mercoledì 7 marzo 2018

Toni Iwobi

Ciò che mi ha colpito di più dell'elezione di Toni Iwobi al Senato non è il fatto che il primo senatore di colore della storia italiana sia stato eletto nelle fila della lega, né che da decenni vi militi. D'altra parte è noto che ognuno si accasa dove si trova meglio.

Mi ha colpito il fatto che scriva meglio di Salvini, come si evince dal post vergato su faccialibro per esprimere la sua contentezza: periodi brevi e messi giù bene, virgole al loro posto, e soprattutto un solo punto esclamativo per enfatizzare le sue esclamazioni, laddove invece Salvini ne usa sempre in quantità in perfetto stile studente delle medie se non addirittura elementari.

Finita lì. Su tutto il resto, specialmente dove afferma che finché esistono gli stati nazione i clandestini devono essere rispediti a casa, stendo un velo pietoso, e magari lo invito a leggere qualche libro, con cui magari potrebbe assimilare il semplice concetto che gli stati nazione sono un'invenzione degli ultimi due secoli, mentre l'uomo si muove sul globo terracqueo da quando vi ha messo piede.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Di che ti stupisci. Il mantra della Lega non era - per fare un esempio - "Roma Ladrona" e poi sappiamo come è finita con il Trota e Bossi che, mi pare di ricordare, non erano siciliani o calabresi
e sono stati condannati in via definitiva? quindi la coerenza non appartiene neanche alla Lega, altrimenti mai si sarebbero candidati nelle mie terre o nel sud Italia. Ma del resto hanno terreno facile a raccontar balle che poi tanto la gente ha la memoria corta.

Del resto oggi - come ieri - candidano chiunque. Il parlamento è diventato un eldorado per perfetti sconosciuti o volti noti della tv. Gori (non ricordo il nome) creatore italiano del Grande Fratello è stato "eletto"in parlamento.
Il famoso ufficiale del "vada a bordo c..." di Schettina memoria è stato ugualmente eletto. Un chiaro caso di come 4 parole riportate dai media e una campagna mediatica isterica, sono diventate un lasciapassare per il parlamento (forse parlamento dovrebbe essere scritto con la P maiuscola ma l'errore, credimi, è voluto).
Io tengo sempre a mente le parole che pronunciò Garibaldi nelle sue memorie, che ebbi modo di leggere durante gli studi universitari. Egli quando si ritirò a Caprera dopo aver rinunciato al Senato e ad un vitalizio scrisse dei pensieri e riflessioni sulla sua vita e sulle sue esperienze di uomo. La frase è questa: "potendolo e padrona di se stessa l'Italia deve proclamarsi Repubblica ma non affidi la sua sorte a cinquecento dottori che dopo d'averla assordata con ciarle, la condurranno a rovina".

Siccome le parole sono estremamente attuali anche oggi - a distanza di più di 150 anni, sono più che profetiche.
Compreso questo non mi stupisco più di nulla.

Adal

Andrea Sacchini ha detto...

Garibaldi, quel criminale.

Daniela Petrucci ha detto...
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