Scopro solo adesso, leggendo il bellissimo Il silenzio dell'onda, di Gianrico Carofiglio, che gli studi degli psichiatri hanno, ove possibile, una porta per l'entrata dei pazienti e una per la loro uscita. La cosa ha evidentemente una sua logica, come spiega bene l'autore nel brano che ho riprodotto qui sopra, ma non ci avevo mai pensato, non avendo mai frequentato questi ambulatori (anche se molti mi dicono che dovrei farlo).
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Non ti incontri all'uscita, ma puoi incontrarti in entrata. Dov'è la differenza? ;)
RispondiEliminaÈ esattamente così da sempre. Ma può bastare anche tenere una stanza in più come sala d'attesa, come faccio io, dove faccio entrare il paziente che arriva in anticipo mentre sto vedendo quello venuto prima. L'unico momento di possibile incrocio, che capita molto raramente, è lungo le scale, se il paziente successivo suona il campanello mentre quello precedente sta scendendo le scale! Nella pratica è comunque molto raro che esistano studi con due porte diverse.
RispondiEliminaCredo in effetti che sia difficilmente fattibile anche a livello pratico. Ma esiste anche la soluzione, come mi è stato detto, di lasciare pause temporali tra gli appuntamenti; 1/4 d'ora o mezz'ora ad esempio, in modo che i pazienti non si incrociano.
EliminaBasandomi su una mia esperienza di qualche anno fa posso confermare: 1/4 d'ora d'intervallo tra un paziente e l'altro, e l'invito ad arrivare e suonare il campanello del portone all'ora esatta dell'appuntamento, perchè prima non verrebbe aperto (e nessuna sala d'aspetto).
EliminaAncora una volta, comunque... grande Carofiglio!
Certo mezz'ora tra un paziente e l'altro a fine giornata può farti registrare anche un paio di pazienti pazienti in meno, tipo una crociera in meno all'anno.. bisogna studiarsele 'ste cose..
EliminaLa mia ricetta è: un appuntamento ogni ora, 45 minuti di seduta e 15 di stacco, anche se poi spesso tengo di più il paziente e lo stacco non c'è, ma non potrei mai fare finire una seduta perché scatta l'orario...
EliminaSempre grande Carofiglio, cara Siu.
RispondiEliminaMah, sai Franco, a me piace pensare che la stragrande maggioranza dei professionisti in questo campo anteponga la serietà professionale alla venalità.
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