giovedì 28 dicembre 2006

La difficoltà della coerenza

Sinceramente non so come iniziare a scrivere questo post. Sono ormai 5 minuti che il cursore lampeggia sullo schermo del pc, ma dalla tastiera sembra non uscire niente. Vabbè, proviamo.

Dunque, come è ormai noto, Saddam Hussein è stato condannato a morte per crimini contro l'umanità. La sentenza è definitiva, e secondo la legislazione iraqena non è impugnabile, ossia non vi è possibilità di ricorsi o revisioni. In linea di principio sono sempre stato contro la pena di morte e ho scritto spesso in passato, sul mio sito internet, articoli contro quella che ritengo essere una deprecabile e barbara usanza.

Ho citato il caso ad esempio di Ray Allen, il 77enne indiano sordo, e quasi cieco a causa del diabete, a cui Terminator-Schwarzenegger ha negato la grazia nonostante ormai avesse comunque i giorni contati. Oppure il caso di Stanley Williams, condannato a morte perché riconosciuto colpevole di quattro omicidi, giustiziato con un'iniezione letale dopo aver scontato 25 anni di carcere durante i quali ha cambiato vita fino ad essere stato proposto più volte per il Nobel.

Qui però il caso è diverso: non siamo infatti di fronte a un delinquente occasionale, che ha ucciso in particolari frangenti o magari sotto l'effetto di qualche sostanza. Siamo di fronte a un dittatore e a un assassino della peggior specie, che ha attuato con impressionante sistematicità lo sterminio dei curdi (donne, vecchi e bambini) colpevoli solo di appartenere a questa etnia; ha anche imprigionato, torturato e ucciso una moltitudine di oppositori politici, senza processi né avvocati.

Ora Pannella ha iniziato lo sciopero della fame per sensibilizzare l'opinione pubblica su questa vicenda e cercare di impedire l'esecuzione di Saddam (comunque inevitabile). L'iniziativa è condivisibile, ma mi sembra un pò ipocrita. Chi faceva lo sciopero della fame quando Saddam uccideva i Curdi, gli Sciiti, i Cristiani e i Turcomanni? Chi, a parte le organizzazioni tipo Amnesty International, denunciava quanto accadeva in Iraq sotto la dittatura di Saddam?

Le dichiarazioni di questi giorni di Prodi e D'Alema sono contraddittorie: da una parte stigmatizzano i crimini compiuti dal dittatore iraqeno, dall'altra si schierano contro il provvedimento di condanna a morte. Sintomo questo di una
divisione e un'incertezza che è anche un pò la mia. Insomma, questo è uno dei pochi casi in cui alcune certezze che si credevano solide vacillano e mantenere una certa coerenza di idee (almeno da parte mia) risulta difficile.

Non so, magari si sarebbe potuta trovare un'altra soluzione, tipo ad esempio una condanna ai lavori forzati (magari per fargli tirar fuori i bambini innocenti uccisi e gettati nelle fosse comuni). Una cosa comunque è certa: come dice giustamente don Paolo in questo suo post, per gli americani Saddam era già morto, fin da quando è stato catturato e gettato in prigione. E la condanna a morte può senz'altro essere vista come un aspetto di quello che loro intendono per "esportazione della democrazia".

In ogni caso i miei dubbi rimangono.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Io penso che nessuno abbia il diritto di prendere decisioni sulla vita di un altro uomo.
Chi si esprime favorevole alla pena di morte, non dico che sia alla pari di Saddam Hussein, ma sotto sotto penso che sia della stessa pasta.

Molto spesso tendiamo a giustificare certi comportamenti di reazione e certi atteggiamenti basandoci sulle azioni di chi stiamo giudicando e molti tendono a giustificare addirittura la pena capitale. Questa cosa lascia trasparire in fondo in fondo un certo spirito di vendetta, che comunque sia ci rende non al di sopra delle parti per poter giudicare. Inoltre lo trovo anche molto infantile come modo di fare e non degno di persone mature. Alcuni nostri politici poi si sono resi ridicoli relazionando la protesta di Pannella per la condanna di Saddam alla decisione che è stata presa per Welby e qui siamo in piena farneticazione.

Rinfacciamo quello che volete a Saddam. Ma non dimentichiamoci che lui lo giudichiamo così con odio solo perché è circa 15 anni che si dà risonanza alle sue azioni.
Chi lo sta giudicando, e sto parlando degli americani e non di quella giuria fasulla che c'è in tribunale, non sono conosciuti per aver avuto in passato dei comportamenti migliori.
Qualche anno fa trovai in rete questo scritto: http://www.maury.it/download/america.txt
Lo stesso Bush penso che dovrebbe avere sulla coscienza abbondantemente qualche decina di migliaia di vite umane (americani e non) e anche se non le ha uccise lui direttamente, ne è colpevole a tutti gli effetti.

Per il resto io sono fermamente contrario alla pena di morte. E penso che qualsiasi manifestazioni di odio, nella migliore delle ipotesi, può solo generare altro odio.
Chi su in alto, da noi, in America o anche in Iraq si ritiene autorizzato a poter far togliere la vita ad un altro uomo, penso che sia una persona assolutamente non all'altezza del ruolo che ricopre e di sicuro non è assolutamente la persona adeguata a giudicare.

Anonimo ha detto...

Io penso che nessuno abbia il diritto di prendere decisioni sulla vita di un altro uomo.
Chi si esprime favorevole alla pena di morte, non dico che sia alla pari di Saddam Hussein, ma sotto sotto penso che sia della stessa pasta.

Molto spesso tendiamo a giustificare certi comportamenti di reazione e certi atteggiamenti basandoci sulle azioni di chi stiamo giudicando e molti tendono a giustificare addirittura la pena capitale. Questa cosa lascia trasparire in fondo in fondo un certo spirito di vendetta, che comunque sia ci rende non al di sopra delle parti per poter giudicare. Inoltre lo trovo anche molto infantile come modo di fare e non degno di persone mature. Alcuni nostri politici poi si sono resi ridicoli relazionando la protesta di Pannella per la condanna di Saddam alla decisione che è stata presa per Welby e qui siamo in piena farneticazione.

Rinfacciamo quello che volete a Saddam. Ma non dimentichiamoci che lui lo giudichiamo così con odio solo perché è circa 15 anni che si dà risonanza alle sue azioni.
Chi lo sta giudicando, e sto parlando degli americani e non di quella giuria fasulla che c'è in tribunale, non sono conosciuti per aver avuto in passato dei comportamenti migliori.
Qualche anno fa trovai in rete questo scritto: http://www.maury.it/download/america.txt
Lo stesso Bush penso che dovrebbe avere sulla coscienza abbondantemente qualche decina di migliaia di vite umane (americani e non) e anche se non le ha uccise lui direttamente, ne è colpevole a tutti gli effetti.

Per il resto io sono fermamente contrario alla pena di morte. E penso che qualsiasi manifestazioni di odio, nella migliore delle ipotesi, può solo generare altro odio.
Chi su in alto, da noi, in America o anche in Iraq si ritiene autorizzato a poter far togliere la vita ad un altro uomo, penso che sia una persona assolutamente non all'altezza del ruolo che ricopre e di sicuro non è assolutamente la persona adeguata a giudicare.

Andrea Sacchini ha detto...

In effetti, come ho scritto anche nei precedenti articoli che ho citato nel post, il motivo per cui, fondamentalmente, sono contrario alla pena di morte è il fatto che ti poni sullo stesso piano di chi vuoi condannare. Assassino era lui e assassino diventi tu.

Però, sai, a livello puramente istintivo, ho sempre quel piccolo dubbio che mi viene ogni volta che sono di fronte a casi come questo (l'ho avuto anche quando c'è stata la storia del piccolo Tommy), che so essere sbagliato, ma che è lì e non posso farci niente.

Ed è poi quello che mi ha ispirato il titolo del post.

Anonimo ha detto...

Ciao
Dico la mia.
La pena di morte secondo me non dovrebbe esistere per il semplice motivo che è troppo poco per chi:
stupra,uccide,sevizia.
Ora Saddam sarà un assasino,come chi gli ha fornito le armi di distruzione che ha usato,per cui,per un mondo leggermente migliore,anderbbero abolite le armi.

Già una volta i vertici americani hanno evitato di ucciderlo.
Sui commenti della sinistra stendiamo un pietoso velo.

Su pannella crederò ad un suo sciopero della fame quando lo farà nel deserto DA SOLO dentro una tenda.

Anonimo ha detto...

Ciao
Dico la mia.
La pena di morte secondo me non dovrebbe esistere per il semplice motivo che è troppo poco per chi:
stupra,uccide,sevizia.
Ora Saddam sarà un assasino,come chi gli ha fornito le armi di distruzione che ha usato,per cui,per un mondo leggermente migliore,andrebbero abolite le armi.

Già una volta i vertici americani hanno evitato di ucciderlo.
Sui commenti della sinistra stendiamo un pietoso velo.

Su pannella crederò ad un suo sciopero della fame quando lo farà nel deserto DA SOLO dentro una tenda.

Maurizio San Leo

Andrea Sacchini ha detto...

Piccolo ot: ma perché commentate tutti doppio?

Anonimo ha detto...

Non lo so. Per me cancella pure uno dei due. Non capisco perché è uscito duori due volte...

Anonimo ha detto...

stessa cosa per me


oltretutto stesera è lento da morire a caricare le pagine
Ciao
Maurizio

Anarchici in famiglia

A volte invidio la vita "anarchica" di Francesca, mia figlia minore, anche se spesso non concordo con le sue scelte. Anarchica nel...