Come forse avrete letto, è in corso uno scontro piuttosto acceso tra la coppia Fazio-Saviano e le cosiddette associazioni "pro life". Diatriba nata in seguito alla partecipazione, nella puntata di lunedì scorso di Vieni via con me, della moglie di Piergiorgio Welby e del padre di Eluana Englaro. In sostanza le associazioni che non condividono l'eutanasia chiedono di poter intervenire per replicare.
Fabio Fazio si oppone con una giustificazione a mio parere piuttosto sensata: "accettare la replica dei gruppi 'pro-vita' equivale ad acconsentire all’idea, inaccettabile, che la nostra trasmissione sia stata pro-morte, mentre abbiamo raccontato due storie di vita, sottolineando la pari dignità, di fronte alla prosecuzione artificiale della vita, di chi sceglie di accettarla e di chi sceglie di rifiutarla". Il problema è che gli autori hanno già concesso la replica a Maroni. A Maroni sì e ai pro-vita no? O si fa per tutti o per nessuno, se effettivamente si vogliono fare le cose uguali per tutti.
Ma non è questo il punto che mi premeva evidenziare, quanto quello della censura di cui, secondo molti, sarebbero vittime i gruppi pro-vita. Un ottimo esempio ci viene fornito da Libero di questa mattina:
"La censura alle associazioni pro-life", scrive il quotidiano di Belpietro in prima pagina. Censura? Scusate, ma c'è veramente qualcuno che pensa che nel nostro paese, e specialmente nel nostro sistema dell'informazione, i gruppi contrari all'eutanasia non abbiano spazio? Ma avete mai visto, solo per fare un esempio, il tg1 di Minzolini?
Ieri il papa si è rivolto alla politica e ai media (ai media, badate bene) chiedendo di promuovere il rispetto per la vita. Un semplice e breve appello. Ecco, qui di seguito, alcuni dei titoli che tutte le testate online (oggi seguiranno quelle cartacee e i telegiornali) hanno messo in bella evidenza nelle home page.
Per fortuna che c'è la censura...
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