lunedì 12 marzo 2018

Non molla

Dice che si dimette ma non molla, perché il futuro non si può mettere da parte.

Dopo aver in tre anni portato un partito dal 40 al 18%; dopo che venti milioni di persone il 4 dicembre 2016 gli hanno chiesto esplicitamente di sparire; dopo che lui stesso aveva reiteratamente promesso all'universo mondo, in quell'occasione, che avrebbe smesso di fare politica; dopo la debacle impressionante di qualche giorno fa, atto ultimo della scientifica distruzione del partito di cui era a capo, ancora non molla, ancora pretende di fare quello che vuole.

Cosa deve succedere ancora perché realizzi di stare sulle scatole anche ai pigmei dell'Africa equatoriale?

1 commento:

  1. Fidati: è troppo scemo per rendersene conto. L'importante è che se ne rendano conto i rimasugli del suo partito e lo caccino a scarpate in culo una volta per tutte - questa è una condizione sine qua non per quel partito se vogliono ricominciare fin da ora a puntare a un risultato migliore alle prossime elezioni. Se se lo tengono lì, invece, rischiano di finire con percentuali da prefisso telefonico.

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