mercoledì 4 marzo 2020

Elogio della noia

Tempo fa lessi, non ricordo se in un libro di Crepet o di Andreoli, un elogio alla noia che mi colpì e mi piacque molto. Perché un elogio alla noia, considerata generalmente - anch'io la consideravo così - come uno stato negativo da evitare? In primo luogo perché la noia costringe a ingegnarsi, quindi a usare il cervello, per tentare di sfuggirle; in secondo luogo perché l'assenza di stimoli esterni, specialmente nei bambini, costretti nella nostra rutilante società ad avere impegnato ogni minuto della giornata, concede loro maggiori possibilità per "sentirsi".

Mi sono imbattuto per caso in questo bell'articolo di Brunella Gasperini, che riassume benissimo quanto lessi nel libro di Crepet o Andreoli, e che spiega perché in questo periodo in cui le attività sociali sono limitatissime, è bene che ci si lasci andare anche alla noia.

15 commenti:

  1. Ho letto l articolo, Interessante.
    Effettivamente è così, dobbiamo rispettare l'umana necessità di rilassarsi, di non avere impegnata ogni singola ora della giornata. Quindi sì, se attraversare momenti di "sana noia" può aiutare a mettere in moto meccanismi per sfuggirle (con serenità) o per godersi anche attimi di quiete, ben venga, per adulti e bambini...

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    1. Sai una cosa? Io non vedo l'ora di essere in pensione per annoiarmi come si deve ^_^

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  2. Mi trovi d'accordo sulla noia... come conoscenza di sè e come occasione per sperimentare nuove attività. La mia nipotina di 9 anni, che trascorre il giorno di forzato riposo a casa mia, in questa occasione ha messo a buon frutto la noia ed ha partorito un progetto: il plastico di una immaginaria città. La decisione è stata sua, ha aperto il cassetto dei miracoli (cartoncini, stoffe, gomma crepla ecc.) e cominciato a ritagliare. Pian piano è arrivato l'entusiasmo e ora crede che un giorno forse sarà architetto.
    Personalmente credo di non avere sperimentato la noia, nessuno mi crede ma è così. La passione per la lettura e la grafica forse mi hanno salvata.
    Ciao.

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    1. Ti credo, perché non l'ho mai provata neppure io. Non appena accennava a fare capolino avevo subito un libro pronto.
      Ciao :)

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  3. Vero, bell'articolo.
    La noia fa bene, ma anche per un'altra questione, oltre a stimolare la fantasia: fa aumentare il piacere dell'attesa, fa godere di più le cose che poi verranno.

    Moz-

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    1. Vero. Il continuo flusso di stimoli non fa apprezzare ciò che si riceve. Invece un buon periodo di noia può fare miracoli.

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  4. Ho letto l’articolo, come non essere d’accordo? I nostri bambini hanno giornate super organizzate fin dalla più tenera età e arrivano a sera che sono stanchi per le innumerevoli attività svolte. Ogni tanto, per esempio in questi giorni di forzata clausura, i fine settimana, le vacanze di Natale, Pasqua eccetera avrebbero diritto ad avere tempo “libero” per poter assaporare il piacere di fantasticare, realizzare, sognare...
    sinforosa

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    1. Vero, e questo periodo è un'occasione unica (forse l'unico lato positivo di tutto questo casino) :)

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  5. Concordo pienamente! però noia a piccole dosi :)

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  6. Parlerei più di elogio dell'ozio invece della noia. Perchè nell'ozio c'è una vera crescita interiore invece la noia è un sentimento negativo che far star male.

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    1. Non sono un esperto, quindi mi limito a riportare ciò che scrive la psicologa, la quale dice che la noia ha una sua valenza positiva. Poi immagino che ognuno avrà in proposito la propria idea.

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  7. Io penso che chi si annoia, parlo di adulti, ha poche cose dentro.

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  8. Per il mio pensiero non giudico la noia
    uno stato negativo ma privo di interessi, mentre amo l'ozio, stato meraviglioso della mente e del corpo. Quando si ozia non ci si annoia perché nell'ozio vive il pensiero libero di ragionamento. O almeno io da grande oziodo la penso. Così.
    Ciao, fulvio

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  9. D’accordo con la psicologa, anche se, per me, la noia ha un’altra valenza. Quella di cui parla la dottoressa è lo stato in cui improvvisamente viene a trovarsi chi ha subito una battuta d’arresto rispetto alle normali attività: fermarsi significa passare dal “fare” delle cose che riempiono la giornata a non farne nemmeno una, da qui la noia. Questa è certo costruttiva, perché apre le porte ad “altro”, a tutto ciò che si ignora: una passeggiata, una lettura, un gioco in casa... Invece la noia che non dà frutto, per me, è quella che nasce dalle cose che si fanno mentre si stanno facendo: perdere interesse per lo studio, per lo sport, non provare più stimoli, ecco, se in un bambino subentra questo, allora la noia si veste dì negatività e va evitata.

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