Con un esborso di 5 milioni di dollari, versati per chiudere tutti i contenziosi aperti con una quarantina di stati americani che l'hanno citata in causa, la multinazionale Sony ha chiuso il caso dei "cd con rootkit", una di quelle vicende che qualche tempo fa ha fatto il giro della rete - e non solo - e ha rappresentato il più eclatante caso di violazione della privacy e dei diritti degli utenti che si sia mai verificato. Faccio un breve riepilogo per chi non fosse al corrente della vicenda.
Nel 2005 la Sony ha immesso sul mercato inglese e americano delle partite di cd musicali che contenevano al loro interno, assieme alle normali tracce musicali, un sistema anticopia chiamato XCP. Questo particolare sistema di protezione agiva installando un rootkit sul pc dell'utente a sua insaputa (ho pubblicato qui tempo fa un breve how-to in cui spiego come utilizzare un programma apposito per la loro rimozione). In pratica, una volta inserito il cd nel computer per essere ascoltato, partiva automaticamente l'installazione di questo programma "fantasma".
Tale programma aveva alcune peculiarità molto interessanti: si installava, come ho già detto, di nascosto e non esisteva nessun tool per la sua rimozione. In pratica, una volta installato, non era possibile rimuoverlo in nessun modo e in più rimaneva sempre in esecuzione rallentando i normali processi di Windows. Come ciliegina sulla torta, il 10 novembre dello stesso anno veniva scoperto un trojan che usava proprio il rootkit Sony per propagarsi.
Il primo che si accorge della presenza di questo programma all'interno del suo pc è Marc Russinovich, che lo scopre per caso proprio mentre sta testando un programma "scova-rootkit". Immediatamente pubblica la notizia sul suo blog e da lì in poi per Sony comincia il calvario. La notizia si diffonde e diventa di dominio planetario. La multinazionale giapponese all'inizio tenta di minimizzare la cosa, poi ritira dal mercato i cd "infetti" e si offre di sostituirli gratuitamente agli utenti che li hanno acquistati. Poi rilascia una patch che dovrebbe permettere di disinstallare l'XCP ma che in realtà provoca un danno ancora maggiore, portando in alcuni casi al blocco del funzionamento del masterizzatore.
E' il colpo di grazia. Sony (il cui danno all'immagine è difficilmente quantificabile) non può più accampare scuse o ridicole giustificazioni: partono i processi e le richieste di risarcimento danni, fino all'epilogo col quale ho aperto questo post.
Una delle domande che sorge quasi spontanea da tutta questa vicenda è: dove sono disposte ad arrivare le major dell'industria discografica per tutelare i loro interessi? Come pensava Sony di combattere la pirateria musicale con un simile sistema (che tra l'altro era anche sostanzialmente inutile in quanto i cd con l'XCP erano comunque tranquillamente duplicabili su qualsiasi Pc Linux o Mac, e anche con Windows usando particolari programmi)?
Beh, visto l'epilogo della vicenda, penso che difficilmente qualcun'altro si azzarderà a ritentare l'impresa. Quindi, per adesso, accontentiamoci del vecchio caro DRM (si fa per dire).
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