Stamattina, poco prima delle sei, mi sono fermato da Urbinati, nota caffetteria/pasticceria di Santarcangelo dove ogni tanto faccio tappa per una brioches e un cappuccino, tappa comoda perché si trova a metà strada del mio giornaliero tragitto casa - lavoro. (Piccola nota a margine: le paste sono gigantesche, piene di ogni ben di dio e l'accoppiamento brioches e cappuccino lo fanno pagare appena due euro, che è molto poco rispetto ai prezzi standard di bar e caffetterie per questi due prodotti.)
Non appena ho aperto la porta per entrare, invece della solita gradevole tranquillità, tipica di quell'orario, ho trovato orde di ragazzotti e ragazzotte vocianti che occupavano ogni tavolino e ogni sedia disponibili, e pure lo spazio in piedi tra i tavolini e il bancone. Sono arrivato faticosamente al banco e ho guardato la barista come per dire: e questi da dove sbucano fuori? E lei: "Eh, sono i reduci dei cento giorni." Ah, ho capito, le ho fatto intendere con l'espressione della faccia. Ho consumato velocemente cappuccino e brioches al banco, in piedi, e me ne sono andato, rinunciando, con un lieve giramento di scatole, ai soliti dieci minuti di relax comodamente seduto al tavolino a consumare le mie leccornie preferite.
Per chi non lo sapesse - non lo sapevo neppure io ma ci sono passato - quella dei cento giorni è una festa a base di cene, balli notturni e gozzovigliamenti vari (può capitare, com'è successo qua a Rimini, che debbano pure intervenire i Carabinieri per calmare gli inevitabili eccessi) che viene organizzata dagli studenti dell'ultimo anno degli istituti superiori quando mancano appunto cento giorni agli esami di maturità, festa a cui parteciparono anche le mie figlie, quando erano in quinta superiore, ma di cui non ho mai capito il senso. Del resto neppure pure loro, interpellate ripetutamente in tal senso, sono mai riuscite a spiegarmelo in maniera convincente.
Insomma, mancano cento giorni alla maturità: embé? Cosa c'è da festeggiare? Si festeggia per caso il quindici settembre perché mancano cento giorni al Natale? Mah, mistero.
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RispondiEliminaI cento giorni agli esami erano un'usanza pure "ai miei tempi", e non mi sottrassi alla tradizione, anche se com'era nella mia indole non gozzovigliai come gli altri. :-) Diciamo che tipicamente segnano l'inizio del periodo di studio più intenso in preparazione alla maturità. I ragazzi che hai incontrato oggi comunque dovevano essere un po' in ritardo: secondo Skuola.net la prima prova di maturità 2018 si svolgerà il 20 giugno, ed è per questo che i 100 giorni cadevano il 12 marzo scorso.
RispondiEliminaGrazie per la precisazione ;) Continuo comunque a vedere ben poco senso in tutto ciò, sarà che sto invecchiando, chissà. Del resto le mi figlie mi ripetono con una certa continuità che sono "out", un motivo ci sarà :-)
RispondiEliminaNemmeno io ci vedo il senso. Dalle mie parti si è sempre festeggiato DOPO aver dato l'esame di maturità, mai cento giorni prima.
RispondiEliminahttps://it.m.wikipedia.org/wiki/Mak_P
RispondiEliminaAnche a Wikipedia sfugge il senso.
Comunque cappuccino e brioches a due euro è un prezzo stracciato.
RispondiEliminaIn realtà è un'offerta che partì un paio d'anni fa, quando fu inaugurato l'esercizio, a titolo promozionale. Poi è rimasta. Comunque, sullo scontrino fiscale è indicata ancora la dicitura "promo".
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