giovedì 20 luglio 2023

Coscienza, apprendimento ed esecuzione

Il capitolo del libro che sto leggendo in cui si spiega che la coscienza ha un ruolo nell'apprendimento di una attività complessa (es. suonare il pianoforte) ma non nella sua esecuzione è interessantissimo. L'esempio del pianoforte è il più calzante. 

Un pianista che sta suonando non pensa ai singoli tasti che preme ma alla melodia complessiva, o a singole parti di essa. Se pensasse ai tasti che corrispondono a ogni singola nota della partitura che sta leggendo (ogni diesis, ogni bemolle, ogni nota naturale, ogni pausa ecc.) non riuscirebbe a suonare.

Allo stesso modo in cui un velocista in gara non pensa a ogni passo che mette davanti all'altro e una persona che parla non si preoccupa più di tanto della struttura sintattica e grammaticale di ogni frase che pronuncia ma al significato complessivo che vuole comunicare.

Nello screenshot è spiegato meglio.

Ah, sto leggendo Il crollo della mente bicamerale e l'origine delle coscienza, dello psicologo statunitense Julian Jaynes. Tosto ma bello.

2 commenti:

  1. Sembra un libro interessante: aspetto la recensione finale!

    In un corso online che seguii anni fa (“Learn to learn” mi pare) veniva consigliata una tecnica di scrittura piuttosto interessante: scrivere con lo schermo del computer spento.
    L’idea mi sembra affine a quella del libro che hai presentato: evitare che la vista di ciò che si scrive influenzi e condizioni il processo creativo.

    Ogni tanto ho adottato questa tecnica con risultati validi... a parte gli inevitabili refusi!

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  2. È un saggio molto corposo e complesso, mi ci vorrà ancora un po' per finirlo. Poi proverò a scrivere qualcosa.

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