domenica 15 marzo 2020

Quando finirà?

Ogni giorno, verso quest'ora, la Protezione civile sforna l'ormai consueto bollettino di guerra, un triste e drammatico elenco di numeri che ogni volta, almeno finché l'andamento sarà questo, sono peggiori del giorno precedente. Secondo questo ultimo bollettino i contagiati hanno oggi superato le 20.000 unità, le vittime sono quasi 1.900 e i guariti 2.335. Ma sono numeri che fotografano l'istante della rilevazione e che saranno già cambiati quando sarete arrivati alla fine di questo post. Ciò che forse può sfuggire è che il numero di contagiati reali non è quello che ogni sera compare nel bollettino, perché il tampone viene fatto solo a chi presenta sintomi importanti potenzialmente collegabili al covid-19. Siccome però gran parte degli infettati sono totalmente asintomatici, oppure presentano sintomi leggeri che non giustificano il tampone, è verosimile immaginare, come del resto sostengono scienziati ed esperti, che il numero reale di contagiati sia più elevato. Enormemente più elevato. Il guaio vero è che questa stragrande maggioranza "silenziosa", diciamo così, all'interno della quale ci potrei essere anch'io o voi che leggete, è comunque in grado di infettare. Questo è il motivo che ha spinto il governo a chiudere tutti in casa: perché si può essere potenziali veicoli d'infezione anche se si sta bene.

Molti stanno già cominciando a chiedersi quando finirà tutto questo; qualcuno, a mio avviso imprudentemente, azzarda già ipotesi: tre mesi, sei mesi ecc. L'unica cosa certa, almeno secondo l'unanimità degli esperti, è che sicuramente non finirà il tre aprile, data che segna, salvo probabilissime proroghe, la fine delle restrizioni, o comunque un loro allentamento. Riguardo a queste restrizioni, al di là delle legittime critiche circa le modalità con cui il governo le ha gestite, alcune delle quali sicuramente fondate, a me, oggi, procura un elevato sollievo il fatto che a gestire le suddette restrizioni ci sia appunto questo governo. Non per particolari simpatie verso di esso, a mio avviso né migliore né peggiore di altri, ma perché l'idea che la gestione delle nostre libertà potesse essere in mano a gente amante degli stati di polizia e affascinata dall'idea dei pieni poteri, beh, a me dà qualche brivido. Per dirla schietta: penso che a gestire una emergenza di queste dimensioni sia meglio un Conte piuttosto che un Salvini. Il quale Conte, è vero, decide le mosse da fare collegialmente con gli altri ministri e sulla base dei rapporti degli esperti, quindi in fondo è solo una figura di intermediazione, diciamo così; eppure a me solleva il fatto che l'intermediario sia lui piuttosto che il tipo del citofono. Poi, certo, nell'imperscrutabile e insondabile evolversi delle cose, niente esclude che il tipo del Papeete avrebbe potuto fare meglio, ma se si va a guardare la lunga teoria di ondivaghe dichiarazioni dell'ultimo mese, costantemente in bilico tra aprire tutto e chiudere tutto, videomessaggi pubblicati e poi tolti, penso che sia andata bene così. Mi viene da pensare che se Conte, dopo la caduta del suo primo esecutivo, avesse immaginato di trovarsi tra le mani una patata bollente di questo tipo, forse avrebbe tenuto fede alle sue dichiarazioni degli esordi, secondo le quali il Conte uno sarebbe stata la sua prima e unica esperienza di governo. Non è andata così, d'altra parte è noto che chi siede su certi scranni raramente mantiene ciò che dice, basta guardare cosa promise Renzi a reti unificate se il suo referendum costituzionale fosse andato male, giusto per fare il primo esempio che mi viene in mente.

Quindi, quando finirà? C'è una vecchia canzone di Guccini che si chiama Shomèr ma mi-llailah? in cui si narra di una sentinella che veglia nell'oscurità ai margini di un accampamento. Arriva un viandante e gli chiede: "Quanto durerà ancora la notte?" La sentinella gli risponde che la notte ancora non è terminata ma il giorno ancora non è arrivato, e c'è quindi questa situazione di incertezza. Invita però il viandante a tornare e a chiedere ancora, senza stancarsi, metafora della condizione dell'uomo, destinato a fare continuamente domande anche se a molte delle quali non avrà mai risposta, comprese quelle sul coronavirus.

4 commenti:

Guchi chan ha detto...

Avevo letto da qualche parte che si prevede che questo virus infetterà il 60/70 % della popolazione, è logico che ci si concentri sui casi gravi tralasciando gli asintomatici o chi ha forme lievi, già così i posti in rianimazione vanno velocemente esaurendosi. Quindi, per quanto ne so, potrei essere infetta pure io che pure mi sento bene, vattelapesca. E' abbastanza inquietante, se ci pensi.

Mia Euridice ha detto...

Non potrà durare per sempre. Questo è certo.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Difficile dare una tempistica, forse facendo riferimento alla Cina si può fare una stima e forse noi dovremmo essere i primi in Europa a venirne fuori. Certo che per ora il bollettino giornaliero della Protezione Civile non è incoraggiante, per usare un eufemismo...

Anonimo ha detto...

"Il guaio vero è che questa stragrande maggioranza silenziosa, diciamo così, all'interno della quale ci potrei essere anch'io o voi che leggete, è comunque in grado di infettare. Questo è il motivo che ha spinto il governo a chiudere tutti in casa: perché si può essere potenziali veicoli d'infezione anche se si sta bene".

Esattamente, spesso tendiamo a dimenticarci questo.
Purtroppo ne avremo ancora per molto..il "bollettino contagiati" avrà ancora degli aumenti importanti per 5-6 giorni, poi? Probabilmente le misure restrittive avranno un effetto positivo..ma il virus non sarà sconfitto.
Ci vorrà tempo. Acquisteremo la nostra normalità in modo molto lento, lentissimo.
Ma va bene così.
Impareremo ad apprezzare le cose piccole e belle delle nostre vite.

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