martedì 16 novembre 2010

Il Pd e i fatti di Milano

Per la seconda volta, nell'arco di poco tempo, abbiamo avuto la prova che i vertici del Pd vanno da una parte e gli elettori dall'altra. Era già successo nel gennaio scorso, quando le primarie in Puglia per scegliere il candidato alle regionali avevano decretato la vittoria schiacciante di Nichi Vendola, sostenuto dalla gente comune, ai danni di Francesco Boccia, sostenuto dalla nomenklatura del partito (D'Alema & c., per intenderci).

Scenario che si è ripetuto l'altro ieri a Milano, dove, nella competizione per scegliere il candidato sindaco a Letizia Moratti, ha vinto, inaspettatamente, l'avvocato Giuliano Pisapia, vendoliano doc, a scapito di Stefano Boeri, sostenuto dai vertici del Pd. Insomma, ha perso il Pd, giusto per non usare tanti giri di parole. Una sconfitta evidenziata anche dai numeri delle affluenze.

"Si attendevano tra 80 e 100mila persone, tanto che le schede prestampate erano 160mila, invece ha votato l’80% del 2006: soltanto 67499 elettori". Insomma, se i vertici del partito non l'avessero ancora capito, la gente vuole cambiare aria, vuole gente nuova, facce diverse. Cosa deve succedere ancora perché qualcuno si faccia un esame di coscienza?

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