sabato 14 maggio 2022

Darwin fa paura?

Ricordate il post di qualche giorno fa in cui raccontavo la vicenda della mamma che aveva chiesto alla maestra di scienze di non tenere la lezione sull'evoluzionismo? Oggi, casualmente, mi sono imbattuto nella stupenda conferenza di Telmo Pievani, che ripubblico qui di seguito, in cui il grande biologo evoluzionista spiega perché, dopo 150 anni, Charles Darwin crea ancora tanti problemi. 

Con altri grandi scienziati, come ad esempio Galileo, si è bene o male fatto pace. Con Darwin non ci si riesce, e il motivo per cui non ci si riesce non sta tanto nel fatto che la teoria dell'evoluzione demolisce il creazionismo, ché quello è un punto che bene o male si è superato, ma sta nel fatto che il darwinismo è controintuitivo, e lo è sia per i credenti che per i non credenti.

L'evoluzione per selezione naturale mette in crisi due punti. Uno è l'idea della discontinuità. È opinione diffusa, infatti, che in natura esistano le varie specie di piante e di animali e l'infinito numero di altre forme di vita che, tutte insieme, formano una sorta di mondo a sé stante. Poi ci siamo noi, gli uomini, che per natura saremmo qualcosa di diverso da tutto il resto, una sorta di unicum, si potrebbe dire. Darwin dimostra che non è così, che noi siamo esattamente come tutte le altre forme di vita e siamo inseriti nei medesimi processi che ne hanno contraddistinto l'evolversi.

L'altro punto scardinato dall'evoluzione è il determinismo, l'idea, fortemente imparentata col creazionismo, che l'evolversi della vita in tutte le sue molteplici manifestazioni non sia generato da un insieme di eventi casuali ma faccia parte di una specie di disegno, di progetto. Per tantissime persone è estremamente difficile concepire l'idea che non c'era alcuna necessità che le cose andassero come sono andate e che sarebbe bastata una qualsiasi minima variazione di un qualsiasi fattore evolutivo per cambiare tutto lo scenario.

Qui non c'entrano la religione o il credere o non credere in disegni intelligenti o meno, c'entrano la psicologia e l'antropologia, nel senso che noi umani siamo per natura "programmati" a interagire col mondo circostante in chiave deterministica. A vedere cioè un fine o un disegno in ogni cosa che accade. Fa parte del nostro retaggio evoluzionistico. Questi concetti sono stati sviscerati in un bellissimo libro, Nati per credere, di cui avevo parlato qui.

Questo è il motivo per cui, dice Telmo Pievani, oggi Darwin fa ancora così paura e non si riesce a farci pace: perché la sua teoria è irrimediabilmente controintuitiva. E questa cosa l'aveva capita lo stesso scienziato, il quale mise in conto fin da subito che la sua teoria non sarebbe stata capita né accettata. Ecco il motivo per cui la pubblicò, pur con una certa riluttanza, più di vent'anni dopo averla elaborata. In questo senso fu profetico Thomas Huxley, amico e collaboratore di Darwin, quando predisse che la teoria dell'evoluzione per selezione naturale avrebbe fatto litigare i posteri nei secoli.


6 commenti:

  1. Sul concetto di discontinuità mi trovo completamente in linea: non siamo al di sopra di altre specie ma facciamo parte della stessa unica "casa" che è la Natura.

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  2. Certo. Oltretutto, nel mare magnum delle forme di vita che sono apparse (e tantissime poi estinte) sul pianeta, noi siamo gli ultimissimi arrivati. Se si guarda infatti il grande albero della vita disegnato da Darwin, si vede che noi siamo solo un piccolo e insignificante ramoscello posizionato lassù in alto e anche poco visibile. E pensare che ci diamo tanta di quell'importanza...

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  3. A volte mi diventa insopportabilmente nauseabondo, questo mondo che sembra non avere più alcun senso; ed è pensando che nondimeno esistono persone come Telmo Pievani, come Umberto Galimberti, che trovo una buona spinta per andare avanti.

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    1. Vero. C'è un grandissimo bisogno di persone che raccontino le cose come sono, che guardino in faccia la realtà, la società, senza tutti questi viaggi mentali che ci facciamo.

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    2. Trovo i loro ragionamenti necessari e impagabili. Ma già solo il fatto che ci siano persone così, per intelligenza, saggezza, amabilità... mi fa pensare a quanto il mondo sarebbe un posto peggiore se non ci fossero.

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