bene anche a voi che non si fa così: la "miracolata", colei che grazie a Silvio ha fatto il grande salto dal mondo dello spettacolo a quello della politica, ammesso che ci sia qualche differenza, non può gettare tutto alle ortiche e creare un "caso Carfagna" proprio in un momento in cui il governo sembra essere sull'orlo del baratro.

Il Giornale, tuttavia, questa mattina si limita a rimanere sul neutro, diciamo così. Evidenzia la notizia del gelo del cavaliere, ma niente di più.


Di diversa impostazione, invece, l'approccio di Libero, dove la questione ingratitudine viene posta senza se e senza ma con una bella vignetta in prima pagina:


Anche il Corriere, stamattina, evidenzia in maniera piuttosto chiara il pensiero del "creatore":


Mi pare che l'atteggiamento del presidente del Consiglio esprima abbastanza chiaramente, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la sua idea e il suo concetto di partecipazione politica. I ministri sono persone che io ho messo lì, devono tutto a me e non possono mancare di riconoscenza. Men che meno dissentire. Figurarsi quindi annunciare le dimissioni. Non c'è da stupirsi più di tanto di questo, intendiamoci, visto che l'attuale legge elettorale, il porcellum di Calderoli, impedisce al cittadino di scegliere i parlamentari (pensate che i vari Bondi, Gasparri e compagnia bella sarebbero lì?), che vengono invece nominati dalle segreterie di partito e non dai cittadini.

Ma questo è un discorso vecchio.

1 commento:

  1. uhm

    lo sai cosa è successo in giappone?

    http://www.ilpost.it/2010/11/22/battuta-dimissioni-ministro-finanze-giapponese/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+ilpost+%28Il+Post+-+HP%29

    per una battuta infelice si è dimesso!

    io solidarizzo con la Garfagna. Lei si dimette perché si è accorta dello schifo in cui versa il suo partito (in campania), del fatto che conta come il due di briscola.
    Per decenza il Presidente del Consiglio dovrebbe fare come il ministro Giapponese.
    Sempre per decenza dovrebbe piantarla di insultare il gentil sesso. Sembra quasi che le donne servano per fare il bunga bunga o le schiave da harem del suo governo.
    Da donna mi sento indignata ed è il minimo.
    Lui non ha partorito la Carfagna, ha partorito e partorisce una marea di menzogne, falsità e barzellette da caserma che ci fanno vergognare in tutto il mondo.
    questa barzelletta vivente deve andare a casa.
    Se gli italiani avranno l'impudenza di rivoltarlo allorà vorrà dire che sono come lui.

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