lunedì 16 maggio 2022

Risvegli

Ogni tanto Renzi si sveglia, ripropone il suo eterno pistolotto sul Reddito di cittadinanza relativamente a come rappresenti la genesi di tutti i mali dell'universo e poi torna nella sua letargica insignificanza. Siccome il Rdc è un argomento che scalda gli animi, ogni volta si riaccende la trita e ritrita discussione, a tratti fin troppo animata, tra detrattori e sostenitori del provvedimento. Poi, esaurita la fiammata, la tenzone si placa e tutto torna come prima, fino alla prossima volta (nel frattempo si è già cominciato a scannarsi su qualcos'altro). 

Ci sono dinamiche, su internet ma anche fuori, che si ripetono incessantemente sempre uguali a sé stesse, che non hanno alcuna altra utilità se non quella di consentire al Renzi di turno di poter momentaneamente emergere dall'irrilevanza e dall'oblio. Qualcosa tipo: "Ehi, sono qua, ho detto un'altra fesseria sul Rdc per creare un po' di polemica inutile, così per un attimo torno a esistere anch'io. E voi avete abboccato!"

Ma questo episodio è solo l'ennesima dimostrazione di come sia impossibile, oggi, confrontarsi senza pregiudizi e senza erigere barricate intorno a qualsiasi argomento appena appena complesso. Nella fattispecie, non è completamente falso che non si trovino 350.000 stagionali per colpa del Rdc, ma nella torta della verità è una fetta piccola. Le ragioni sono molteplici. Ci saranno sicuramente i ragazzi che preferiscono accaparrarsi i 500 euro (entità media dell'emolumento) stando senza far niente, piuttosto che farsi dodici ore al giorno per tre mesi a tre euro all'ora. 

Ma io immagino che una larghissima parte di essi non avrebbe accettato di farsi sfruttare in questo modo neppure se il Rdc non esistesse. Quella evidenziata da Renzi è quindi solo una delle cause del problema, ma una delle tante, e neppure quella maggioritaria. La perentorietà con cui è stata enunciata, però, sortisce un duplice effetto: elimina la complessità del problema, riducendolo a mera contrapposizione tra due fazioni che non si parlano, e serra le file dei fedelissimi. 

La società di oggi, ormai è noto, mette sul tavolo problematiche complesse che non possono essere affrontate per slogan e sterili semplificazioni, utili solo ad alimentare altrettanto sterili "guerre" tra fazioni. E invece, purtroppo, è esattamente ciò che succede.

7 commenti:

  1. "letargica insignificanza... dall'irrilevanza e dall'oblio... E voi avete abboccato!"

    Non mi sembra necessario aggiungere altro.

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    1. E invece ce ne sarebbe...

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    2. Hai ragione... il fatto è che mi è semplicemente inconcepibile perdere del tempo su un soggetto simile.

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  2. La presunta "complessità" di alcune tematiche è una fragile scusa per non affrontarle radicalmente.
    Ci sono innumerevoli problemi "complessi" o semplici per i quali non si fa nulla colla solita lagna "non ci sono fondi a bilancio" (pure vera considerando i tre tera euro divdebito).
    Poi arriva la demagogia del reddito di fantubsnza col quale si abituano moltitudini dinpersone a ricevere del denaro senza muovere un dito.
    In natura non si svaffa gratis!
    È sempre possibile riverniciare un disvalore con vernici.multicolor brillanti.

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  3. Su Renzi non voglio dire nulla perchè è un malato psicopatico narcisista e ha studiato comunicazione solo per prenderci per il culo alla grande... ma per i giovani dico due cose. Sbagliato dare il reddito di cittadinanza a chi deve lavorare per età e forza lavoro, e davvero i nostri figli dovrebbero farlo per 600 euro al mese? Perchè le paghe sono queste e comunque ci sono ragazzi che pur di lavorare vengono sottopagati e sfruttati.
    Mia esperienza personale.
    Mio figlio è chef e qualche anno fa lavorava in un Hotel a Roma per 600 euro al mese e 200 in nero. Gli ha rifatto il menù e a causa della sua bravura il ristorante era frequentato anche da persone che non pernottavano in Hotel. Quando dopo 2 anni ha chiesto un aumento gli è stato risposto di no e che dietro l'angolo c'erano un sacco di immigrati che avrebbero preso il suo posto per molto meno.
    Così mio figlio si è licenziato ed è andato a lavorare prima a Malaga e poi a Siviglia dove la paga non era inferiore a 1800 euro per arrivare a 2300 a Parigi (salario minimo) in cui finalmente per merito gli è stata data la qualifica di primo chef.
    In Italia tutto questo è impossibile da raggiungere perchè non guardano la qualità e la professionalità del lavoratore ma solo come risparmiare.
    Forse è colpa delle troppe tasse?
    Il discorso è lungo ma poi i fatti sono questi. Elisa

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    1. Si, il discorso è lungo e complesso, e banalizzarlo con strumentali semplificazioni alla Renzi (ma anche altri) non aiuta certo a farsi un'idea che tenga conto di ogni sfaccettatura.

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