mercoledì 20 dicembre 2006

quellichebravo.it/






E' online da qualche giorno un sito abbastanza particolare: quellichebravo.it. E' un blog a tutti gli effetti (pubblicato su una solida piattaforma Wordpress), con tanto di possibilità di inserire commenti da parte dei visitatori (seppur moderati) e con una sua policy.

C'è solo una cosa che mi lascia un pò perplesso: si tratta di un blog pubblicitario a tutti gli effetti. Perché questo aspetto mi lascia perplesso? Perché ho sempre avuto l'idea che il blog sia una specie di diario personale online su cui mettere a disposizione di tutti i propri pensieri, e tramite il quale dare eventualmente la possibilità a chi vuole di replicare o commentare. Non riesco a inquadrarlo come spazio esclusivamente pubblicitario, mi sembra che ne venga snaturata la sua funzione.

Ora, naturalmente, non voglio fare il falso moralista: i nostri bravi banner pubblicitari sui blog (coi quali cercare di rimediare qualche soldino, magari anche solo per ripagare il costo della flat) ce li abbiamo tutti, ma si tratta comunque di una cosa marginale. Il succo del blog rimane comunque quello che ci mettiamo dentro di nostro.

Boh, probabilmente si tratta della normale "evoluzione" della pubblicità, di un suo "upgrade"; il giusto riconoscimento della sua funzione primaria al centro di tutto e di tutti. E la cosa non stupisce, visto che quella in cui viviamo è stata definita appunto "la civiltà della pubblicità".

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Più che come "evoluzione", io per il momento lo vedrei come esperimento pubblicitario.

schrodcat ha detto...

Potrebbe essere un'idea che funziona. L'invasione illimitata della pubblicità non l'ho mai apprezzata. Questa mi fa pensare alle televendite, per cui si utilizza il format naturale del mezzo e lo si tramuta in spot. La cosa utile potrebbe essere che si demanda l'inventiva dei commenti ai tanti che partecipano. D'altro canto potrebbe essere un qualcosa cui accederanno i già affezionati, e quindi i già clienti, e bisognerà vedere se sarà in grado di catturare nuovi compratori, non è detto.

In generale io per la pubblicità ho la stessa allergia. Mi chiedo certe volte anche se gira e rigira non siamo noi a pagare l'esatta differenza tra il prodotto pubblicizzato e quello spubblicizzato (e cioè se magari l'investimento in pubblicità di chi vende non sia esattamente pari all'aumento di prezzo necessario per pubblicizzare, senza incremento del voulme di vendita, dato che la pubblicità la fanno tutti quanti).

Andrea Sacchini ha detto...

Boh, non lo so, non sono un esperto di marketing pubblicitario. Ho scritto il post solo perché un blog utilizzato come "televendita" mi lascia un pò perplesso...

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